Chiesa del Buon Pastore
viale Umberto I, via G. Rossa
Reggio Emilia (RE)
Manfredini Enea progetto
1916/ 2008



Notizie storiche: progetto e costruzione
Se la chiesa di S. Paolo e dell’ospedale di Reggio (...) si pongono come caposaldi dell’edilizia liturgica postconciliare, la chiesa del Buon Pastore si pone, con grande anticipo, come centro parrocchiale integrato (...). Il grande spazio assembleare è in connessione (...) con presbiterio, cappella del Santissimo, sagrestia, penitenzeria e sala delle grandi adunanze che si pone quale cerniera e filtro tra spazio sacro e profano. Infatti oltre la sala, ci sono le aule per il catechismo, l’alloggio per i sacerdoti, ecc. Dal sagrato (...) esterno si dipartono due percorsi: uno (...) che organizza nella chiesa e dentro la chiesa le attività che in essa si devono svolgere; l’altro che dall’esterno lambisce un fianco della struttura, sale e si dilata in una prima piazzetta, poi si contrae per salire di nuovo e aprirsi in un “largo” più ampio da cui si è risucchiati e proiettati in un ulteriore spazio esterno per le rappresentazioni e la vita di relazione del centro parrocchiale sulla copertura vera e propria della chiesa. Si tratta di un organismo complesso in cui spazio esterno e interno sono fortemente integrati e intrecciati pur nel rigoroso rispetto delle parti e delle funzioni. All’interno lo spazio sacro è fortemente connotato dalla particolare configurazione della copertura che risponde all’esigenza compositiva di calibrare la qualità di un unico spazio architettonico lungo la sua fascia preferenziale di percorrenza, e si pone come reinterpretazione della biblica “scala di Giacobbe”, scandita vigorosamente dalle travi portanti della copertura. L’edificio è completamente in calcestruzzo a vista sia all’esterno che all’interno.

fonte: da Marco Dasso, Chiesa del Buon Pastore: percorso come una “scala di Giacobbe”, “L’architettura: Cronache e storia”, n. 4, aprile 1988, p. 269 Fonte immagini: Foto b/n, Mibact - Architetture del secondo '900 - AEM

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