Unità residenziale di Porta Castello
viale Umberto I
viale Timavo
Reggio Emilia (RE)
Manfredini Enea progetto
1916/ 2008



Notizie storiche: progetto e costruzione
Non si comprenderebbe quest’opera accurata, inibita e calcolata di Manfredini senza un continuo riferimento urbanistico. E' un lavoro equilibrato, totalmente alieno da esibizionismi. Si trattava di risolvere un nodo stradale con un programma non entusiasmante (sedici appartamenti e nove negozi). Manfredini ha creato una piazzetta pubblica, collegando mediante un classico portico (riferibile al portico della chiesa dei Servi a Bologna) i due nuovi edifici realizzati. L’attacco alla preesistenza è conseguito a filo, con terrazzi aperti. I portici, la piazzetta, gli spazi sono il sostegno strutturale di questa idea. Nata dalla impostazione urbanistica e sviluppata nella distribuzione planimetrica e architettonica, la fisionomia del lavoro trova nei materiali, nelle tecniche costruttive e nel loro linguaggio espressivo la sutura pressoché inevitabile; i rapporti tra edificio e ambiente, tra casa e città, si qualificano, si individuano non in astratto, ma nel materiale. Quanto è stato realizzato trova una giustificazione sociale e acquisisce realtà e valore urbanistico-architettonico ben delineati solo se si considera in funzione di quei materiali, usati in quel modo. L’opera si è ambientata immediatamente: pare sia sempre esistita; e questo è dovuto alla visibile concessione del privato allo spazio pubblico, al pubblico decoro e utilità. I cittadini sostano già in una piazzetta che sentono propria. Gli edifici sono in cemento armato a vista colorato con inerti del Mincio e con una superficie esterna martellinata con bocciardatura profonda.

fonte: da Renato Pedio, Case per la città di Enea Manfredini: umanità razionalista, “L’architettura: Cronache e storia”, n. 289, novembre 1979, p. 638

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