Artisti, artigiani, architetti, produttori

Firenze (FI) , 1895 - Saint-Tropez (F) , 1971
pittore

Max Hilenfeld (poi Massimo Campigli) nasce a Berlino nel 1895, da Anna Paolina Hilenfeld, ragazza madre diciottenne. Nel 1899 si trasferisce con la madre e la nonna a Settignano, Firenze. E' allevato dalla nonna, ed ignora che Anna Paolina, che per lui e per tutti è una sua zia, è la vera madre. Nel 1909 la madre si sposa e si trasferisce a Milano con il marito. Il giovane Max vive con loro, ed apprende casualmente che Paolina è la vera madre, cosa che lo condizionerà fortemente nei sui rapporti con il mondo femminile.
Nel 1914 lavora al Corriere della Sera e si avvicina all'ambiente futurista milanese, conoscendo Boccioni e Carrà. Scrive su Lacerba con lo psudonimo di Massimo Campigli.
Dopo la I guerra mondiale, che lo vede impegnato su vari fronti e prigioniero a Vienna, viene riassunto dal Corriere della Sera ed ottiene la cittadinanza italiana.
Viene inviato a Parigi dove associa la sua attività di corrispondente con un intenso studio della pittura.
Entra in contatto con gli ambienti dell'Ecole de Paris e conosce Leon Rosenberg, uno dei più noti mercanti parigini, che gli acquista alcuni quadri.
Espone per la prima volta al Salon d'Automne nel 1921, poi nuovamente negli anni successivi.
Nel 1926 stringe rapporti con gli altri artisti italiani residenti a Parigi (de Chirico, Tozzi, Severini, De Pisis, Paresce e Savinio) con i quali formerà il gruppo "I sette di Parigi".
Partecipa alla Prima mostra del Novecento italiano a Milano nel 1926.
Nel 1927 lascia l'incarico al Corriere della Sera per dedicarsi interamente alla pittura.
Espone a Parigi, Zurigo, Dresda, Amburgo, Amsterdam, Lipsia, Madrid, Mosca.
Nel 1928 in occasione di un viaggio a Roma, visita il Museo di Villa Giulia e rimane affascinato dall'Arte Etrusca.
Modifica radicalmente il suo modo di dipingere, 'rinnegando' le precedenti esperienze (arriva a ridipingere le vecchie tele ancora in suo possesso). La sua tecnica pittorica si avvicina a quella dell'affresco.
Nello stesso anno è invitato alla Biennale di Venezia e, nel 1929, è invitato alla Seconda mostra del Novecento italiano.
Rientrato a Milano nel 1931, presenta una personale alla Galleria del Milione ed espone per la prima volta a New York alla Julian Levy Gallery.
Prosegue poi un'intensa attività espositiva che lo porterà a Bucarest, Parigi, Milano, nuovamente a New York, Venezia (Biennali del '32, '34, '36, '38), Budapest, Amsterdam.
Esegue diverse opere di decorazione murale.
Personale alla Galleria del Cavallino di Venezia nel 1946 e, nello stesso anno, prima importante personale allo Stadelijk Museum di Amsterdam che, nell'occasione, acquista alcuni suoi quadri.
Prima retrospettiva nel 1948 alla Galleria dell'Obelisco di Roma.
Nel 1949 lascia definitivamente Milano per Parigi, dove espone per la prima volta alla Galerie de France, che diverrà uno dei suoi principali referenti negli anni a venire.
Nello stesso anno espone al MOMA di New York, nella grande rassegna di arte italiana del XX secolo, organizzata da Barr e Soby.
Nel 1950 è nuovamente presente alla Biennale di Venezia. Espone anche a Parigi, Londra, Manchester e Boston.
Prosegue la sua intensissima attività espositiva.
Si segnalano, in particolare, le seguenti partecipazioni:
Venezia, Biennale (1952, 1954, 1958 - sala personale, 1962)
Amsterdam, Stadelijk Museum (1955, mostra personale)
Londra, Tate Gallery (1956)
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna (1958)
Torino, Civica Galleria d'Arte Moderna (1959 - mostra personale)
Milano, Palazzo Reale (1967 - mostra personale)
Muore a Saint Tropez nel 1971.

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, propri e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.