tavola/ pittura a olio
sec. XIX (1885 - 1890)
Elvira De Pietri è ritratta a mezzo busto coi capelli scuri raccolti dietro la nuca con una acconciatura a treccia. Gli occhi sono castani e l'incarnato roseo. Indossa un abito nero con collo in pizzo, sopra una camicetta bianca a motivi traforati; due pendenti in oro le ornano le orecchie e si accordano alla catenella dorata al collo, e alla spilla sul petto a foggia di serpente. Il fondo è sfumato nei toni del grigio chiaro.
Il ritratto forma "pendant" con quello del marito (rif. A/240), con il quale giunge al Museo nel 1915 per donazione di Enrico Grimelli. Entrambi vengono menzionati già nella piccola esposizione locale del 1890 ("Luce", n. 10) e sono presenti nel catalogo della mostra monografica del '66 (G. Guandalini, 1966). Sia Garuti sia, recentemente, la Martinelli Braglia, sono concordi nel ritenere i due dipinti opere della tarda maturità del Lugli. Secondo Garuti vanno ascritti a data di poco antecedente il 1890, anno in cui figurano nella prima esposizione carpigiana, e ricordano la formazione accademica e neoclassica dell'artista per l'immediatezza espressiva che li qualifica (A. Garuti, 1990). Graziella Martinelli Braglia sottolinea nelle due opere l'impegno ad un'indagine nella "qualità umana", accanto al costante dialogo con il riguardante. La studiosa fa notare come alcune annotazioni di costume siano determinanti per restituire l'identità sociale dei personaggi. Così la catena d'oro dell'orologio e l'anello all'orecchio sinistro, sono per Luigi Praudi segno distintivo dell'autorità del capofamiglia; e il collier, la spilla a foggia di serpente e gli orecchini, per la moglie Elvira, sono dimostrazione di appartenenza ad uno "status" sociale elevato ed aggiornato sulle mode del tempo (G. Martinelli Braglia, 1998).