stampa tipografica
sec. XX (1935 - 1936)
Fa parte di una collezione di 48 cartoline illustrate di diversi editori e disegnatori riguardanti i reparti nazionali e coloniali. Durante il fascismo la cartolina venne sfruttata come strumento di penetrazione capillare, infatti con la guerra di Etiopia il regime collaudò il funzionamento di un sistema di propaganda di massa integrale. Questa propaganda era sotto il controllo diretto del Ministero per la Cultura Popolare che bandì tutte le forme di estrosità e di sovvertimenti futuristi che pure avevano contribuito a scrivere pagine importanti in quest'arte. Gli artisti impegnati in queste opere furono i vari Boccasile, Tafuri, Pisani che coniugarono lo stile realistico con una retorica piena di elementi simbolici ed allegorici. Vero e proprio manifesto da tasca, la cartolina diventò strumento di persuasione parte integrante di una campagna propagandistica, insieme all'affissione di manifesti, alla pubblicazione di articoli di stampa, alla propagazione di servizi radiofonici e cinematografici.