tela/ pittura a olio
sec. XVII (1650 - 1699)
Al centro della rappresentazione è ritratto San Lazzaro, vestito con la cotta bianca e una stola gialla, mentre porge la comunione ad un appestato adagiato su di un lettuccio e coperto ai fianchi da un drappo di colore verde scuro. A fianco, davanti a San Lazzaro, un altro uomo seminudo trasporta una coperta bianca a righe azzurre e un lenzuolo giallo; in primo piano, a sinistra, giace il cadavere di un appestato; sul fondo, nella penombra, altre figure di astanti che reggono torce. Nella parte superiore della tela, seduto su nubi scure, appare San Rocco in gloria, vestito di una tunica corta marrone e di una mantella nera.
L'opera è entrata a far parte delle raccolte civiche nel 1936, in seguito alla soppressione della Congregazione di Carità.
Realizzato per l'altare della cappella del civico Ospedale degli Infermi di Carpi, il dipinto è ricordato già dalle guide settecentesche come opera del modenese Sigismondo Caula (1637/ 1724). Nel 1842 viene spostato dalla collocazione originaria per essere depositato nelle soffitte dell'Ospedale: se ne perderà ben presto il ricordo e l'identità, al punto che, nel 1940, quando Ragghianti stende un primo censimento delle opere entrate nelle collezioni civiche, è attribuito a Camillo Procaccini, confondendolo con l'omonimo dipinto nella chiesa carpigiana di S. Bernardino. Il merito di averlo riconosciuto e restituito all'arte di Sigismondo Caula spetta ad Alfonso Garuti, che pubblica l'opera dopo i restauri (A. Garuti, 1976, p. 59).