Musei Palazzo dei Pio
Piazza dei Martiri, 68
Carpi (MO)
Lugli Albano
1834/ 1914
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 35 (a) 31 (la)
sec. XIX (1870 - 1870)
n. A/ 3
La tela presenta in alcuni punti una crettatura ad andamento irregolare. Una cornice moderna in legno inquadra la tela.
Ritratto a 2/3 di giovane donna, seduta su di una sedia su cui è sistemato un drappo di seta rossa, con le braccia conserte sul grembo, lo sguardo assorto, il capo leggermente reclinato a destra. La donna dai capelli scuri raccolti dietro la nuca e l'incarnato roseo, indossa un abito nero con giacchino azzurro scuro chiuso da alamari gialli che si ripetono anche sui polsi e impreziosito dalla spilla ovale simile a un cammeo che chiude il colletto. A destra una tenda di colore verde marcio inquadra la rappresentazione: la parete di fondo è sfumata nelle tonalità del grigio-nocciola.

L'opera entra nelle collezioni del Museo nel 1920 in seguito alla donazione di Giuseppina Frignani Menotti.
Ritrae Luisa Menotti, appartenente alla famiglia carpigiana degli industriali del truciolo da cui era nato il patriota Ciro. La donna è raffigurata con grande semplicità, in atteggiamento colloquiale: i dati di costume che la identificano, come l'abito con gli alamari alla moda, la spilla, lo scialle, mostrano la sua appartenenza alla solida borghesia carpigiana della seconda metà dell'Ottocento.
Il dipinto, già presentato dalla Guandalini (G. Guandalini, 1966, p. 27) nel '66, è datato intorno al 1870 da Alfonso Garuti per il carattere prettamente accademico della resa formale e per gli abiti legati alla moda di quegli anni (A. Garuti, 1979, p. 29). Di recente la Martinelli Braglia ha ulteriormente sottolineato la sintonia dell'opera con episodi di Silvestro Lega come "La lettura", della metà degli anni '60 (Roma, proprietà privata) e il "Ritratto di Isolina Cecchini" del 1869 (Firenze, proprietà privata), nell'intonazione intimistica e nei modi macchiaioli di trattare il colore. Evidente risulta qui la maturazione della poetica del Lugli e il suo distacco dall'"entourage" modenese e dai canoni della ritrattistica ufficiale espressi da Adeodato Malatesta (G. Martinelli Braglia, 1998, p.33).