La Sezione Progetto dà avvio alla sua storia nello CSAC alla fine degli anni Settanta, quando alle numerose esposizioni di arte, di fotografia e di media realizzate da Arturo Carlo Quintavalle e dal suo staff all’interno dell’ Istituto di Storia dell’Arte dell’ Università di Parma dal 1968 in avanti, si aggiungono nel 1979 le mostre allestite nel Salone delle Scuderie nel Palazzo della Pilotta: la mostra monografica di Bruno Munari, seguita dalle esposizioni dedicate ai designer Alberto Rosselli e Enzo Mari, inaugurate rispettivamente nel 1981 e nel 1983; i cataloghi delle esposizioni usciti in occasione delle esposizioni (Bruno Munari, Stile Industria: Alberto Rosselli e Enzo Mari) presentano la schedatura completa delle opere conservate negli archivi oltre a una ampia scelta di riproduzioni; i volumi sono introdotti da saggi di G. C. Argan, E.K. Koenig e A.C. Quintavalle che aprono il dibattito sulla centralità del progetto, sulla possibilità della raccolta e sulla modalità di conservazione degli archivi del progetto.
Nel 1980, dopo la mostra di Bruno Munari, si inaugura l’allora denominato Dipartimento Progetto (oggi Sezione) nel Salone dei Contrafforti che conserva l’iniziale nucleo del “Museo del design”, gli archivi di design, prevalentemente di area milanese, tra cui ricordiamo, oltre a quelli già citati, gli archivi di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, di Afra e Tobia Scarpa, di Mario Bellini, di Roberto Sambonet.
In occasione della apertura del Dipartimento Progetto si tiene a Parma, nella sede dello CSAC nel Palazzo della Pilotta, il 23 e 24 ottobre 1980 un importante convegno a cui partecipano architetti, designer, critici e storici dell’arte i cui interventi sono pubblicati negli atti del convegno usciti nel 1983 dal titolo Il disegno dell’architettura Incontri lavoro, con l’ introduzione, dell’allora Presidente del Centro, Giulio Carlo Argan.
Ad arricchire ulteriormente la Sezione Progetto si aggiungono negli anni Ottanta i fondi dei progettisti appartenenti all’area dei movimenti Radicali (Fondo Sottsass jr., Fondo Archizoom Associati, Fondo Andrea Branzi) che nei primi anni settanta sovvertono, in Italia, le regole della progettazione e applicano alla architettura le medesime coordinate del design e viceversa.

La Sezione Progetto, dopo oltre trent’anni di raccolte e di studi, comprende oggi un centinaio di fondi di architettura, di urbanistica, di progettazione di interni e di design dell’oggetto; tra questi almeno ventisette archivi possono essere considerati propriamente “archivi di design”, in quanto comprendono progetti di design di oggetti, di allestimenti e di arredamenti di interni. La critica dell’architettura nella prima metà del Novecento, ha sancito la unità della progettazione con la emblematica definizione di Ernesto Nathan Rogers al XIII congresso dell’ICSID (International Council of Societies of Industrial Design ) nel 1952: “dal cucchiaio alla città” che non ci permette più di differenziare la progettazione dell’oggetto da quella dell’ architettura e dell’urbanistica; è progettazione qualunque sia la scala o la tipologia del progetto; in archivio la catalogazione impone regole, limitazioni e campi che ci permettono di studiare e rendere fruibili i fondi, ma gli “archivi di design”, sebbene raggruppati in un unicum, il design, devono comunque essere studiati nelle interazioni tra i progetti anche di diversi generi e nei rapporti tra gli autori, designer, architetti o urbanisti.

Gli “archivi di design”, quasi tutti donati allo CSAC negli anni Ottanta, sono stati riordinati secondo le indicazioni degli autori e dei collaboratori di studio che hanno seguito la realizzazione dei progetti e mantenuto la originaria ripartizione dei lavori, seguendo la sequenza temporale “dallo schizzo al prototipo” e restituendo quindi alla catalogazione finale in archivio la originaria natura metodologica in uso negli studi di progettazione milanese e in generale italiani di quegli anni, seguendo criteri catalografici allora in corso, ma ora ampiamente superati dalla tecnologia informatica.

È oggi in corso allo CSAC un programma triennale di catalogazione (2016/18) che prevede la completa revisione dei dati non omogenei e la successiva immissione dei dati nell’applicativo Samira, in uso in tutti i musei dell’Ateneo parmense.
La schedatura prevede la immissione di Schede Progetto e di Schede Singolo, dipendenti e correlate tra loro in sequenza logica dal “progetto alla singola opera”, seguendo la scheda proposta da ICCD del Ministero dei Beni Culturali.

Per i motivi sopra riportati la scheda Nucleo CSAC nel progetto di IBACN, fornisce i dati essenziali dei ventisette fondi di design dello CSAC propriamente detti, ma rimanda al sito dello CSAC (<a href="http://www.csacparma.it" rel="nofollow" title="Apri collegamento esterno">http://www.csacparma.it</a>), alle Schede Fondo dei singoli archivi (<a href="http://samha207.unipr.it/samira/loadcard.do"; rel="nofollow" title="Apri collegamento esterno">http://samha207.unipr.it/samira/loadcard.do<;/a>) della intera Sezione Progetto e alla catalogazione per progetto e per singola opera in Samira.

Le schede Fondo degli archivi conservati allo CSAC, reperibili in Samira, offrono agli studiosi i dati essenziali relativi all’autore e alla attività professionale, i dati completi per la identificazione e la morfologia del fondo, la entità e la consistenza dei materiali posseduti e consultabili in loco; oltre a campi che completano la comprensione e aiutano la ricerca come il campo riproduzioni, bibliografia, archivi correlati e a altri campi, non visibili dall’esterno come il campo esposizioni, prestiti, inventario e gestione amministrativa visibili solo agli addetti ai lavori.


ARCHIVI DESIGNERS


Archizoom Associati
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Il gruppo Archizoom Associati nasce dalla collaborazione degli architetti Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello e Massimo Morozzi ai quali si aggiungono nel 1968 Lucia e Dario Bartolini. Il fondo comprende i progetti datati dal 1963 al 1974 (anno in cui il gruppo si scioglie) tra cui i disegni per l’allestimento della mostra Superarchitettura (Pistoia 1967), per il Centro di cospirazione eclettica esposto alla XIV Triennale nel 1968, per Italy: the New Domestic Landscape, la mostra sul design italiano allestita al MOMA di New York nel 1972, per I Gazebi, per i divani Superonda e Safari prodotti da Poltronova, per Dressing design, per No stop city, il progetto di sistema metropolitano diffuso e continuo a sviluppo orizzontale e verticale. Il fondo presenta anche i progetti relativi all’ attività del gruppo più strettamente professionale relativi a allestimenti, design di oggetti, ristrutturazioni, concorsi e progettazione di edifici.
Fanno parte del fondo due ambienti tridimensionali del progetto No-Stop City (No-Stop Theather e No-Stop City) che ricostruiscono gli ambienti simbolo della città utopica (il campeggio e il teatro), gli abiti e gli accessori del Dressing design realizzati con tecniche e tessuti artigianali da Lucia Bartolini che nel gruppo si è occupata del sistema della moda in rapporto al design e al tema della città utopica.
Fanno parte del fondo anche i progetti (disegni e plastici) relativi alle tesi di Laurea discusse all’Università di Firenze negli anni 60 dagli esponenti del gruppo allora studenti.


Bellini Mario
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Il fondo Bellini consta di decine di progetti datati dal 1960 al 1978 nell’ ambito della progettazione industriale. Tra questi citiamo i progetti per la Rinascente di cui Bellini è responsabile per il design del Settore Sviluppo, i progetti per la Olivetti con cui collabora dal 1963, in qualità di consulente per il disegno industriale delle macchine da ufficio ( le calcolatrici Divisumma 18 (1973), la serie delle macchine calcolatrici scriventi Logos 50/60, le macchine da scrivere Lettera del 1975, le macchine elettroniche ET e ETS, le macchine elettroniche portatili Praxis del 1982). Il fondo comprende inoltre i disegni progettuali per apparecchi televisivi realizzati per la Brionvega, per la quale realizza modelli e prototipi dal 1976 al 1984 e per la Cassina, per la quale progetta, tra il 1975 ed il 1976, serie di imbottiti, di tavoli e di mobili di grande successo e diffusione. Anche il fondo Brionvega, donato allo CSAC dal proprietario della azienda Ennio Brion, presenta numerosi prototipi e oggetti in produzione progettati da Mario Bellini.


Bioli Enzo
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Il fondo Bioli consta di dipinti su tela e tavola, sculture, bozzetti e disegni per oggetti, manifesti e locandine e oggetti in ceramica oltre a documentazione varia, relativa alla sua attività di grafico, di designer e di pittore che consta di numerose fotografie, corrispondenza, riviste e stampati inerenti alla sua attività.
Bioli inizia negli anni Cinquanta la attività professionale a Parma come pittore, ma anche e soprattutto come grafico, scenografo, designer e ceramista. A Parma apre un laboratorio di produzione di oggetti per la casa, per la tavola e multipli d’arte in ceramica, Il Picchio e sempre in città, si dedica con grande impegno civile e morale alla vita politica e culturale della città. La sua produzione, vasta come tipologie di produzione e vasta come fonti e riferimenti culturali, a livello nazionale ed internazionale, ha rappresentato per la città un esempio di progettista di grande dirittura morale e di profonda conoscenza della storia dell’arte che spazia dalla pittura alla grafica, alla fotografia, al design. Il fondo particolarmente ricco di opere di tutti i periodi e di tutti gli ambiti, è stato donato da Enzo Bioli a Arturo Carlo Quintavalle, suo personale amico e critico di tante sue esposizioni.


Boeri Cini
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Il fondo Cini Boeri (Cini Boeri Associati negli anni Ottanta) comprende decine di progetti di architettura, design di oggetti, arredamento di interni, allestimenti di negozi ed esposizioni che comprendono schizzi, disegni esecutivi, copie eliografiche e materiale documentario inerente i singoli progetti come lettere, appunti, stampati ed estratti di riviste.
I progetti di design sono numerosissimi e datati dagli inizi della carriera sino agli ultimi anni Noventa e sono relativi a oggetti prodotti dalle più importanti aziende italiane del settore: Kartell, Knoll International, Molteni, Arflex, Artemide, Citterio, Rosenthal. Fanno parte del fondo anche numerosi progetti mai entrati in produzione. Sono conservati in archivio anche alcuni plastici di architetture e modelli di oggetti.
Sono consultabili nel Fondo Boeri anche alcuni progetti di architettura realizzati in collaborazione con il figlio Architetto Stefano Boeri.
Parte dell’archivio relativo ai primi anni duemila è stato acquisito dall’archivio di recente e non sono ancora consultabili, perché in fase di catalogazione.



Branzi Andrea
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Andrea Branzi, architetto, designer e teorico, dal 1964 al 1974 fa parte del gruppo Archizoom Associati, il primo gruppo italiano di avanguardia radicale noto in campo internazionale.
Il fondo Branzi consta di progetti datati dal 1964 al 1998, realizzati nello studio privato aperto a Milano nel 1973 dopo lo scioglimento del gruppo Archizoom Associati, con cui il progettista lavora sin dagli anni dell’Università. Sono conservati nel fondo Branzi anche alcuni progetti firmati “Archizoom Associati”, tra cui, particolarmente rare, le tavole originali a china pubblicate sulla rivista Domus nel 1971 del progetto per la città utopica No Stop City.
Il fondo presenta, oltre al materiale progettuale cartaceo, schizzi e disegni esecutivi, modelli e maquette relativi ai progetti quali Gli insediamenti residenziali a Sesto fiorentino degli anni Noventa, Le strutture per il tempo libero a Prato, ricostruzione del modello presentato per la tesi di laurea all’Università di Firenze del 1966, il Concorso per i giardini di Porta Nuova a Milano del 2004 e le Porcellane e lampade Les Treilles per Bernardaut del 2010.
Il fondo Branzi comprende anche l'archivio documentario che conserva la corrispondenza, le relazioni, le fotografie, gli stampati relativi ai progetti e alla attività di ricerca, didattica e fino ai primi anni Duemila.

Archivio Brionvega
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La azienda Brionvega viene fondata nel 1945 e produce sin dagli inizi apparecchi radiofonici e televisivi; si specializza poi nei settori dell’elettronica radiotelevisiva e della telefonia cellulare. Negli anni Sessanta si avvale per la progettazione della collaborazione di designer di fama internazionale, come Franco Albini, Hannes Wettstein, Sergio Asti, Mario Bellini, Richard Sapper, Marco Zanuso, Achille e Pier Giacomo Castiglioni ed Ettore Sottsass e produce modelli di apparecchi radio e televisori di grande successo divenuti esempi del design industriale italiano, esposti nei musei di tutto il mondo. Tra i prodotti più famosi ricordiamo la radio TS502, i televisori portatili Algol 11 e Doney 14, lo stereo RR126 che oggi sono conservati nel fondo Brionvega. La famiglia Brion é proprietaria dell'azienda fino al 1992, anno in cui viene acquisita dalla Séleco. Nel 1989 Ennio Brion, ultimo proprietario della Brionvega, prima della cessione da parte della famiglia dell’azienda, dona allo CSAC migliaia di materiali progettuali tra bozzetti, disegni, disegni esecutivi, copie eliografiche e radex , prototipi e oggetti in produzione . Nel 2004 Andrea Rosetti, un tecnico e collezionista milanese dona all’archivio decine di opere tra oggetti e cataloghi pubblicitari originali a completamento del fondo Brionvega. Il fondo consta principalmente dei disegni tecnici riguardanti la tecnologia e le componenti interne degli apparecchi, ma anche di schizzi e disegni esecutivi riguardanti il design degli apparecchi e di alcuni rari bozzetti a tempera per la grafica della azienda, in particolare di manifesti pubblicitari per la, allora denominata, ditta Vega datati 1952 e firmati dai grafici “Ferrante”, “Rebagliati”, “Pallini” e dallo “Studio Scandiani”.

Castiglioni, Achille e Pier Giacomo
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Achille e Pier Giacomo Castiglioni, architetti e designer milanesi, nel 1944 aprono a Milano il primo studio Castiglioni con il fratello Livio; dopo la rottura con Livio, Achille e Pier Giacomo si dedicano alla realizzazione di progetti di urbanistica, architettura e product-design, fino alla morte di Pier Giacomo avvenuta nel 1978. Achille nel 1979 dona l’intero archivio dello studio allo CSAC.
Il fondo consta di schizzi, disegni e disegni esecutivi relativi ai prodotti realizzati per Kartell, Zanotta, Flos, Bernini, Siemens, Knoll, Poggi, Lancia, Ideal Standard, Arflex, Alessi. Sono parte importante del fondo anche i progetti per gli allestimenti per le fiere e le esposizioni a Milano e in Italia, realizzati soprattutto nei decenni fine anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta tra cui ricordiamo per l’ importanza e l’ unicità dei materiali conservati, i Padiglioni per la RAI, i Padiglioni per la Montecatini alle Fiere di Milano, i Padiglioni per le Fiere Internazionali a Parigi, gli allestimenti alle Triennali di Milano e le importanti esposizioni Vie d’acqua da Milano al mare a Palazzo Reale e a Milano nel 1963 e La casa abitata a Palazzo Strozzi a Firenze nel 1965.
Completano il fondo le schede progetto originali dell’archivio dello Studio di Achille e Pier Giacomo con i dati e le fotografie originali degli allestimenti, degli arredamenti, dei prototipi e degli oggetti prodotti realizzate da importanti fotografi milanese. Completano il fondo una importante selezione di oggetti e prototipi provenienti dallo studio Castiglioni.

Archivio Danese
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La azienda Danese rappresenta una progetto, unico in Italia che ha saputo coniugare design, artigianato e arte: una proficua contaminazione disciplinare il cui esito, già evidente a partire dagli anni Sessanta, diventa ancora più evidente con gli anni Ottanta, quando il “nuovo artigianato” di Alchimia e Memphis, indica una nuova via di sviluppo per l’artigianato e il design contemporaneo. Nella Danese sono presenti già dalla fine degli anni Cinquanta alcune caratteristiche del design italiano, comuni alla maggior parte delle aziende di settore, dalla produzione in serie alla ricerca espressiva, dalla sperimentazione sui materiali al rapporto diretto con i designer, alla qualità del prodotto; la particolarità della ditta milanese sta proprio nello stretto rapporto tra due culture differenti, la cultura d’impresa e di progetto che vedono nella produzione di design il medesimo obiettivo.
L’archivio Danese conservato allo CSAC conserva oggetti prodotti, giochi didattici per l’infanzia e multipli d’arte progettati da Bruno Munari e Enzo Mari, prodotti dagli anni cinquanta fino al 1982, anno in cui è stata effettuata la seconda donazione allo CSAC.
Le opere prodotte edite da Danese completano, con gli oggetti in produzione, l’iter progettuale di Munari e Mari, i cui archivi sono conservati interamente o in parte allo CSAC con migliaia di pezzi tra schizzi, disegni e disegni esecutivi.
Le donazioni di Bruno e Jaqueline Danese sono rese possibili dall’intervento di Bruno Munari e Enzo Mari che hanno voluto completare i loro archivi allo CSAC con gli oggetti realizzati da Danese.

Gardella Ignazio
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Il fondo Ignazio Gardella consta di decine di migliaia di materiali progettuali tra schizzi, disegni, disegni esecutivi, copie eliografiche, radex e materiali documentari, relativi a 974 progetti realizzati dal 1928 al 1998; di un archivio di documenti di studio inerenti i progetti realizzati (corrispondenza con committenti, imprese e collaboratori, carte amministrative, appunti, schizzi e stampati); di un archivio di documentazione amministrativa e di studio, non inerente i progetti, tra cui appunti relativi alla attività didattica, materiale per convegni, documentazione mostre, curriculum vitae; della biblioteca e emeroteca privata inerente la sua attività di architetto e designer; fa parte del fondo un importante archivio fotografico di lastre e negativi originali realizzati dai migliori studi fotografici del periodo tra cui ricordiamo il fotografo Giorgio Casati; le immagini riproducono i disegni esecutivi, ma anche le architetture realizzate a lavori terminati. I progetti di design di oggetti e arredi, di arredamenti, di alllestimenti museali e fieristici tra quelli conservati allo CSAC sono quasi un centinaio e rappresentano nella vicenda dell’architetto Gardella, soprattutto architetto e urbanista, una parte di notevole interesse nella vicenda del design italiano.
La prima parte dell’ archivio è stato depositato e legalmente donato dall’architetto Ignazio Gardella nel 1981 mentre la seconda parte, a completamento del primo lascito è stata depositata, dal 2002 in diversi momenti dal figlio Architetto Jacopo Gardella insieme agli altri eredi; ad oggi la donazione legale della seconda parte è in fase di definizione da parte degli eredi.
Fa parte del fondo anche lo archivio completo delle opere del padre di Ignazio, Architetto Arnaldo Gardella; i progetti conservati nel fondo, in parte realizzati negli ultimi anni in collaborazione con lo Ing. Martini e con Ignazio, sono datati dal 1911 al 1928 (anno della sua morte).
A Oleggio, nella villa di famiglia, è aperto al pubblico lo Archivio Storico Gardella Oleggio che conserva i documenti storici e archivistici di quattro generazioni di architetti e artisti e la biblioteca appartenenti alla famiglia. Lo archivio, catalogato dalla nipote Federica Pagnacco, è aperto al pubblico su appuntamento.

Mari Enzo
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Il fondo Mari comprende opere databili a partire dalla metà degli anni Cinquanta, quando sceglie di occuparsi oltre che di arte e di "ricerca estetica”, anche di progettazione, di grafica e di design. Per la complessità disciplinare della sua attività il lavoro di Mari è stato studiato e analizzato da progettisti, studiosi e storici dell'arte come Max Bill, Pierre Restany, Alessandro Mendini, Giovanni Klaus Koenig, Vittorio Gregotti oltre che in primis da Arturo Carlo Quintavalle che nel 1983 nel saggio introduttivo al catalogo della mostra di Parma organizzata dallo CSAC, pone le basi per la rilettura critica del lavoro di Enzo Mari nel contesto dell'arte e del design milanese. Il volume analizza i progetti di Mari nel loro percorso progettuale, nella costruzione storica della ricerca e nello sviluppo concettuale, dall’idea allo schizzo, sino all’oggetto in produzione.
L'archivio è donato allo CSAC dall'autore in tre diversi momenti: nel 1977 quando CSAC è archivio solo di arte e fotografia, tre opere d’arte; nel 1978 quando nasce l’archivio del progetto, gli schizzi e i disegni progettuali e infine nel 1988 la sezione dell'archivio più recente, a completamento delle precedenti donazioni, comprendente disegni, stampati, ma anche libri, giochi didattici e oggetti in produzione. Un numero consistente di oggetti disegnati da Mari vengono donati allo CSAC da Bruno e Jaqueline Danese, di cui è consultabile la scheda Fondo.

Mendini Alessandro
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Il fondo Mendini comprende schizzi, bozzetti, collage, ma anche stampati, dattiloscritti, manoscritti, ritagli stampa, fotografie di happening e altro materiale di lavoro relativo alla attività di progettista, grafico, designer e teorico. Fa parte del fondo un grosso nucleo di disegni satirici, a matita, china e carboncino, datati dai primi anni Cinquanta che dimostrano come Mendini, architetto di formazione, attinga anche dalla pittura e dalla satira, dimostrando una vena ironica che caratterizza sempre la sua attività di progettista e di teorico. Parte dei materiali, quelli forse di maggior interesse per la critica, sono legati al periodo in cui Mendini assume la direzione di Casabella dal 1970 al 1976, quando cessa la sua collaborazione con lo studio Nizzoli Associati e inizia sulle pagine della rivista, a rifondare le modalità di lavoro del progettista e il significato stesso del fare design, partecipando in maniera molto attiva agli avvenimenti più significativi del movimento detto Controdesign in Italia. Sono conservati in archivio gli schizzi e gli stampati delle copertine, le illustrazioni e i testi più significativi apparsi sulla rivista in quegli anni che hanno determinato, grazie all’apporto teorico e progettuale di Mendini insieme agli altri esponenti dei gruppi radicali, la critica alla professione del progettista in Italia.
Sono conservati nel fondo Mendini 7 raccoglitori ad anelli con buste in plastica contenenti disegni, stampati e fotografie, intitolati da lui Archivio morto e organizzati in ordine cronologico dal 1950 al 1975, a documentare la attività professionale di grafico, progettista e teorico.

Menghi Roberto
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Il fondo Menghi consta ad oggi, di centinaia di progetti di architettura, allestimenti e design che conservano migliaia di opere tra disegni esecutivi, schizzi, modelli e maquette datati dal 1946 al 2002.
Le opere sono donate dall’autore con atto notarile in due momenti: una prima donazione è stata effettuata nel 1982; una seconda donazione nel 1989; la terza donazione è stata depositata allo CSAC a completamento delle precedenti, dopo la morte dell’architetto avvenuta nel 2006, dalla figlia Veronica che ne ha effettuato un primo riordino e un video sulla sua attività conservato in archivio . Il lascito comprende, oltre ai disegni progettuali, una importante collezione di fotografie e negativi, realizzata in gran parte dall’architetto Menghi, ottimo fotografo, nel corso della sua carriera che documentano viaggi di studio e di lavoro, la sua attività di progettista, le architetture realizzate e gli oggetti prodotti. Il fondo comprende anche una importante raccolta riviste, inserti, ritagli stampa che presentano le opere di Menghi, pubblicate nelle più importanti riviste del settore italiane e straniere.

Munari Bruno
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Il fondo Munari conservato allo CSAC, oltre al materiale progettuale relativo a progetti realizzati di oggetti e opere d’arte, comprende materiali di studio e di lavoro inerenti alle ricerche intraprese da Munari nel corso della sua carriera di artista e di designer e documentano l’ attività di uno dei più eclettici protagonisti del design italiano.
Sin dagli esordi negli anni Trenta Munari dedica la propria attività creativa alla sperimentazione e alla didattica, con attenzione particolare per il mondo dei bambini e dei loro giochi. Le sue ricerche nei campi della pittura, scultura, design, fotografia e didattica attraversano le diverse poetiche artistiche di quegli anni, seguendo però sempre la sua personalissima idea di design.
Parallelamente ai progetti editoriali, in particolare libri per l'infanzia e al design, Munari si dedica incessantemente alla produzione artistica, tanto da rendere labile e non riconoscibile la linea di demarcazione tra arte e progetto. Appartengono a quest’epoca le Macchine inutili, i Negativi-Positivi, le Sculture da viaggio e i Libri illeggibili.
Negli ultimi anni in occasione del centenario della nascita, a partire dall'ottobre 2007 l'editore Corraini promuove il lavoro di Bruno Munari con numerose mostre e pubblicazioni in Italia e all'estero. Il fondo è donato in tre occasioni dall'autore; la prima donazione del 1977 riguarda un Disegno di macchina inutile del 1947; la seconda del 1978 e la terza del 1979 si riferiscono ai disegni e agli schizzi relativi alle ricerche effettuate dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, i progetti per le Xerografie, per i Libri illeggibili, per le Sculture da viaggio, per progetti di grafica, copertine e manifesti.


Neagle Richard
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Richard Neagle, nasce in Ohio (USA) nel 1922 e inizia la sua attività di progettista a Philadelphia nel 1949; nel 1958 si trasferisce in Italia dove apre uno studio a Milano; in seguito si trasferisce a Lucca dove resterà sino alla morte.
Il fondo Neagle è allo CSAC donato dal designer nel 2003; l’archivio consta di progetti di design e arredamento datati dal 1949 al 2000 che comprendono migliaia di materiali progettuali tra disegni, bozzetti, schizzi, fotografie, diapositive e negativi, stampati, dattiloscritti e manoscritti, maquette, prototipi e oggetti in produzione. Il fondo comprende anche un importante regesto fotografico raccolto in album dal designer, diviso cronologicamente e per progetto relativo a tutto il materiale conservato allo CSAC; l’elaborato rappresenta un utile strumento di comprensione dell’attività progettuale del designer e di analisi dei materiali conservati in archivio.

Nizzoli Marcello
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Il fondo Nizzoli raccoglie varie tipologie di materiali che documentano la vastità della attività professionale del progettista, come cartellonista, scenografo e artista nei primi anni della sua attività, come designer negli anni seguenti con la Olivetti, come architetto e designer nello studio Nizzoli Associati dal 1965.
Il fondo consta di album di disegni, disegni e schizzi sciolti, oli su tela, sculture in metallo, stoffe ricamate, tessuti di seta e in panno lenci con figure geometriche, spolveri e carte disegnate relative al primo periodo in cui Nizzoli si dedica in prevalenza alla attività pittorica e grafica. Ben documentata è la parte di archivio relativa al la attività di progettista dagli anni dal Trenta al Sessanta: disegni esecutivi, copie eliografiche, schizzi, oggetti e maquette oltre a documentazione, stampati, lastre e fotografie. Il fondo è incrementato dalle donazioni successive effettuate dai collaboratori Architetti Mario Oliveri e Antonio Susini, che riguardano prevalentemente i progetti realizzati da Nizzoli nello studio Nizzoli Associati dal 1965 al 1969, ma anche i progetti e le opere d’arte realizzati da Marcello Nizzoli stesso provenienti dal suo archivio personale, conservato nello studio.
Lo CSAC conserva anche l’intero archivio della Nizzoli Associati che documenta la attività progettuale dello studio dal 1965 al 1971 e il fondo Oliveri che conserva i materiali progettuali dello Studio Nizzoli dal 1972 al 1993 e dello Studio Nizzoli Architettura dal 1995 agli anni 2000.

Nizzoli Associati
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Dopo la collaborazione con Marcello Nizzoli dal 1948 al 1963, Gian Mario Oliveri, con gli architetti Viola, Mendini, Susini e Bolocan , fonda il gruppo di progettazione Nizzoli Associati che continua ad operare, con diversi collaboratori sino agli anni Duemila. Lo studio progetta con le metodologie progettuali iniziata da Marcello Nizzoli, e definite da Oliveri in uno scritto come "architettura=Edificio+decorazione". Il fondo Nizzoli Associati conserva progetti di architetture come le Case per dipendenti e gli Uffici Italsider a Taranto,il Villaggio turistico ai laghi Alimini, la Sede dell'editoriale Domus a Rozzano, ma anche i progetti di oggetti di design per Safnat, Agip, Stilnovo, Zucchetti, Laverda oltre a numerosi progetti presentati a concorsi in Italia e all’estero.
Nel 1983 Mario Oliveri ed Antonio Susini donano allo CSAC l'archivio degli studi Nizzoli-Oliveri, Nizzoli Associati, Studio Nizzoli e altri materiali facenti parte dell'archivio personale di Mario Oliveri.


Ponti Giò
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Il fondo Ponti consta di migliaia di materiali progettuali appartenenti ai progetti realizzati da Gio Ponti e dallo studio Ponti negli anni tra il 1921 e il 1977: schizzi, disegni e disegni esecutivi, plastici e maquette di presentazione finale del progetto o materiali di lavoro e di studio. I materiali progettuali, disegni esecutivi su lucido, copie eliografiche, radex, disegni e schizzi, nonché stampati, corrispondenza e documenti relativi all’attività dello studio, sono conservati in cartelle, buste e suddivisi in progetti secondo l’ ordinamento cronologico originario dello Studio Ponti.
Architetto, ma anche designer nel 1923 inizia la collaborazione con la Richard Ginori e nel 1928, fonda la rivista Domus che dirige, tranne la parentesi degli anni 1941-1947, fino agli anni Settanta. È membro del direttorio della IV e V Triennale e nel 1936 è chiamato ad insegnare Interni, arredamento e decorazione alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, incarico che mantiene sino al 1961. Nel 1941 fonda la rivista Stile, la cui pubblicazione termina nel 1947. Nell’ambito del design collabora con la ditta Cassina di Meda, la Knoll, la Singer e Altamira. Nel 1952 costituisce con l’architetto Alberto Rosselli, architetto ma soprattutto industrial designer, lo studio Ponti-Fornaroli-Rosselli e continua la sua intensa attività professionale nel campo dell’industrial design. Il Fondo Ponti conserva inoltre, per il periodo di collaborazione dai primi anni Cinquanta e fino al 1970 numerosi progetti che hanno visto Rosselli progettista o collaboratore nello studio P.F.R. e che non sono presenti nel fondo Rosselli.


Pozzi Ambrogio
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Il fondo Pozzi consta di numerosi progetti di design con migliaia di opere progettuali tra schizzi e disegni, disegni esecutivi, copie e stampati datati dal 1950 al 1987. Numerosi sono i progetti realizzati per la azienda di ceramica Franco Pozzi, fondata dal padre, ma anche le collaborazioni con altre aziende italiane e straniere, dai Vasi del 1967 al Duo Hotel del 1973 per Rosenthal; dalla serie Amanda del 1978 alla serie Zodiaco del 1984 per i Fratelli Guzzini (1967-1987).


Roselli Amelotti, Luciana Giovanna
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Il fondo consta di materiale progettuale, migliaia tra schizzi disegni e oggetti, che si riferisce alla attività di Luciana Roselli in parte in qualità di illustratrice per riviste, quotidiani e libri per l’infanzia in Italia e all’estero, ma soprattutto alla sua attività di stilista, costumista e designer che svolge dal 1971 al 1978, negli anni in cui vive e lavora in Italia, a Milano, per diverse aziende tra cui ricordiamo Richard Ginori, Olivetti, Bulgari.
Fanno parte della collezione decine di oggetti prodotti negli anni Sessanta e Settanta, tra cui i famosi vassoi in plastica stampata a colori fluorescenti per Mebel, servizi da tavola, servizio da caffè e da tè in porcellana decorata.


Rosselli, Alberto
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Il materiale progettuale, schizzi, disegni, disegni esecutivi, plastici, modelli, oggetti, si riferisce ai progetti provenienti dall’ archivio dello studio privato dell’architetto Rosselli, ma deve essere collegato anche, per completezza, al fondo Ponti pure conservato al CSAC, che comprende una consistente parte di disegni riferibili ai medesimi progetti presenti nel fondo Rosselli. Il fondo comprende anche una raccolta di fotografie degli oggetti realizzati e delle architetture ad opera del figlio, fotografo professionista il cui archivio è presente nella Sezione Fotografia dello CSAC, Paolo Rosselli. Il fondo Ponti conserva inoltre, per il periodo di collaborazione dai primi anni cinquanta e fino al 1970, numerosi progetti che hanno visto il progettista collaboratore nello studio P.F.R. e che non sono presenti nel fondo Rosselli.


Sabattini Lino
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Il fondo Sabattini consta di centinaia di progetti di design, di arredamento con migliaia di opere progettuali, tra disegni schizzi e stampati, oltre a maquette di oggetti di design in produzione. Nel 1956 Sabattini, designer, argentiere e artigiano, realizza il servizio Como, presentato all’esposizione parigina Forme ed idee d’Italia. Dal 1958 al 1963 lavora per Christofle, per cui dirige l’atelier milanese e per altre importanti aziende italiane e straniere. Nel 1964 si trasferisce a Bregnano dove fonda l’Argenteria Sabattini. Numerosi sono i progetti conservati in archivio relativi agli oggetti realizzati dalla sua azienda. Collabora a vario titolo alla rivista Domus sin dal primo numero e vanta una lunga collaborazione e una profonda amicizia con Gio Ponti, per cui realizza nel suo laboratorio i prototipi per il vassoio esagonale Architettura, le posate Flèche e il vaso Stivale.

Sambonet Roberto
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Roberto Sambonet è tra i primi designers in ambito milanese a donare una consistente parte delle opere relative all’attività professionale di progettista e di grafico nella sezione Progetto del CSAC nel 1978. Successivamente Sambonet incrementa il fondo con un secondo lascito di materiale progettuale e nel 1996 la famiglia completa la donazione con l’ archivio della grafica a cui seguono la biblioteca e la emeroteca privata che consta di migliaia di pezzi tra libri di grafica e di design, raccolte di quotidiani e di riviste italiane e straniere. Il fondo tra prima e seconda acquisizione, consta di schizzi, bozzetti, disegni, disegni esecutivi riguardanti i progetti di design, ma soprattutto di grafica, studi di marchi e immagine coordinata per grandi aziende, musei e enti pubblici e grafica editoriale per cataloghi di mostre, libri e riviste. Fa parte del fondo anche una importante selezione di oggetti prodotti dalle ditte Sambonet, Baccarat, Bing&Grondhal, di plastici di progetti presentati a concorsi (tra cui quello per Les Halles a Parigi, 1979) oltre a libri, riviste e cataloghi di mostre.


Scarpa, Afra e Tobia
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Il fondo Scarpa consta di migliaia di opere progettuali tra schizzi, disegni, disegni esecutivi e modelli riferibili ai progetti realizzati dallo studio Scarpa dal 1956 al 1982, anno della donazione allo CSAC da parte dei due soci dello studio, Tobia (Venezia 1935) architetto e
Afra Bianchin (Treviso 1937-2011) architetto. Architetti, ma soprattutto designer annoverano nella loro produzione progetti di grande rilevanza tra cui la sedia Pigreco, il divano Bastiano e il letto in metallo Vanessa, le poltrone Soriana e 925, quest'ultima esposta permanentemente al Moma di New York. Vincono proprio per la produzione di design il Compasso d'oro del 1963 per la poltrona Soriana, l’IF Industrie Forum Design Hannover del 1992 e altri premi internazionali. Ad Afra e Tobia Scarpa si deve anche la progettazione dell'interno della Sala Consiliare della Loggia dei Grani a Montebelluna.


Sottsass Associati
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La prima parte del fondo, proveniente dallo studio Sottsass Associati nel 1989 è interamente schedata e consultabile: schizzi, disegni, stampati, materiali progettuali e documentari che si riferiscono a progetti di architettura, di design e di grafica, realizzati dal 1980 al 1989.
La seconda parte è pervenuta nel 2003 per volontà di Sottsass, proveniente dalla grande esposizione sulla attività della Sottsass Associati, allestita a Colonia nel 2002 e consta di disegni, fotografie, copie eliografiche , stampati e plastici; i modelli, in legno plastica plexiglass e polistirolo sono relativi ai più importanti lavori realizzati dal 1985 come Il Concorso per Il Ponte della Accademia a Venezia , come Casa Wolfe in Colorado nel 1987, come Casa Bischofberger a Zurigo nel 1991, come Gli Uffici Elt a Mosca nel 2002.
La ultima sezione dell’ archivio è stata depositata dall’architetto Redfern (uno dei soci) allo CSAC nel 2004 e infine nel 2008, dopo la scomparsa di Sottsass, a completamento si aggiungono due plastici, un altro blocco di disegni esecutivi e scatole di riviste di design e architettura.
Il Fondo Sottsass Associati è strettamente collegato al Fondo Sottsass jr., pure conservato allo CSAC, di cui ne rappresenta il proseguimento cronologico, poiché l’architetto Sottsass jr. è primo fondatore e componente della società sino al 2007, anno della sua morte e della chiusura della società.

Sottsass jr. Ettore
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Il materiale progettuale del fondo Sottsass jr. comprende schizzi, disegni, disegni esecutivi, fotografie e stampati e si riferisce ai progetti di architettura, di design e di grafica realizzati da Sottsass dagli anni della scuola nel 1939, sino al 1980 anno in cui Sottsass chiude il suo studio in Via Borgonuovo a Milano e apre lo studio Sottsass Associati con alcuni giovani architetti. Il fondo Sottsass jr. è strettamente collegato quindi al fondo Sottsass Associati, pure conservato al CSAC, che comprende oltre ai materiali relativi ai progetti realizzati nello studio in collaborazione, anche progetti, disegni e opere personali, realizzati da Sottsass negli anni in cui lavora con gli Associati e cioè sino alla chiusura dello studio ne 2007 alla morte di Sottsass.
Il fondo Sottsass conserva centinaia di disegni a tempera, olio e pastelli riferibili alla ricerca pittorica dagli anni Quaranta agli anni Ottanta, la cartella Arte concreta (Litografia II/20) edita dalla Galleria Salto a Milano nel 1948, la serie di sculture in ceramica Yantra e la scocca di macchina da scrivere con custodia Valentine prodotta da Olivetti nel 1968.
Il fondo comprende inoltre parte delle opere relative alla attività di progettista per la Olivetti dal 1950 al 1975 nello Studio Olivetti in Via Manzoni a Milano. La emeroteca, depositata da Sottsass al CSAC nel 1979, comprende numerose annate di riviste italiane e straniere dal 1950 al 1980 consultabili nella Biblioteca di LASS dell’Università di Parma.


Tovaglia Pino
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Il fondo Tovaglia conserva schizzi, bozzetti, disegni, disegni esecutivi, collage, ma anche stampati, ritagli di stampa, fotografie e altro materiale di studio e di lavoro relativi a centinaia di progetti soprattutto di grafica e di design: studi di marchi e immagine coordinata per grandi aziende, musei ed enti pubblici, grafica editoriale per cataloghi di mostre, libri e riviste, progetti di oggetti e opere d’arte.
I progetti sono poi, quasi sempre, documentati anche dal prodotto finito a stampa, spesso presente in più copie. Le lettere, appunti e dattiloscritti, presenti quasi per ogni progetto, costituiscono materia fondamentale per la ricostruzione storica dell’opera del grafico, ad esempio fondamentali sono i documenti relativi agli incontri di gruppi di ricerca dei progettisti coinvolti presso la azienda Nebiolo, per ricostruire l’ier progettuale condiviso da tanti progettisti sulla Ricerca caratteri Nebiolo dal 1968 al 1973. Ugualmente significativa è la documentazione fotografica, di Tovaglia e di altri fotografi come Aldo Ballo ad esempio, particolarmente utile a ricostruire le diverse esposizioni o fiere: da gli stand per le fiere degli anni Cinquanta per Salmoiraghi, Finmeccanica e Montecatini fino all’allestimento per l’Esposizione Internazionale del Lavoro, Italia’61.
Il fondo comprende anche una notevole biblioteca e l’emeroteca proveniente dallo studio Tovaglia tra cui libri, riviste di settore e cataloghi di mostre, consultabili presso la Biblioteca del LASS dell’Università di Parma.


Venosta Carla
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Il fondo Venosta consta di numerosi progetti di design, allestimento, arredo urbano, architettura che constano di migliaia di schizzi, disegni, tavole e disegni esecutivi di vario formato in cartelle e buste; di disegni su lucido di grandi dimensioni; modellini in carta, cartone e legno di oggetti di design e allestimenti, di plastici in legno e cartone colorato.
Completano i materiali progettuali di design, schizzi, disegni, tavole e disegni esecutivi, modelli e prototipi in carta, cartone e altri materiali facilmente utilizzabili come ritagli di plastiche e di legno che documentano una modalità di lavoro particolare che denota attenzione per il particolare, per il materiale, per la produttività industriale a basso costo, ma anche una grande attenzione alla eticità del prodotto e alle modalità produttive. Temi questi oggi largamente condivisi nel mondo della progettazione, ma che già negli anni Ottanta si presentano come una scelta alternativa, al limite della rottura con le convenzioni, nella Milano dell’industria e del design. La istituzione e la direzione della Fondazione Venosta negli anni Novanta da parte di Carla Venosta, in onore del marito prematuramente scomparso, la pongono, come persona e come progettista, al servizio della azienda No profit, proponendo la applicazione della gestione manageriale dell’industria, alle organizzazioni del volontariato No Profit.
In questa direzione che oggi definiamo etica, parlando di produzione del prodotto, nascono lavori come il sistema per ufficio Variabile per Arflex del 1975 e quelli per Ufficio direzionali per Busnelli, Korè e Portello del 1985 e 1989, la sedia in cristallo Le Violon del 1992, le librerie Antologia due del 1981 e Telemaco del 1993, la poltroncina in midollino Alice per Bonacina del 1996 che uniscono al prodotto realizzato nell’industria utilizzando nuove tecnologie, funzionali ed economiche.
Dagli anni Ottanta organizza e cura l'allestimento di numerose esposizioni a Milano nel campo della moda, per Trussardi ed altri creativi, alla Triennale e al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.
Il fondo depositato dalla designer allo CSAC non è ancora interamente consultabile, perchè è in corso una revisione della prima schedatura realizzata nello studio che presenta i dati essenziali identificativi del progetto forniti dalla Venosta e dai collaboratori di studio, ma non le consistenze dettagliate dei materiali che sono necessarie invece per la catalogazione del fondo e la immissione nel sistema di catalogazione.


Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma è situato attualmente nell’Abbazia di Valserena, in località Paradigna a pochi km a nord di Parma.
Lo CSAC è fondato nei primi anni Sessanta da Arturo Carlo Quintavalle, docente di Storia dell’Arte medievale e moderna presso l’Ateneo di Parma; la sua direzione si è protratta fino al 1989 quando l’incarico è stato assegnato a Gloria Bianchino che lo ha diretto fino al 2015. Il Centro è stato ufficialmente istituito nel 1986 con D.P.R. n. 1025 del 4/10/1986, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 marzo 1987.

Il 5 maggio 2014 viene emanato dall’Ateneo il nuovo Regolamento che regola il funzionamento dei Centri universitari tra cui anche lo CSAC, di cui si ridefinisce la missione e la rinnovata struttura di governo composta da Presidente, Consiglio, Direttore e Comitato Scientifico Consultivo.
Il nuovo progetto di organizzazione, pur nella continuità con il progetto culturale che ha contraddistinto il Centro sin dalla fondazione, è volto a potenziare principalmente le attività di supporto alla didattica e alla ricerca dell’Ateneo.
Il 23 maggio 2015 lo CSAC apre le sue collezioni ad un pubblico più vasto, inaugurando un nuovo percorso museale permanente completamente ristrutturato: la Corte delle Sculture, la Sala Ipogea, la Sala delle Colonne, la Abbazia a cui si aggiungono le strutture per l’accoglienza al pubblico come il bookshop, la locanda e la foresteria.
Il nuovo percorso espositivo si propone di divulgare ad ampia scala e con un sistema di rotazione periodica delle opere, il vasto patrimonio conservato nell’archivio, promuovendo chiavi di lettura che mettano a fuoco gli aspetti meno indagati dell’arte, della fotografia, del progetto di architettura e di design, della moda e delle loro interazioni. Le immense possibilità offerte dai fondi archivistici conservati, caratterizzano quindi le scelte culturali dell’ Archivio/museo che diventa non solo luogo di visita, ma soprattutto luogo di riflessione culturale e di diffusione di ricerche nuove attraverso esposizioni, seminari, convegni e workshop sia di settore che interdisciplinari, finalizzati alla promozione culturale.
Il Museo svolge attività didattica nell’ambito della formazione Universitaria e dell’Alta formazione, programmando laboratori specialistici di supporto alla ricerca e alla didattica, approfondendo problematiche relative alla conservazione, alla tutela del patrimonio culturale e sviluppando indagini tecnico/scientifiche sui materiali e soluzioni innovative nell’ambito della tutela degli archivi.
Nel mese di gennaio 2016 lo CSAC ha presentato un progetto di ricerche per il triennio 2016/18 che prevede una serie di ricerche sui fondi conservati in archivio e sulle problematiche legate alla catalogazione e all’ economia culturale che coinvolgono gruppi di lavoro eterogenei di docenti e studiosi provenienti da differenti realtà culturali e differenti istituzioni universitarie e non.
Il Centro propone anche, con i Servizi Museali del Centro, progetti educativi mirati per le scuole primarie e secondarie, visite guidate, iniziative speciali per i visitatori e aperture straordinarie con approfondimenti a tema degli archivi.

Oggi nelle cinque sezioni dello CSAC (Arte, Fotografia, Progetto, Media, Spettacolo) sono conservati oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni di 200 artisti italiani del XX secolo; 7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici oltre a interi archivi (circa 100.000 pezzi) di grafici e pubblicitari; 14.000 disegni di satira, fumetto e illustrazione; 70.000 disegni di moda e un importante nucleo di abiti e costumi di scena; 2.500.000 negativi su lastre, 2.200.000 negativi su pellicola, 1.700.000 stampe fotografiche, 150 apparecchi fotografici antichi; 100 pellicole cinematografiche, 4.000 video-tape e una importante raccolta di attrezzature per tipografia, ottica e audiovisivi dei primi anni del Novecento.
Particolarmente consistente e di grande rilevanza a livello nazionale e internazionale è la Sezione Progetto che tra fondi di architettura e fondi di design, consta di oltre 2.500.000 tra schizzi e disegni progettuali, maquette e oggetti in produzione; oggi la Sezione Progetto costituisce, nel nostro paese, una delle più vaste e complesse raccolte di materiali originali della cultura italiana del progetto del XX secolo.
La Sezione Progetto al pari delle altre sezioni, é strutturata come un sistema archivistico organico nel quale opere e documenti di diverso autore e di diversa natura, sono posti in relazione tra di loro, al fine di permettere ricerche trasversali e consentire agli utenti, docenti, studiosi e studenti in particolare, ma non solo, di svolgere indagini ampie ed approfondite sui materiali originali.

La centralità dell’archivio e le complesse modalità di ricerca e di lavoro sono il risultato degli studi che hanno attraversato la museografia e l’ archivistica dell’arte nel corso del Novecento. In questa direzione che ha come matrice gli studi e le ricerche di Arturo Carlo Quintavalle e della sua scuola, si muovono, con rinnovato vigore, i progetti scientifici del “nuovo CSAC”; la centralità del progetto in tutte le forme espressive e progettuali e la ricerca trasversale tra gli archivi, permettono di studiare oggi, opere differenti in maniera paritetica, restituendo i percorsi artistici del Novecento italiano in tutta la complessità e ampiezza di prospettive che lo hanno contraddistinto in ambito europeo e mondiale.


Artisti:
Archizoom Associati:Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello e Massimo Morozzi, Lucia e Dario Bartolini.
Mario Bellini
Enzo Bioli
Cini Boeri Associati e Stefano Boeri
Andrea Branzi
Azienda Brionvega: Franco Albini, Hannes Wettstein, Sergio Asti, Mario Bellini, Richard Sapper, Marco Zanuso, Achille e Pier Giacomo Castiglioni ed Ettore Sottsass.
Achille e Pier Giacomo Castiglioni.
Bruno Munari, Enzo Mari, Alchimia, Memphis
Ignazio Gardella
Alessandro Mendini
Roberto Menghi
Richard Neagle
Marcello Nizzoli, Mario Olivieri, Antonio Susini
Giò Ponti
Ambrogio Pozzi
Luciana Giovanna Roselli Amelotti
Alberto Rosselli
Lino Sabattini
Roberto Sambonet
Afra e Tobia Scarpa
Sottsass Associati, Ettore jr. Sottsass
Pino Tovaglia
Carla Venosta