porcellana con coperta
sec. XVIII (1748 - 1750)
Da un modello di riferimento di età ellenistica conservato alla Galleria di Firenze (oggi Galleria degli Uffizi). Le forme si devono a Niccola Kinderman, un esperto formatore, che, attorno al 1770, lavora agli Uffizi nella copia di alcune statue antiche commissionate da Anton Raphael Mengs (1728-1779) e Gaetano Traballesi, scultore fiorentino attivo tra il 1747 ed il 1762 che ha restaurato la statua del “Bacco” del Sansovino (1486-1570) a seguito dell'incendio della Galleria di Firenze del 12 agosto 1762; vengono eseguite nel 1747, forse direttamente dall' originale del periodo ellenistico.
Il gesso, probabilmente quello originale ancora oggi conservato nello stabilimento Richard Ginori a Sesto Fiorentino, è alto 117 centimetri e non doveva servire per realizzare le forme (BALLERI 2014, p. 270, cat. 157-157 I-157 II). Carlo Ginori (1702-1757), inoltre, affida al Kinderman ed al Traballesi la predisposizione di tre importanti forme di statue di grandezza “quasi naturale”: “Amore e Psiche”, appunto, il “Ganimede e l'Aquila”, oggi al Musee Jacquemart-Andrè a Parigi (inv. n. 863), e “la Venerina”, o la “Venere della Conchiglia”, o, ancor più precisamente, “Afrodite accovacciata” al bagno, che si prepara a ricevere l'acqua sulla schiena del Victoria and Albert Museum a Londra (inv. n. 5423-1859).
A Doccia era uso comune eseguire anche le grandi sculture in più dimensioni (A. Biancalana, in Emanuele d'Azeglio 2016, pp. 84-85, cat. 28) e questo avviene anche per Amore e Psiche, tanto che nella fabbrica se ne trova una forma di circa 31 centimetri (BALLERI 2014, pp. 397-398, cat. 339); non si segnalano ad oggi, però, sculture di dimensioni inferiori a quella dei gruppi oggi conosciuti. Anche tra i documenti vi sono numerosi riferimenti ad Amore e Psiche ed alle statue, o gruppi, di grandezza "mezzo naturale"; nel noto "Inventario della Fabbrica delle Porcellane e Maioliche di Doccia fatto il dì 11 Luglio 1757 per il dj 30 Aprile 1757" (AGL, I, 2, f. 37, Fabbrica delle Porcellane di Doccia. Scritture e Documenti, fascicolo 6, pp. div.) a pagina 1 si trovano "3 Gruppi di statue di mezza grand.zza a £ 150 = 450"; a pagina 19, poi, nel “Magazzino delle Porcellane” è collocato "1 Gruppo di Amore e Psiche detto[mezzo naturale] a £. 150". Nell'altro inventario coevo, quello dei magazzini di Livorno, in via delle Galere, si riporta: "N. 1 Detto [gruppo] rappresentante L'amore, e Psiche di grandezza quasi naturale Zecchini dodici. 169" (AGL, I, 2, f. 37, Fabbrica delle Porcellane di Doccia. Scritture e Documenti, fascicolo 7, p. 23).
Se ne conoscono tre esemplari: uno al Museo Richard Ginori della Porcellana di Doccia (inv. n. 19), il secondo al Musee National de Ceramique di Sèvres (inv. n. MNC27679) e questo del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.
Le differenze tra il modello di riferimento in marmo e le tre sculture (con leggere differenze nella posizione) che oggi possiamo osservare non sono molte e si limitano all'assenza nel marmo del panneggio che, in maniera appena diversa, è visibile nelle tre porcellane e dei bracciali, presenti solo nell'esemplare del Museo Richard Ginori; proprio questi sono assenti nelle altre due porcellane.
La fabbrica di Doccia, poi, esegue anche altri gruppi che raffigurano "Amore e Psiche"; uno ripreso da Massimiliano Soldani Benzi (1656-1740), documentato (LANKHEIT 1982, tav. 117) anche nell'importante Inventario delle Forme come “Gruppo di Amore e Psiche. Del Soldani. Forma doppia” (AGL, I, 2, f. 37, Fabbrica delle Porcellane di Doccia. Scritture e documenti, fascicolo 22, p. 3), ed altro (LANKHEIT 1982, tav. 122) da Giovan Battista Foggini (1652-1725); anche questo è riportato tra le Forme: "N°17 Gruppo di Amore, e Psiche. Del Foggini" (ibidem, p. 4).
Vincenzo Foggini (1700 circa-post 1755), fra l'altro, il 5 novembre 1748 viene pagato “per gettiti di tre gruppi di cera rossa” ed uno di questi è “un gruppo di Amore e Psiche” (AGL, VIII, 2, Marchese Carlo Andrea Ginori. Conti e Ricevute. 1746 – 1749, senza carta): si tratta, molto probabilmente, di uno di questi ultimi due,
La manifattura Ginori, quasi perseguisse un preciso scopo ed avesse una chiara impostazione filologica, riproduce in porcellana a grandezza naturale o “quasi naturale” le sculture presenti in Galleria di Firenze: la Venere dei Medici, i Lottatori, Amore e Psiche, il Fauno Danzante e la Venere seduta (che si cava la spina). Non ritengo che questo fosse legato semplicemente al piacere della riscoperta dell'antico, ad uno spiccato gusto antiquario, per altro presente, ma si inquadrasse nel ben più ampio e profondo disegno di Carlo Ginori ((1701-1757) che tendeva a fare della porcellana un mezzo per riaffermare i valori e le capacità della città di Firenze che, con la scomparsa della famiglia Medici nel 1737 con Gian Gastone e, pochi anni dopo, con Maria Luisa. aveva perso quella centralità culturale che le era stata propria per alcuni secoli. La porcellana, dunque, non mero oggetto di uso, ma espressione artistica di grande spessore
Bibliografia di confronto:
G. LIVERANI, Il museo delle porcellane di Doccia, Milano 1967, tav. VI;
G. BATINI, L'Amico della Ceramica, Firenze 1974, p. 146;
K. LANKHEIT, Die Modellsammlung der Porzellanmanufaktur Doccia, Monaco di Baviera 1982;
R. MONTI (a cura di), La manifattura Richard Ginori di Doccia, Milano/Roma 1988, pp. 176-177, cat. 19;
- A. d'Agliano, in Settecento Europeo e Barocco Toscano nelle porcellane di Carlo Ginori a Doccia, catalogo della Mostra Galleria Lukacs & Donath a Roma, 16 novembre - 7 dicembre 1996, a cura di A. d'Agliano, Roma 1996, pp. 82-83, cat.56;
G. Mancini, in Porcellane Italiane della Collezione del Museo di Doccia. L'antica Manifattura Richard-Ginori di Sesto Fiorentino, Catalogo della mostra Shigaraki-chō, The Shigaraki Ceramic Cultural Park. The Museum of Contemporary Ceramic Art, 18 marzo - 20 maggio 2001 / Tokyo, Metropolitan Teien Art Museum, 16 giugno - 19 agosto 2001, a cura Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, Giappone 2001, p. 57;
L. Melegati, in Barocker Luxus Porzellan, catalogo della Mostra Lichtenstein Museum a Vienna, a cura di J. Kraeftner/ A. d’Agliano/ C. Lehner-Jobst, 9 novembre 2005 – 29 gennaio 2006, Monaco di Baviera 2005, pp. 339-340, cat. 254;
A. BIANCALANA, Porcellane e maioliche a Doccia. La fabbrica dei marchesi Ginori. I primi cento anni, Firenze 2009;
R. BALLERI, Modelli della manifattura Ginori a Doccia. Settecento e gusto antiquario, Roma 2014, pp. 397-398, cat. 339;
A. Biancalana, in Emanuele d'Azeglio. Il collezionismo come passione, catalogo della Mostra Museo Civico di Palazzo Madama a Torino, a cura di C. Maritano, 2 dicembre 2016 - 6 marzo 2017, Cinisello Balsamo 2016, pp. 84-85, cat. 28.