Alberi monumentali
Via Rusticana, 7
Pieve di Cento (BO)
albero singolo
Famiglia: Salicaceae
Provvedimento di tutela
Albero monumentale d'Italia D.M. n. 5450 del 19-12-2017D.P.G.R. 139/21 n. 010/G643/BO/08
Le foto aeree del 1954 mostrano nell’area interessata, la presenza di almeno 10 pioppi neri, tra cui anche i due ora oggetto della tutela. Solo questa coppia è rimasta in piedi; la prima pianta sul bordo della capezzagna di accesso ai campi perpendicolare a via Rusticana; la seconda, quella descritta in questa scheda, radicata nel bel mezzo di un campo; è lecito domandarsi la ragione di questa fortunata sopravvivenza: la sorte degli alberi così posizionati, di intralcio per la lavorazione dei campi, è stata quasi sempre segnata dall’epilogo dell’abbattimento. In questo caso beneficiamo di un esempio felice in controtendenza. Nella campagna pievese il pioppo nero, chiamato comunemente “fiopa”, è sempre stato presente come albero d’alto fusto isolato, spesso utilizzato per individuare il confine tra le diverse proprietà. Dal Medioevo fino agli anni ’50 del secolo scorso, il pioppo nero era molto comune e il tronco veniva spesso utilizzato per costruire le travi dei tetti e dei solai delle case di campagna con smussature denominate “ad uso fiume”, ossia scortecciate su quattro lati con sezione costante dalla testa alla punta e angoli arrotondati, per ottenere una maggiore resistenza al fuoco. Il pioppo è legato al mito di Fetonte. Figlio del Sole (Elio), Ovidio ci racconta che ottenne dal padre il permesso di guidare il carro solare dall’alba al tramonto. Giovane e inesperto, avvicinò il carro troppo alla Terra incendiandone il suolo; il padre in preda all’ira, colpì il carro con un fulmine e fece cadere Fetonte nelle acque del fiume Eridano (identificato con il Po), dove annegò. Il pianto delle sorelle, le Eliadi, che ne raccolsero il corpo, fu talmente disperato che Elio le tramutò in pioppi allineati lungo le sponde del fiume. Le loro lacrime si trasformarono in ambra.