Si tratta della parte cava di una zanna d'elefante (per reperibiltà all'epoca dell'esecuzione si potrebbe dedurre che fosse africano piuttosto che indiano) dello spessore di ca. 6-12mm alla base e di ca. 7-10mm alla sommità.
Lungo il bordo superiore si notano alterazioni di colore causate da un filo di ferro sottile ancora presente nella profondità dell'intaglio. L'ossidazione del ferro e la conseguente formazione di ruggine sono penetrate nell'avorio tingendolo di marrone scuro. La pisside è divisa in quattro parti di larghezze diverse (11,5cm, 4,4cm, 8,3cm, 17cm esterno- base). Mancano alcuni elementi dell'intaglio, soprattutto nelle parti più sporgenti ( braccio del fauno, zampa della leonessa, muso del leone, parte posteriore del cane, piede del cavaliere, zampa del cervo clava del centauro, mano e punta del piede di Orfeo). Un altro danno è causato dal taglio della base eseguito in modo imperfetto. Sono presenti fori (ca. 24) praticati in maniera irregolare sulla superficie esterna e interna.
-incollaggio delle singole parti con la colla K 60 (reversibile in acetone, applicabile e resistente anche in spessori piccoli). Per rassicurare ulteriormente la tenuta fra i frammenti sono state applicate delle "graffette" in osso composte da due perni appoggiati tramite colla nei fori già esistenti e tenuti insieme da una tavoletta liscia, incollata anch'essa sempre con K60. Il trattamento della superficie dopo la pulitura è stato studiato con attenzione: l'avorio si presentava molto impoverito, secco, di conseguenza è stato nutrito utilizzando olio di mandorla steso a pennello.