Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)
Malatesta Adeodato
1806/ 1891
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 86 (la) 119 (a)
sec. XIX (1859 - 1859)
n. 498
Documenti recenti hanno consentito di chiarire che il dipinto e il suo pendant, pervennero in Museo nel 1931 dopo che il Municipio di Modena
li acquistò dal fallimento Bonacini, comprendente anche un’opera di Narciso
Malatesta e una variante dei Novellieri del Boccaccio di Antonio Simonazzi prima di allora conservati nella villa Bonacini di Casinalbo. La notizia ha quindi consentito di correggere quanto affermato in precedenza secondo cui l’opera sarebbe una donazione della signora Virginia Lotti vedova Alberici. Il dipinto, firmato e datato 1859, raffigura Pietro Bonacini (Modena, 1806-1861), importante personaggio della vita culturale ed economica della città intorno alla metà del secolo. Arricchitosi con il commercio del legname e la costruzione delle prime linee ferroviarie, Bonacini diede impulso alla vita artistica cittadina elargendo importanti commissioni tra le quali si ricordano la costruzione della propria dimora su disegno dell’architetto Cesare Costa e la partecipazione alla realizzazione del Cimitero di San Cataldo. Il gentiluomo modenese si distinse soprattutto in qualità di impresario teatrale, gestendo tra il 1852 ed il 1857 l’appalto del Teatro Comunale. Il ritratto del gentiluomo, posto di tre quarti, scandisce insieme al suo pendant, il Ritratto di Maria Canelli Bonacini moglie di Pietro, una fase matura della produzione ritrattistica del Malatesta. L’artista proietta i due coniugi su un’ambientazione architettonica dalle quali si intravedono vedute
paesaggistiche, dove l’esplicito richiamo agli schemi compositivi neo cinquecenteschi si accorda alla consapevole apertura verso nuove cadenze stilistiche di taglio europeo che vedono nella ritrattistica inglese e in Reynolds in particolare, soprattutto per l’apertura sul paesaggio, un sicuro riferimento. Nel ritratto in esame la capigliatura congiunta alla barba, mette in particolare risalto il volto dal vivido e rubicondo incarnato dell’effigiato che è abbigliato con sobria eleganza: l’abito nero lascia intravedere il bruno del gilet di velluto, dove riluce la candida camicia