This paragraph should be hidden. idcardrel 7605 Zauli Sajani Edgardo
Zauli Sajani Edgardo1874/ 1944
tela/ applicazione su compensato/ pittura a olio
sec. XX (1921 - 1921)
L'opera insieme al coevo ritratto di Dante è senza dubbio particolare all'interno della produzione del Sajani, improntata ad un romanticismo "minore", per certi versi simile, ma meno teso al monumentalismo, a quello di Sartorio e De Carolis. La datazione proposta -1921- è da porsi in relazione all'anniversario della morte del poeta fiorentino. In questo caso Zauli Sajani giunge ad "avenaescenza dell'immagine, ectoplasma audacemente allungato, conservando tuttavia, come al suo limite o in filigrana, una larvata evidenza della forma". L'esigenza encomiastica porta l'artista ad esprimere quasi un'ansia del vago che rende sfuggente i contorni della figura e i colori un po' acidi e minerali rivelano una certa ammirazione per le modalità espressive del Simbolismo, seppure questa fu di breve durata. Sajani si avvicina anche al clima postimpressionista dei "Nabis" francesi, con i quali condivide un particolare divisionismo intimistico e borghese, anche se decisivo punto di riferimento rimane il Previati della produzione che "giunge ad un tipo di immagine che ha il carattere di pura visione di bellezza spirituale e di apparizione fuori dal tempo, filtrata attraverso memoria e spirito" (Viroli 1998).