Cimitero Monumentale di Tresigallo Tresignana






loc. Tresigallo
Tresignana (FE)
Posto a nord dell’abitato, all’estremo dell’asse prospettico che lo collega e lo mette in dialogo con la piazza fulcro dell’attività cittadina, il cimitero si trova alla fine di una via cinta in modo emblematico da filari di cipressi, che su entrambi i lati preludono all’ingresso nel luogo di memoria.
Il complesso, a pianta rettangolare, si articola all’interno di una cinta muraria esternamente decorata da un sobrio fregio. All’ingresso, un ampio portale a trifora apre il passaggio all’“Altra città” e nel contempo determina la chiusura del segmento urbano. Varcata la soglia, nei piedritti posteriori dell’arco maggiore due nicchie asimmetriche ospitano altrettanti bassorilievi dedicati alla “Madonna con Bambino”.
Al centro del complesso, sopraelevato rispetto al piano di calpestio e circondato da mura in travertino, si trova il monumento funebre dedicato alla famiglia Rossoni, e in particolare a Edmondo: il suo più illustre componente. All’interno, in marmo verde del Brasile, sono disposte le arche dei componenti della famiglia, idealmente ordinate attorno all’imponente braciere centrale, realizzato in rame su colonne trilobate. Su uno dei massi in travertino è riportata la scritta “Tarchi ideò” e “Bruni eseguì”, due identità prive di nome: la prima potrebbe assegnare la paternità dell’opera all’architetto fiorentino Ugo Tarchi.
Continuando sulla via principale del cimitero il percorso termina con una piccola cappella, posta all’estremo opposto rispetto all’ingresso. Sulla facciata una scultura di Enzo Nenci riprende l’immagine di un angelo dalle braccia aperte e dalle ali spiegate, in un gesto di umana accoglienza che si protrae in un gioco prospettico: nell’avvicinarsi a essa, la figura alata sembra abbassarsi verso terra, quasi ad accompagnare il viaggio dei defunti; nell’allontanarsene, invece, torna a svettare sul grande braciere e, simbolicamente, su tutto il cimitero.
Oltre a eternare la figura di Rossoni, l’opera di Nenci sembra volere occultare la cappella, quasi a ribadire l’intento di mitigare il ruolo della Chiesa assunto dal fascismo, che con i suoi rituali volle proporsi come nuovo credo laico: non a caso quello di Tresigallo è l’unico cimitero italiano che nella progettazione originale non contempla tra i simboli funerari l’utilizzo della croce.