tavola/ pittura a olio
sec. XVI (1563 - 1563)
Il biografo ed erudito forlivese Giorgio Viviano Marchesi (1726) riferisce che Francesco Menzocchi decorò, presso il Palazzo pubblico di Forlì, alcune sale e un atrio. Intorno ai muri di quest'ultimo dipinse le nove Muse e nella vecchia Sala del Consiglio, detta anche degli angeli, ritrasse su tavole i quatro fiumi che irrigano il Paradiso terrestre e nel mezzo "presso l'albero fatale tremanti, e quasi esanimi per il timore" Adamo ed Eva scacciati dal Paradiso. Quest'ultimo lavoro, andato perduto, era datato 1563. Dell'intero ciclo decorativo rimangono oggi solo le raffigurazioni di tre fiumi: oltre al Phison anche l'Eufrate e il Tigri. La quarta tavola, raffigurante il Gehon andò perduta agli inizi dell'Ottocento. I dipinti comunque rimasero nella sala fino al 1815. Queste opere risultano di particolare importanza, non solo quale tesimonianza di un ciclo decorativo andato perduto, ma anche perchè, parallelamente ad opere analoghe di Agresti, segnarono l'affermazione a Forlì del manierismo tosco-romano, in accezione vasariana. Le forme infatti, rileva Viroli (1980) si ritagliano in sagome siluettate in evidenza in superificie.