tela/ pittura a olio
sec. XVIII (1740 - 1760)
La composizione inquadra un paesaggio prospetticamente definito da figure di viandanti con asino, in primo piano al centro, da alberi e rocce con edifici in secondo piano, e dal fiume che scorre fra le alture e costituisce il punto di fuga verso l'orizzonte.
La tela, come le tre seguenti nel numero d'inventario, è una recente acquisizione del Museo, perché scoperta casualmente nel 1974, durante i restauri della serie dei Ritratti della famiglia Pio: era stata, infatti, utilizzata come fodera di rinforzo a uno dei quattro ritratti di forma ovale dei Pio. Secondo Garuti (A. Garuti, 1976, pp. 124-125), il dipinto avrebbe subito l'impropria utilizzazione nella stessa casa dei Pio, da cui infatti proviene, per divenire proprietà del Comune di Carpi nel 1899 assieme ai ritratti stessi.
Si tratta di un genere paesaggistico estremamente decorativo e tipicamente "barocco", pur nello stile leggero e schiarito di colore già pienamente settecentesco. Garuti, che nel'76 pensa ad un artista locale o modenese, influenzato da esemplari veneti alla Marco Ricci e contemporaneamente ferraresi nell'ambito di Giuseppe Zola, arriva nel '86 ad attribuire questo e i seguenti tre dipinti analoghi al modenese Andrea Crespi, ritrattista e paesaggista, attivo a Modena intorno alla metà del '700. Il Crespi lavora a Carpi per numerose famiglie nobili, tra le quali, appunto, quella dei Pio di Savoia, specializzandosi in un genere pittorico allora particolarmente in voga e ricercato per le collezioni delle famiglie più illustri dell'epoca.