carta/ litografia
sec. XX (1920 - 1920)
Francesco Sapori, nella recensione alla XII Edizione della Biennale di Venezia, apparsa in "Emporium", scriveva: "Giuseppe Ugonia non ha mandato che due litografie a colori, lasciandoci col desiderio tanto queste sono squisite per sentimento e fattura". Una delle due opere era appunto "Il mandorlo della Torre", presentata insieme ad "Ave Maria". A testimonianza dell'impegno che occorreva a Ugonia per la realizzazione delle litografie, sono conservate presso il Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma, quattro prove di colore che danno un'idea della laboriosità dei processi di stampa con cui Ugonia procedeva. Già nel 1950 Orazio Toschi acquistò una litografia del "Mandorlo" per conto del Gabinetto di Roma. Presso il Museo Ugonia è invece conservato un disegno acquerellato, realizzato nello stesso anno (1920) della litografia, che non può essere considerato uno studio preparatorio, quanto piuttosto una "riflessione sul tema": nella litografia, infatti, il taglio compositivo è più preciso per via della diagonale che divide in due lo spazio, con l'accentuazione del mandorlo , sporto in avanti e nettamente offerto ad una visione dal basso. Di questa litografia sono stati individuati venticinque esemplari presso il Gabinetto Nazionale della Stampe di Roma, il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze.