Museo dell'Agricoltura e del Mondo Rurale
Corso Umberto I, 22
San Martino in Rio
[càr]

mezzi di trasporto
medio corso del fiume Secchia, fra Reggio Emilia e Modena
legno
ferro battitura
cm 367 (l)
larghezza anteriore 150//larghezza posteriore 160
1909
n. 794
Telaio in legno poggiato su quattro ruote, due anteriori più piccole e due posteriori più grandi, con un piano di carico di forma leggermente trapezoidale. Il peso medio oscilla fra i 5 e i 6 quintali e mezzo con una capacità massima di carico di 24/25 quintali. Parti componenti: avantreno-scannello-freccia-maledizioni-pianale-timone-mulinello-ruota (gavello, raggio, cerchione, mozzo) (palastra-sès-lindzoun-maledision-lèt-timoun-mulinèll-ròda gàvel, raz, sercioun, moz). Oggetto: ruota (ròda). Il carro ha quatto ruote: due posteriori che misurano 95 cm. di diametro e due anteriori di 72 cm. Sono poste su due assali in ferro fermati da quattro acciarini ferma ruote (sivell). La ruota è formata da un mozzo (mos) che ha nel foro centrale una boccola in ferro. Sul mozzo delle ruote anteriori sono fissati dieci raggi (raz) la cui parte visibile misura 16 cm. essi, a loro volta, sono incastrati, dall'altro lato, in una corona composta da cinque settori di legno detti gavelli (gavel) tenuti insieme da un cerchione in ferro (sercioun) e da cinque borchie a forma romboidale (mandii). Le ruote posteriori, invece, sono composte da dodici raggi di 25,5 cm. incastrati in sei gavelli fermati da sei mandorle. Anche l'acciarino, nelle ruote posteriori, è diverso. Oggetto: raggio (raz o raza) della ruota del carro. Pezzo di legno, di solito robinia, sagomato e assottigliato alle due estremità (gamboun) in misura tale da poter essere inserito da una parte nell'apposito incastro del mozzo, dall'altra parte nel foro del gavello. Per poterli inserire veniva accostato il gambone del raggio alla superficie concava del settore, segnando poi i fori dei raggi (due per ogni gavello) con una matita o un ferro. I buchi erano fatti con la trivella e allargati con lo scalpello. Una volta incastrati i due raggi, s'inseriva un piccolo cuneo di robinia (bieta) che funzionava da rinforzo. Oggetto: mozzo (mòz) della ruota. Tronchetto di legno ben stagionato di olmo lungo 40-50 cm. con un diametro centrale di 30 cm., le estremità erano poi tornite fino ad ottenere un diametro di circa la metà di quello centrale. Sul tronchetto venivano praticati, con trivella e scalpello, i fori (pieghi o asoli) per alloggiare i raggi; essi dovevano risultare un pò inclinati in modo che i raggi si incastrassero formando un angolo di poco inferiore a 90°; questo allo scopo di dare alle ruote una forma leggermente conica che consentisse maggiore robustezza. Si procedeva poi alla foratura longitudinale del mozzo per inserire la boccola. A questo punto venivano messe le quattro vere di ferro: una ad ogni lato della parte centrale, le altre due alle estremità del mazzo. Per ultima veniva messa la boccola, a colpi di mazza. Oggetto: gavello (gàvel) della ruota. Settori circolari che costituiscono la circonferenza esterna della ruota. In ogni gavello sono incastrati due raggi perciò la lunghezza del gavello varia a seconda del numero dei raggi da applicare e del diametro delle ruote. I settori sono tenuti insieme da incastri e da chiodi di ferro ribattuti. Oggetto: cerchione (serciòun) della ruota. Anello di ferro di circa 2 cm. di spessore, di sezione rettangolare. Lo si applicava alla ruota ponendolo prima su un fuoco di legna finchè il ferro si dilatava, poi applicandolo, con l'aiuto di lunghe tenaglie, sulla ruota. A colpi di mazza e martello veniva fissato rapidamente poi raffreddato con secchi d'acqua. In questo modo, riacquistando le normali dimensioni, stringeva, come in una morsa, gavelli, raggi e mozzo. Il cerchione aveva lo scopo di fungere da legante per le parti in legno e assicurare lunga durata alle ruote. Oggetto: mulinello (mulinèl) del carro. Trochetto di legno tornito, lungo cm.80, con le due estremità predisposte per essere inserite nelle boccoline di ferro che si trovano alle estremità delle ganasce (ganasi). Dalle due parti alla distanza di 10 cm., sono fissate due ruote dentate (ghieri) in ferro che servono per l'arresto tramite i nottolini. A 9 cm. dalle due ruote sono infilate due piccole sbarre in ferro battuto, disposte a croce (ca vicc) e sagomate alle estremità. Come rinforzo, dove le sbarre passano nel legno, vi sono due semicerchi sagomati in ferro. Il mulinello serviva a legare il contenuto trasportato sul carro per mezzo di funi. Si annodava ad una delle sbarre la fune che veniva arrotolata girando il mulinello. Ad ogni salto del nottolino sulla ruota dentata, la fune veniva fermata. Il mulinello era utilizzato finchè la fune risultava ben tesa. Oggetto: avantreno del carrello anteriore e avantreno del carrello posteriore (palàstra e palastrèin) del carro. E' costituito da un blocco in legno a forma di forcella: l'avantreno del carrello posteriore (palastrein) è fissato alla freccia (lindzoun) per mezzo di piastre in ferro; l'avantreno del carrello anteriore (palastra) è incastrato nello scanello e fissato agli assali delle ruote. Alle estremità dei due bracci a "V" della palastra è fissato un pezzo di legno a forma di mezzaluna, rinforzato da una lastra in ferro che appoggia sulla freccia e serve essenzialmente per il controllo dell'equilibrio del carro. Alle due ganasce (ganasi) dell'avantreno del carrello anteriore è infilato il timone (timoun). La faccia esterna delle ganasce è rinforzata con piastre di ferro munite di foro. La palastra forma con lo scannello il sistema sterzante del carro e permette l'applicazione del timone. Il "palastrein" ha la funzione di mantenere in equilibrio il pianale del carro in caso di carraia sconnessa. Ai due bracci a "V" che sporgono posteriormente è inoltre fissato il mulinello, tramite due perni di ferro posti in verticale che sono fissati, sopra con due bulloni, mentre sotto terminano con due anelli, le boccoline, nei quali sono infilati appunto i due estremi del mulinello (cavdein).Oggetto: pianale o letto (lètt) del carro. E' costituito da tre tavole longitudinali in legno, sostenute da traversine incastrate a lunghe travi, in numero di quattro, sempre longitudinali (scalein) disposte su piani diversi in modo da dare al letto una forma a "V" molto aperta. L'asse centrale è asportabile per consentire il trasporto di carichi particolari come le botti. Sul retro, i due longheroni centrali sporgono con due code (còvi) utili per prolungare il piano di carico. Davanti, le quattro travi sono incastrate nei fori passanti di un'asse sagomata e riccamente intagliata, il frontale (bacaler) dove solitamente è inciso il nome del costruttore e, talvolta, anche quello del proprietario del carro. Tutto il piano di carico è sorretto da 4 sostegni in legno (renghi) fissati sulla parte sovrastante gli scannelli (soverses) e da due stampelle di ferro (furòun) poste sugli assali delle ruote posteriori. Il pianale sostiene il peso del carico. Oggetto: scannello (sès). In numero di due sono costituiti da una larga asse di legno di forma rettangolare, molto spessa, con i lati minori intagliati. Lo scannello posteriore, alto 9-10 cm. in più di quello anteriore, è posto verticalmente sugli assali (séla) delle ruote e incastrato alla forcella dell'avantreno (palastrein). E' sostenuto inoltre per mezzo di due archi in ferro (puntalèt) che poggiano sulle ganasce del "palastrein". Un altro sostegno in ferro (puntèl) è posto nella parte interna dello scannello e fissato alla freccia (lindzoun). La faccia esterna dello scannello è scolpita con motivi floreali: un vaso da cui escono tralci di fiori e due serpenti con la lingua e la coda terminanti a punta di freccia. Le parti sovrastanti i due scannelli (sovérses) presentano ai lati due supporti in legno a forma semicircolare (renghi) che sporgono lateralmente e su cui appoggia il pianale. Il "sovèrses" dello scannello anteriore è separato dal "sès" da due corone circolari in ferro (serc dal sters) sovrapposte, che consentono alla parte inferiore di ruotare intorno al perno dello sterno (masc). Lo scannello anteriore, infatti, oltre ad essere saldamente fissato alla cassa dell'assale delle ruote, presenta un foro di 3 cm. circa che attraversa verticalmente sia il "soverses" che il "ses" che la cassa dell'assale e nel quale è inserito il perno dello sterzo. Gli scannelli collegano le ruote al carro e sostengono il pianale. Quello anteriore, in particolare, forma con l'avantreno, il sistema sterzante del carro. L'oggetto timone (timòun). Veniva ricavato da un tronco di olmo lungo non meno di 3 m. Ad un'estremità, il timone presenta due piastre in ferro sporgenti e, in mezzo, un braccio di legno, con il diametro in misura tale da incastrarsi perfettamente nelle ganasce dell'avantreno. Il tutto è fermato da un cavicchio (cavicc) inserito in un foro che trapassa lateralmente ganasce, braccio e piastre in ferro del timone. L'altra estremità del timone, la testa, è rinforzata sotto e sopra con due lamiere in ferro per proteggere il legno dall'usura. In questo tratto le lamiere e il legno presentano due fori passanti nei quali andavano inserite due barre di ferro, una delle quali costituiva il punto di appoggio del giogo. Il timone permette al carro di essere applicato, tramite un giogo, ad una coppia di buoi che trainavano il mezzo. Oggetto: freccia (lin qzòun) del carro. E' un tronco squadrato lungo circa 2 m. Nella parte anteriore ha un foro, rinforzato da una boccola in ferro, dove è inserito il perno dello sterzo (masc). Ai lati della freccia è presente una striscia di ferro che l'avvolge a forma di "U", dalla parte anteriore fino alla parte centrale, fissata da sette grossi chiodi ribattuti. La freccia è fissata alle forcelle del "palastrein" per mezzo di due grosse fasce in ferro. Sulla freccia sono presenti tre maledizioni (maledisioun): ferri battuti ad uso protettivo-magico che raffigurano germogli con foglie e fiori. E' presente anche, sempre in ferro battuto, un serpente che ha la testa fissata alla freccia con un grosso chiodo a forma di gallo. Oggetto: maledizioni (maledisioun). Decorazioni in ferro battuto poste sulla freccia del carro, allineate in tre distinte unità e opportunamente distanziate. Hanno forme diverse, ma tutte e tre raffigurano motivi vegetali: foglie e fiori a tre punte. Nella parte posteriore della freccia, sempre allineato con le tre maledizioni, è presente un serpente in ferro battuto che ha la testa fissata all'asse con un chiodo a forma di gallo. Sia il serpente che il gallo hanno la testa rivolta verso le maledizioni. La funzione di questi oggetti non è certo decorativa visto che si trovano in una posizione che ne impedisce una chiara e immediata visione. La loro funzione è quindi magico-protettiva nei confronti delle parole di malaugurio che potrebbero investire il carro. Anche la scelta del metallo e la forma di fiori e foglie hanno un preciso valore magico: il ferro e le punte sono considerati validi rimedi contro i malefici. Il serpente ha una connotazione positiva al contrario di quanto si potrebbe credere: la sua capacità fecondante, la sua capacità di ringiovanire cambiando pelle ed ancora quella di vivere sia sottoterra che nell'acqua, di andare in letargo e risvegliarsi a primavera, ne fanno un animale direttamente connesso con il ciclo della natura; quindi assume, per la mitologia agraria un valore positivo. La sua parte di negatività, dovuta alla tradizione cristiana, è annullata dal gallo che inchioda la sua testa e la cui raffigurazione simboleggia la fecondità sia della terra che delle persone.

usato per trasportare tutti i raccolti dei campi: sacchi di grano, fieno, cestoni di uva, letame, botti ecc.
Si aggiogava al timone del carro una coppia di buoi o mucche appositamente addestrate.
Il carro serviva anche per trasportare le masserizie del contadino quando si trasferiva in un altro podere.