Certosa Monumentale
Via della Certosa, 18
Bologna (BO)
Cipolla Antonio
1823/ 1874
Lombardi Giovan Battista
1824/ 1880
Palombini Giuseppe
notizie 1840-1863
monumento funebre

intonaco/ pittura a tempera,
marmo bianco,
marmo grigio
cm. 267 (la) 490 (a) 69 (p)
sec. XIX (1863 - 1863)
Monumento sepolcrale in marmo bianco che riproduce la forma di un altare sovrastato da ancona. Si compone di un basamento con lapide e decorazioni laterali a bassorilievo, di una statua centrale e di un'edicola con semicolonne classiche, architrave decorata e coronamento a timpano. La statua, una figura femminile seduta su uno scudo-stemma e con alcuni indumenti di tipo militare, riproduce l'allegoria di Felsina desolata che intreccia una ghirlanda di fiori. Un fregio a bassorilievo, con putti alati che sostengono un tondo con il busto del defunto, è inserito nella parte superiore dell'ancona marmorea. Sul timpano infine compare lo stemma nobiliare del defunto.

Monumento al prefetto di Bologna per nomina del dittatore Minghetti, Pietro Magenta, morto nel 1862. Come riporta la lapide fu voluto e finanziato dal Consiglio Provinciale di Bologna che nominò anche uno speciale Comitato per le onoranze funebri del defunto.
Lo stile eclettico neorinascimentale (precisamente neosansoviniano) che caratterizza quest'opera fu promosso in Certosa dopo la metà del secolo dall'architetto Antonio Cipolla. Fu lui il responsabile del disegno di questo come di altri monumenti contemporanei (i due sepolcri Galitzin, la cella Mazzacorati) e dell'arruolamento a Roma dello scultore Giovan Battista Lombardi. Per la realizzazione delle decorazioni si servì del suo ornatista di fiducia Palombini.
Le fonti ci riferiscono che l'opera fu al centro di un'aspra polemica tra l'Accademia delle Belle Arti e il Comitato per le onoranze del defunto. Alle critiche dell'una riguardo alla mancanza di "carattere sepolcrale" del monumento, rispondeva l'altro citando il parere favorevole alla soluzione neosansoviniana di alcuni dei più grandi architetti e scultori di Roma.