
carta/ stampa fotografica
cm 600 (la) 300 (a)
sec. XXI (2018 - 2018)
In "Supervision" Irene Fenara riflette sull’estetica della sorveglianza, della supervisione e del controllo, che si concretizza grazie ai dispositivi che ne inquadrano la visione amplificata, dove l’annebbiamento della vista e la cecità dei dispositivi mettono in dubbio l’essenza dell’immagine stessa. Le immagini, che spesso non sono chiare e sono sporcate da una serie di errori, come un ostacolo davanti all’obiettivo, un difetto di risoluzione o un’evidente alterazione cromatica, restituiscono a distanza un'unica forma, decisamente macchiata a livello cromatico, che ingombra paratatticamente in diagonale tutta l'opera a guisa di sipario teatrale. (APL)