MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni, 14
Bologna (BO)
Guatti Albano
Udine 1950/ vivente
fotografia

carta/ stampa a colori
cm. 100 (la) 150 (a)
sec. XX (1994 - 1994)
n. 3686
Nel dicembre 2001 la Galleria d'Arte Moderna di Bologna ha organizzato, nella sede di Villa delle Rose, una rassegna fotografica dedicata all'artista Albano Guatti.
Il fotografo friulano, che ha sempre lavorato tra New York e Venezia, ha esposto alcune delle sue opere in otto stanze che rappresentano otto diversi momenti della sua carriera artistica, otto tappe della sua ricerca formale.
L'artista lavora in continuo movimento nei confronti della realtà che ci circonda e del proprio processo creativo; parte da una condizione instabile, di movimento e immortala senza una precisa logica luoghi, oggetti, momenti della vita quotidiana accumulando e sovrapponendo più verità bloccate nel loro divenire. La fotografia diviene mezzo per narrare la vita, nulla sfugge all'obbiettivo: miserie, malattie, le bellezze della natura.
A questi elementi il fotografo aggiunge il suo ingegno e la sua creatività costruendo immagini a grande effetto dimensionale, dilatando l'estensione del racconto e cogliendo la storia dei protagonisti.
Il visitatore della mostra da iniziale spettatore passivo viene rapito quasi inconsciamente nella realizzazione dell'opera, affascinato da particolari della vita d'ogni giorno che sfuggono all'occhio umano per apparente banalità.
In effetti la fotografia di Guatti riproduce un universo dei particolari (ad esempio gli oggetti di consumo delle nazioni ricche riciclate dai paesi poveri) trasformando la fotografia in uno strumento peculiare di documentazione.
Partito dalla ricerca del rapporto tra movimento e trasformazione dello spazio da un lato, e fotografia che fissa l'attimo dall'altro, il fotografo ha nelle varie fasi della sua carriera concluso sperimentazioni tutte diverse tra loro e dai risultati discontinui, rendendo talvolta spigolose e di difficile ricezione critica le sue opere.
Nonostante la diversità delle opere è possibile cogliere la coerenza e il legame concettuale che le unisce: la capacità e l'efficacia rappresentativa della fotografia e il suo costante confrontarsi col movimento.