Teatro Comunale di Carpi
capienza totale della sala 582 posti
1978-1981
Museo Civico Carpi, Archivio Guaitoli, f.83, 85, 105-108, 111, 198, 208, 436-483, 811, 813;
Museo Civico Carpi, 28 tavole progetto originale del teatro con varianti.
P. Guaitoli, Cronistoria del Nuovo teatro comunale di Carpi, in Ricordanze patrie, miscellanea di notizie carpigiane, Carpi 1884-1885;
P. Guaitoli, Cronistoria del nuovo teatro comunale di Carpi nel biennio 1886-1887, Carpi 1888;
Giornale d'arte, cinquanternario del teatro comunale di Carpi 1861-1911, Carpi 1911;
Celebrazioni del centenario del Teatro Comunale di Carpi 1861-1961, Carpi 1961;
voce: Carpi di Bonisconti in Enciclopedia dello Spettacolo, 1975, III, p. 95;
M. Tafuri, Teatri e scenografie, Milano 1976, pp.150-151;
G. Ghirardini, La costruzione del teatro per l'unità d'Italia, in Materiali per la storia urbana a Carpi, Carpi 1977;
La dimensione teatrale a Carpi dal XIII al XIX secolo, a cura di R. Benzi e M. Bizzoccoli, Carpi 1981;
Teatri storici in Emilia-Romagna, a cura di S. M. Bondoni, Bologna 1982, pp. 202-204;
Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di L. Bortolotti, Bologna 1995, p. 134-136;
G.Conti, Lo spettacolo come evento del mondo, in M.Lodi, Il Teatro… , Carpi 2011, p. 120;
G.Gnoli, Restaurare il teatro. Linee d’intervento degli ultimi trent’anni, in M.Lodi, Il Teatro …, Carpi 2011, p. 35-36;
S.Gozzi, Il teatro e la parola. La prosa al Comunale, in M.Lodi, Il Teatro… , Carpi 2011, p. 65-67;
S.Gozzi, Il velo prezioso. Orfeo affascina la natura, in M.Lodi, Il Teatro… , Carpi 2011, p. 81-83;
C.Guaitoli, Musica classica e pubblico nuovo. I Concerti Aperitivo, in M.Lodi, Il Teatro… , Carpi 2011, p. 98;
M.Lodi, Genesi di un sogno. I luoghi segreti della macchina scenica, in M.Lodi, Il Teatro… , Carpi 2011, p. 113-114;
M.Lodi, Il Teatro Comunale di Carpi nel 150° dell’inaugurazione e dell’Unità d’Italia, Carpi 2011;
G.Marchesi, La lirica al teatro di Carpi fra Otto e Novecento, in M.Lodi, Il Teatro… , Carpi 2011, p. 49-59;
M.Rossi, “Le salon de la ville”. Dagli spazi di corte al teatro pubblico di Carpi, in M. Lodi, Il Teatro… , Carpi 2011, p. 17-33;
M.Rovatti et al., Dietro le quinte. Lavoro e passione, in M.Lodi, Il Teatro… , Carpi 2011, p. 143-144.
Carpi (MO)
La Società dei palchettisti, di cui si è detto e che con rogito del 1856 si era impegnata ad assumersi l'onere delle spese, incaricò Claudio Rossi, professore della scuola di disegno, esponente con Cesare Costa della corrente neoclassica modenese. Rossi presentò due progetti, la commissione scelse quello più tradizionale, “in linea con l’immagine neoclassica del teatro-tempio consueta ai primi dell'Ottocento (si pensi al Regio di Parma)” (cit. Farioli in Teatri … 1982, p. 203). Venne scartato il disegno più sperimentale ed eclettico di gusto neorinascimentale ottocentesco.
Per la costruzione del nuovo teatro venne scelto uno spazio di proprietà del Comune sito tra il Torrione degli Spagnoli e Palazzo Sacchetti sede del Municipio. Un’area semivuota in relativo degrado, dove permanevano resti delle fortificazioni trecentesche della Cittadella, che vennero demolite. La realizzazione del teatro era dunque l’occasione per riqualificare una centralissima area urbana. A Carlo Susan vene dato incarico di realizzare il Giardino Pubblico sul retro, a cornice del nuovo teatro “pensato come nuovo luogo di identità della moderna città che stava sviluppandosi” mantenendo tuttavia al suo interno alcuni elementi simbolo dell’antica Carpi. (cit. Rossi 2011, p.27). Completato da una teoria di busti con personaggi importanti della città delimitandone lo spazio ed esaltando il ruolo del teatro.
Nel marzo 1857 si diede avvio ai lavori che terminarono quattro anni dopo con l'inaugurazione dell'11 agosto 1861 per la fiera di San Bartolomeo con l’opera Rigoletto di Giuseppe Verdi.
Un pronao aggettante su gradini di pietra, poggiato su quattro colonne doriche e coronato da un ampio timpano, caratterizza fortemente la facciata del nuovo teatro. Sopra di esso, in corrispondenza della cavea, più arretrato, si alza un 'sottofrontone' con un finestrone semicircolare decorato in rilievo dalla figura allegorica della Musica e dell'Arte Drammatica. Nel 1860 divenuti insostenibili i costi di realizzazione, la Società cedette i diritti all'Amministrazione Comunale che ne acquisì la proprietà. anche se l'impegno della Società palchettisti fu ugualmente ricordato nella facciata dove si legge "Societas erexit MDCCCLVIII. Dall'atrio interno di forma ellittica e decorato con stucchi dorati, si accede ai servizi di biglietteria, guardaroba e bar e alla sala dello spettacolo. La pianta della platea è a ferro di cavallo con 22 palchi al primo ordine, 22 al secondo e 24 al terzo (un tempo dotati di retropalco), un palco reale e un loggione. La platea, con pavimento in legno recentemente rinnovato, contiene circa 500 persone.
La società dei Palchettisti fu ricordata anche nelle decorazioni di Ferdinando Manzini che ritrasse le fattezze dei Soci nei medaglioni dei parapetti dei palchi.
Di Giuseppe Ugolini, che decorò il soffitto della platea con le figure della Musica, Poesia, Prosa e Danza, si conserva anche un progetto decorativo con nove Muse simile alla decorazione da lui eseguita per il secondo Atrio del Municipale di Reggio. Anche il bel sipario decorato con le Muse e Orfeo che incita la Natura è opera di Ugolini. Il palcoscenico, di notevoli dimensioni, è corredato da arcoscenico dalla morbida curvatura semiellittica decorato da eleganti stucchi e con orologio sorretto da due putti al centro. Numerose sono le sale di servizio tra le quali una sala per gli scenografi e diciassette camerini per gli attori. Albano Lugli decorò le sovrapporte del foyer situato sopra l'atrio di ingresso, con copie tratte dalle figure femminili di Correggio. In una saletta attigua con camino si riuniva la 'Società del Casino' che organizzava mostre, conferenze, incontri culturali.
Un primo restauro fu eseguito nel 1939 e nel 1978-1981 il Comune curò un importante progetto di ristrutturazione e consolidamento.
Il teatro è stato danneggiato dal terremoto del maggio 2012 ed è rimasto chiuso per oltre un anno. Ha riaperto, dopo i necessari interventi di recupero e restauro, alla fine del novembre 2013 con uno straordinario concerto di Uto Ughi, avviando un'intensa stagione di spettacoli. (Caterina Spada - Lidia Bortolotti)
Work began in March 1857 and ended four years later; the theatre was inaugurated on 11 August 1861. A pronao supported by stone steps jutted out, resting on four Doric columns and crowned by a wide tympanum, gives the façade its distinctive appearance. Above it – at the same level as the auditorium – and set further back, there is an ‘under-pediment’ with a semicircular window decorated with relief showing the allegorical images of Music and the Dramatic Arts. In 1860, when building costs became unsustainable, the Society ceded its rights to the municipal administration, who purchased the building; the boxholders’ contribution was acknowledged on the façade, which reads "Societas erexit MDCCCLVIII." A garden behind the theatre and a series of busts depicting illustrious townspeople marks the theatre’s borders and highlights its role within the town. The elliptical interior atrium, with its golden stuccos, leads to the ticket office, cloakroom, and bar, as well as to the main hall. The horseshoe-shaped main floor has 22 boxes on the first order, 22 on the second, 24 on the third (the boxes formerly had a backstage area), a royal box, and a gallery. The recently renovated wooden main floor had a capacity of about 500. The boxholders’ society was also acknowledged in Fernando Manzini’s decorations, which featured the likenesses of the society’s members depicted on medallions on the boxes’ parapets.
Giuseppe Ugolini decorated the main floor’s ceiling with figures depicting Music, Poetry, Prose, and Dance; for the second Atrium of Reggio Emilia’s Teatro Municipale he also designed a project with nine muses. The stage curtain was also decorated by Ugolini, and depicts Orpheus inciting Nature. Unfortunately the large stage, with its proscenium and clock, was rebuilt out of concrete. There are numerous service rooms, including one for scenographers, and seventeen dressing rooms for actors. Albano Lugli decorated the overdoors of the foyer located above the entrance atrium with copies from Correggio’s feminine figures. The Società del Casino, which organized exhibitions, conferences, and cultural meetings, met in an adjacent room, which featured a fireplace.
An initial restoration effort took place in 1939, and a more ambitious restoration and consolidation project was carried out by the municipal administration in 1978-1981.
(Caterina Spada)