carta/ pittura a olio
sec. XIX (1870 - 1870)
Il dipinto viene donato al Museo dalla famiglia Govi di Carpi nel 1942 (in pendent con il "Ritratto di Maria Govi", n. inv. A/18). Ritrae Luigia Govi, esponente della nota famiglia borghese carpigiana, figlia di Teonesto e Cecilia Grossi, e apprezzata pianista.
Già citato dalla Guandalini (1966, p.29) nel catalogo della mostra su Albano Lugli dove figurava esposto, è riferito al periodo giovanile dell'artista da Garuti (1990, p. 122), probabilmente coevo al "Ritratto di Maria Govi" per motivi stilistici e quindi situabile attorno al 1870 (G. Martinelli Braglia, 1998, p.32). Insiste sulla palese intonazione toscana dell'opera la Martinelli Braglia, sia per la qualità della stesura pittorica a "macchie" di luce e ombra, sia per il timbro "domestico" dell'immagine di una donna colta nella sua quotidianità.