tela/ pittura a olio
sec. XVIII (1737 - 1737)
La scena, su due registri, rappresenta la resurrezione di Cristo, ritratto nella parte superiore della tela mentre sale al cielo. Intorno a lui sono cherubini tra le nubi scure interrotte dalla forte luce emanata dal Risorto. Sul registro inferiore e in primo piano, i soldati addormentati e attoniti vengono colti di sorpresa dall'evento miracoloso.
Secondo quanto si ricava dai documenti dell'Ospedale di S. Rocco, il dipinto è commissionato nel 1737 dall'omonima confraternita, assieme ad un secondo raffigurante una "Adorazione di Pastori" (anch'essa conservata al Museo di Carpi con inventario 20 dep. ), all'artista mentovano Francesco Chiocchi, che percepisce 50 filippi per ciascuno dei due. La tela rimane nella chiesa di S. Rocco fino al 1771 quando, chiusa, viene trasferita in quella di S. Maria delle Grazie e di qui, nel 1939, al Museo.
Nel 1855, il dipinto, viene citato nella biografia del Chiocchi dal Campori, ma ben presto se ne perde il ricordo; tanto che nel 1949 Ragghianti, ignorando gli apporti documentari e archivistici, lo attribuisce a generica scuola boblognese seicentesca. L'attribuzione corretta a Francesco Chiocchi e la giusta identificazione del dipinto con quello citato dalle fonti è di Garuti (A. Garuti, 1978, p. 10). Francesco Chiocchi, artista mantovano, risulta particolarmente attivo nella zona della bassa reggiana e ha lasciato altre opere a Carpi, in Santa Maria delle Grazie e a Quartirolo.
In questo dipinto esprime tutta la sua cultura, sintesi di elementi emiliani, bolognesi e senz'altro veneti; Garuti fa notare come la "Resurrezione" risulti puntuale riferimento al dipinto di Giuseppe Maria Crespi, eseguito nel 1707 e ora al Raleigh North Carolina Museum of Art (A. Garuti, 1990, p. 73).