Piazza Luigi Carlo Farini
Piazza Luigi Carlo Farini
Ravenna (RA)
Bucci Giannantonio
1925/ 2001
monumento commemorativo
monumento a Luigi Carlo Farini

marmo/ scultura
cm.
sec. XX (1995 - 1995)
Su un basamento rotondo, in cui si legge la dedica A / LUIGI CARLO FARINI / GLI ITALIANI, si trova la statua che ritrae Luigi Carlo Farini seduto, nell’atto di strappare il foglio che ha tra le mani, nel momento in cui riceve la notizia del trattato di Villafranca.

«Il cannone tuonò, squarciossi tosto, cadendo, il velame; e apparve tutta la sua maestà, con fiera espressione dell’occhio, col magnanimo dispetto delle labbra corrugate, col vulso spiegazzare della fatal carta fra le dita rattratte, la statua colossale di Luigi Carlo, attegiata a mestizia e ira, in quel grande momento istorico della pace di Villafranca».
Con queste parole dal tono epico fu descritto l’istante dell’inaugurazione del monumento a Luigi Carlo Farini. Si compiva così quell’intreccio tra glorie nazionali e locali, il 9 giugno 1878, con la visione della statua scolpita dal ravennate Enrico Pazzi.
Nel 1866, a poca distanza dalla morte di Farini, a Firenze si venne a costituire un comitato che aveva come scopo la realizzazione di un monumento che celebrasse e onorasse la memoria dello statista che aveva ricoperto anche il delicato incarico di Dittatore dell’Emilia.
In questo comitato, che prese il nome di Consiglio Esecutivo pel monumento a Carlo Farini, era presente anche Gioacchino Rasponi in veste di segretario; una delle prime delibere fu quella di aprire una sottoscrizione pubblica che ebbe fin da subito un riscontro felicissimo tanto da conferire l’incarico a Enrico Pazzi già nel 1872.
Dopo alcune modifiche al progetto iniziale il Pazzi presentò un terzo bozzetto alla Commissione che decise per la sua realizzazione. Pazzi per la statua aveva voluto privilegiare la reazione orgogliosa dello statista ritraendolo seduto «nel momento in cui ricevuta notizia dell’infausto trattato di Villafranca, l’animo suo si ribella alle dure condizioni imposte… Egli, infatti, ha fra le mani un foglio che lacera con moto sdegnoso come scattando dalla sedia sulla quale si trova», così descritto il giorno dell’inaugurazione.
Nel 1876 la statua era conclusa e Pazzi inviò l’opera finita a Ravenna. Restava ora da prendere la decisione circa il luogo della sua collocazione; il comitato promotore suggerì il piazzale di fronte alla stazione, suggerimento che venne accolto dall’Amministrazione comunale che diede mandato all’ingegnere Romolo Conti per il risanamento dell’area. Innalzato il monumento su di una base quadrata, venne fatta scolpire nella specchiatura principale un’iscrizione dettata dall’ottuagenario Filippo Mordani. Per l’inaugurazione, che fu un vero e proprio evento di carattere nazionale, l’ingegner Romolo Conti aveva predisposto affinché tutta l’area fosse illuminata anche durante le ore notturne e affinché fossero costruiti due padiglioni per ospitare, in uno, la banda musicale mentre l’altro sarebbe servito da tribuna d’onore che vide tra i suoi ospiti Benedetto Cairoli, allora presidente del Consiglio dei Ministri, Zanardelli ministro dell’Interno nonché Alfredo Baccarini ministro dei Lavori Pubblici, oltre a numerose autorità.
Le feste in onore di Luigi Carlo Farini furono aperte con salve di cannone; quindi prese la parola Benedetto Cairoli il quale, in rappresentanza del governo, fece un discorso commemorativo, cui seguirono le parole di Domenico Farini figlio dello statista che ebbe a dire, in elogio della statua, «Oh... mio Pazzi...! tu hai ridonato la vita a mio padre!». Per l’occasione fu fatta coniare una medaglia incisa da Luigi Gori di Firenze su disegno dello stesso Enrico Pazzi; di questa medaglia ne furono coniati due esemplari in oro da donarsi a Umberto I e a Domenico Farini mentre altre venti in argento vennero consegnate alle autorità convenute all’inaugurazione e altre trecento destinate agli ospiti giunti da tutta Italia.
La giornata si svolse con una serie di appuntamenti e spettacoli che videro il loro apice verso sera quando la piazza della stazione fu illuminata da numerosi lampioni montati per l’occasione e per lo spettacolo di fuochi d’artificio che fu offerto agli invitati e ai ravennati. Le cerimonie a Farini ebbero un seguito anche il giorno successivo quando furono tumulati i suoi resti mortali nell’avello di famiglia nel cimitero di Russi; anche in quell’occasione fu inaugurato un monumento funebre realizzato con il bozzetto finale di Enrico Pazzi per la statua ravennate.
La statua di Luigi Carlo Farini rimase sul piazzale della stazione ferroviaria di Ravenna fino alla notte del 4 settembre 1944 quando centinaia di bombe aeree furono sganciate sulla città causando morti e distruzione; alcuni di questi ordigni caddero in prossimità della statua del Pazzi mandandola in frantumi. Si riuscì a recuperare, seppur danneggiata, la testa della statua che il capostazione Riccardo Lanzoni consegnò al Comune di Russi. Dopo cinquant’anni dalla sua distruzione, nel 1995 si costituì un Comitato per il restauro di opere risorgimentali che conferì incarico allo scultore ravennate Giannantonio Bucci di innalzare il monumento che oggi vediamo. Per questa operazione Bucci utilizzò il modello originale del Pazzi conservato nella tomba di famiglia dei Farini, così da realizzare una copia il più fedele possibile all’originale modificandone solo alcuni particolari.