manifattura bolognese
burattino

legno/ incisione/ pittura/ scultura,
cartone/ modellatura/ pittura,
alluminio
cm. 44 (lu)
sec. XX (1900 - 1949)
n. 62
Burattino a forma di pesce. La testa è di legno finemente scolpito e dipinto; la coda e le pinne sono di cartone modellato. Una stecca di alluminio piegato è fissata al corpo al fine di muovere l'oggetto.

Il burattino è pervenuto al Museo dei Burattini di Budrio il 20 giugno 2002. Esso è stato acquistato dal Comune di Budrio (con l'aiuto dei contributi della Fondazione Carisbo della Cassa di Risparmio di Bologna, della Coop. Adriatica, dell' IBC dell'Emilia Romagna) da Liliana e Marino Perani di Bologna, per interessamento del burattinaio Vittorio Zanella, che, in data 3 agosto 2001, presentò alla giunta comunale una relazione tecnica sulla collezione. Alla relazione tecnica del burattinaio fu affiancato il parere dello storico del teatro di animazione Remo Melloni, che, in un sopraluogo dell'11 dicembre del 2001, confermò l'interesse rilevante della collezione, soprattutto per il quantitativo di materiale prodotto dallo scultore Emilio Frabboni.
Il burattino appartiene a una collezione raccolta da Alessandro Cervellati e Alberto Menarini e in gran parte costituita da materiale da essi acquistato nell'aprile del 1963 dal burattinaio Amilcare Gabrielli (allievo di Arturo Veronesi), che nel 1964 confluì in un'importante mostra bolognese (cfr. CERVELLATI A. - MENARINI A., Il burattino a Bologna, mostra del Museo Civico di Bologna 29 marzo - 20 aprile 1964, Bologna 1964). Dopo la mostra la collezione fu ripartita tra i due studiosi, che tornarono a dare visibilità ad alcuni pezzi con la mostra milanese organizzata da Maria Signorelli nel 1967 (cfr. SIGNORELLI M., Burattini e marionette italiani, catalogo della mostra, Milano 4 marzo - 2 aprile 1967, s.l. 1967). Con la morte di Alessandro Cervellati, il suo nucleo ritornò a far parte dell'intero gruppo Cervellati-Menarini presso la casa di Alberto Menarini, dopo la cui morte la raccolta subì un'ulteriore divisione intorno alla metà degli anni ottanta del Novecento, quando fu in gran parte acquistata da Liliana e Marino Perani, mentre la restante andò a costituire l'attuale nucleo Angela e Piero Menarini. Un primo inventario critico della collezione giunta al museo è stato approntato da Vittorio Zanella e da Eugenia Varone.