bilancia automatica da banco a tre giri

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: Roberval con doppio giogo pendolare
Categoria: meccanica
Società Anonima Brevetti Van Berkel S.p.A.   notizie dal 1924 ca./ 1948  costruttore

cm 62 (a) 34.5 (la) 41 (p) piatto per la merce 34,5 x 32
sec. XX
1960 - 1965
n. 559D
Bilancia automatica da banco a tre giri. Una semi disposizione Roberval ha la particolarità di presentare due appendici: su una poggia il carico, all'altra vi è il tirante. Il tirante è di tipo rigido con snodo a sfere che permette alla testa di ruotare di 360 gradi rispetto alla colonna di sostegno; il tirante superiormente ha una traversa per mezzo della quale si collega con due nastri metallici facenti capo alle curve di due gioghi pendolari. Gli indici a lancetta dipinti di nero ruotano su due quadranti circolari graduati da 0 a 1 kg con divisione 2 g e tacca segnata ogni 10 g. Due sottoquadranti mobili, solidali con la traversa del tirante rigido, hanno tracciate le cifre dei chilogrammi interi, visibili in quattro finestrelle rettagolari ricavate nei quadranti. I quadranti, in lamierino di ferro smaltato bianco, visibili ognuno da un lato della bilancia, sono riparati da un vetro. Una colonna in inox regge la testa a orologio della bilancia. La base è parallelepipeda in acciaio inox e poggia su quattro piedini a vite calante in gomma nera. Il piatto per la merce in inox è di forma rettangolare a canale con fondello e poggia su una crociera in alluminio martellato. Una bolla di livello di forma sferica è posta sulla base. Sotto il basamento è posizionata un levetta che muove un eccentrico di bloccaggio del giogo durante gli spostamenti. Al lato destro della bilancia è applicato un dispositivo meccanico per la sottrazione della tara composto da una serie di tasti numerati da 2 a 32 e da una leva che azzera la tara.

La bilancia automatica, nella teoria, era stata ideata da Leonardo che però non costruì strumenti simili. Le uniche bilance automatiche in uso fino alla fine del XIX secolo furono le bilance a pendolo e quelle a molla, che davano una lettura automatica del peso. La bilancia automatica Dujour, costruita dalla ditta francese Trayvou nel 1879, venne ammessa in Italia nel 1892 ma rimase pressochè sconosciuta: maggior fortuna ebbe invece la bilancia Chronos a carico costante ammessa nel 1897. Nel 1911 venne ammessa al commercio una bilancia ottenuta dalla combinazione fra una bilancia composta a sospensione inferiore e due dinamometri disposti verticalmente. Solo nel 1915 viene introdotta la bilancia Toledo a masse pendolari che eliminano l'uso delle molle. La prima bilancia Berkel ad essere ammessa alla verificazione in Italia ha il giogo pendolare compensato e risale al 1923. Le bilance automatiche hanno dapprima due piatti con pesi per aumento di portata poi un unico piatto e masse addizionali interne; il quadrante da forma di settore circolare (ventaglio) diventa circolare; da 1 giro di lancetta si passa a più giri di lancetta. Il presente esamplare è successivo al 27 maggio 1960, data di una Circolare Ministeriale (n. 186907/63) con la quale si stabilisce che l'albero dentato su cui corre la cremagliera possa ruotare su settori circolari anzichè su cuscinetti a sfere.


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