via Indipendenza 7
Bologna (BO)
1938
Gresleri Glauco progetto
1930/ 2016
Trebbi Giorgio progetto
1926/2002
Scolozzi Franco (progetto)
Il Cardinale lo indicò come luogo della sua sepoltura.
Le indagini archeologiche condotte preliminarmente al progetto nei sotterranei romanici della cattedrale misero in evidenza una quantità di reperti dell’antica chiesa bolognese e le modalità strutturali dell’organismo realizzato da Domenico Tibaldi a sostegno dell’imponente abside della Chiesa (1575). Una rigorosa attenzione al recupero degli elementi architettonici originali ha portato gli architetti al reimpiego delle antiche pietre di scavo come componenti essenziali del progetto moderno. Sono reperti archeologici la grande pietra della mensa e il suo sostegno, il materiale appena sgrossato con cui è stato progettato il “calvario” destinato ad accogliere nella sua base il tabernacolo opera di Costantino Ruggeri. L’insieme si struttura dunque come supporto del gruppo del crocifisso di epoca ottoniana relegato in un altare secondario della vecchia cripta. Le antiche sculture lignee furono amputate in epoca imprecisata delle gambe della Vergine e di S. Giovanni. Si è quindi optato per una loro ricollocazione “in quota” su apposite mensole di acciaio brunito senza false aggiunte di restauro. Il gruppo scultoreo di eccezionale valore riacquista in tal modo tutta la drammatica significanza liturgica della sua funzione originaria. Il presbiterio “proiettato” sull’assemblea, la schola, la presidenza, e il gruppo del Lombardi (che trova qui una collocazione in sintonia liturgica) venivano a completare un progetto voluto da Lercaro che, per metodologie operative, indicasse le procedure delle future attuazioni rigenerative degli spazi liturgici.
A seguito dei “restauri” alla Cattedrale avvenuti negli anni ’90, la Cripta fu prima chiusa al pubblico, poi privata del gruppo scultoreo ottoniano e della Pietà del Lombardi. Alla sua morte le spoglie del Cardinale Lercaro furono murate in uno dei pilastri della chiesa seicentesca.