Fontanellato
Notizie storico-critiche:
Lo stendardo è formato dall’unione di 6 teli di damasco di seta cremisi con disegno a piccole “mazze” e melagrane stilizzate.
Sulle due facce della bandiera sono presenti immagini sacre dipinte
con tecnica mista tempera e olio priva di preparazione che raffigurano
rispettivamente, la Madonna di Fontanellato con San Carlo
Borromeo e Dio Padre con San Giovanni Battista fra stemmi araldici.
Lungo il bordo corre un fregio dorato eseguito a ”missione” in foglia d'oro zecchino. Le operazioni di restauro hanno evidenziato alcune particolarità esecutive. L' artista per realizzare i dipinti si è
avvalso di cartoni preparatori e ha tracciato il profilo delle figure con una vernice oleo-resinosa, visibile ad illuminazione
con ultravioletti. Nel contorno di alcuni soggetti, infatti, si nota una “bordatura” priva di colore causata dall'incompatibilità della vernice, utilizzata come traccia, con la pittura stessa, tanto da provocarne col tempo il progressivo distacco.
Le sagome dipinte sul fronte poi ricalcano perfettamente quelle sul retro. Quest'accorgimento permetteva la corretta visione delle immagini anche in controluce ed eliminava eventuali fastidiosi effetti di ombre in trasparenza quando lo stendardo veniva esposto per essere visto sui due lati.
Stato di conservazione:
Il restauro dello Stendardo della Vergine presentava difficoltà d’intervento molto particolari, sia per lo stato di conservazione decisamente critico, che per le sue caratteristiche costitutive:
• Un supporto di seta molto fragile di notevoli dimensioni, pesantemente penalizzato da grossolani interventi precedenti, con tensioni localizzate non uniformi dovute all’alternanza del damasco a vista con le aree dipinte. • Una pittura a tecnica mista, priva di preparazione,
eseguita nel fronte e nel retro utilizzando la stessa sagoma ma dipingendo due differenti
scene sacre; quindi l'impossibilità durante le fasi di lavoro di verificare contemporaneamente
lo stato del dipinto sottostante e di supportarlo tradizionalmente dal retro. Il metodo espositivo dello stendardo, trattenuto da chiodi e colla vinilica entro doppia cornice
lignea, realizzata per rispettarne l’originaria visibilità su due lati, aveva lungamente bloccato sui margini il naturale adattamento della seta sottoposta a escursioni termiche e variazioni di umidità. Le dannose tensioni generali così accumulate hanno provocato o accentuato nel tempo le lacerazioni della superficie tessile già provata da umidità, polvere, esposizione alla luce e urti accidentali.
Descrizione dell'intervento:
Sul lato B sono stati applicati supporti trasparenti in velo di seta, adeguatamente tinti e ritoccati, soluzione individuata per rinforzare gli innesti in maniera mimetica, conciliando le esigenze tecniche delle due diverse discipline di restauro. Dopo le operazioni di pulitura, distensione ed eliminazioni delle toppe incongrue, le parti lacunose presenti su tutta la superficie dello stendardo, sono state risarcite mediante applicazione di supporti locali in taffetas opportunamente tinti e sagomati. Sono poi stati adattati alle diverse tonalità del tessuto originale con veli di seta tinti nelle gradazioni cromatiche adeguate sia al fondo che alle parti del dipinto compromesso.
Con la medesima tecnica sono stati risarciti tutti i punti della cornice decorata a stencil con motivi floreali realizzati con doratura a missione, ove frammentati. I tagli presenti sulla superficie dipinta sono stati innestati con fili in seta dello stesso colore dell’originale, inseriti a riempimento delle fessurazioni per creare una base continua adeguata a ricevere il successivo ritocco pittorico. E’ stata riservata una particolare attenzione allo stemma della Famiglia Sanvitale, il cui scudo appariva mancante della parte inferiore: studiando fonti iconografiche specifiche si è voluto suggerire, in accordo con la Direzione Lavori, il completamento della forma mediante veli colorati poi ritoccati a pastello nei dettagli.
L'ottima esecuzione della tecnica pittorica ha assicurato nel tempo una buona adesione al supporto in seta consentendo di ridurre al minimo l'invasività dell'intervento, nonostante la superficie dipinta fosse estremamente discontinua a seguito delle numerose sollecitazioni meccaniche subite, causa di lacerazioni e graffiature. In accordo con la Direzione Lavori, il risarcimento pittorico con pastelli specifici è sembrato il metodo più adeguato per restituire continuità visiva.
Anche dopo il delicato intervento di restauro, lo stendardo rimaneva un manufatto estremamente fragile e pesante da non esporre in verticale ma, necessariamente, su pannello inclinato a 45° per evitare danni futuri. Questo ha comportato una scelta di visione finale che prediligesse il lato più importante e significativo per la sua storia devozionale di vessillo mariano.