
Regio VIII. Luoghi, uomini, percorsi dell'età romana in Emilia-Romagna
San Giovanni in Persiceto
Aspasia
2006
pp. 381-383
Roma
L'Erma di Bretschneider
2004
Sesto Fiorentino
All'insegna del Giglio
2003
Il Tesoro nel pozzo. Pozzi-deposito e tesaurizzazioni nell'antica Emilia
Modena
Panini
1994
Materiali per una storia di Concordia sulla Secchia, dall'età romana al Medioevo
Concordia sulla Secchia
1993
1992
Modena dalle origini all'anno Mille. Studi di archeologia e storia
Modena
Franco Cosimo Panini Editore
1988
schede 1,4-11, 15
Modena
Panini
1984
Modena
Panini
1984
Ricerche archeologiche nel carpigiano. Carpi - Sala degli stemmi del castello dei Pio. 16 dicembre 1984/ 31 gennaio 1985
Modena
Edizioni Panini
1984
Modena
Panini
1983
1983
insediamento sparso
secc. II a.C./ V d.C.
Di questa ripartizione rimangono sul terreno numerose tracce (canalizzazioni, limiti poderali, strade), talora piuttosto evidenti come nel caso del cardine attorno al quale si è sviluppata la città di Carpi.
La stessa denominazione di Limidi (comune di Soliera) deriva dal termine limes/limites che fa riferimento ad uno degli elementi della ripartizione centuriale.
Alcuni dei complessi insediativi maggiori sono stati sottoposti a campagne di scavo archeologico che ne hanno messo in evidenza strutture, periodo di utilizzo, dotazioni e arredi.
A Carpi, loc. Budrione, si è indagato il settore rustico di una villa costituito da una serie di ambienti pavimentati in mattoni e cocciopesto, uno dei quali adibito certamente all'immagazzinamento di prodotti agricoli in grandi dolii: si ritiene trattarsi di una produzione vinicola destinata, viste le quantità, non al consumo interno, ma alla commercializzazione. Edificata in età repubblicana, la villa fu abitata senza soluzione di continuità sino al II sec. d.C. Dopo un periodo di abbandono, venne parzialmente ripristinata e rioccupata nel IV e V sec. d.C.
Sempre a Carpi, nel sito di Santa Croce è stata effettuata una parziale esplorazione di un’altra villa collocabile tra il periodo repubblicano e la tarda età imperiale, dotata di ambienti di rappresentanza e contraddistinta dall'attività di un’officina metallurgica per la lavorazione del ferro. Nella stessa località si dislocava, presumibilmente lungo una strada di una certa importanza, una delle necropoli maggiori rinvenute nel Carpigiano. Rimasta a lungo in uso, ebbe carattere certamente monumentale vista la presenza di materiali lapidei forse relativi ad un sepolcro a dado e di due leoni funerari oggi dispersi.
Dal medesimo ambito territoriale si segnala ancora, per il suo pregio, consono all'arredo di una villa caratterizzata da un certo “lusso”, la testina in marmo bianco, ornamento di una fontana o di un ninfeo, dalla villa della Savana di Cibeno, sito della famosa terramara dell’età del Bronzo.
Altre ville si distribuiscono nella zona di Soliera. Quella scoperta nel secolo scorso lungo via Serrasina ha restituito ambienti pavimentati in mosaici bianchi e neri, in mattoni, in opus spicatum e alcuni elementi marmorei di rivestimento parietale e di ornamento architettonico. L’edificio pare costruito in età tardo-repubblicana e ristrutturato nel II sec. d.C.
Consistenti tracce di popolamento si addensano, infine, intorno a Ganaceto ove vengono segnalati una villa che ha avuto una continuità abitativa dal II sec. a.C. fino al IV-V sec. d.C., ma anche reperti lapidei riferibili ad un monumento sepolcrale a dado e iscrizioni funerarie facenti parte di una necropoli probabilmente collegata all'insediamento rustico.
La presenza di un reticolo centuriale a settentrione di Carpi e Soliera non perfettamente allineato con quello compreso fra Secchia e Tresinaro viene ritenuto una prova a favore dell’esistenza qui di un altro municipio, da ricercarsi fra quelli citati da Plinio, ma ancora sconosciuti. Una recente proposta avanza il nome del municipio dei Padinates che doveva collocarsi nei pressi del Po e che vari elementi indiziari sembrerebbero riportare in quest’area.