Museo d'Arte della Città
Via di Roma, 13
Ravenna (RA)
Rondinelli Niccolò
1450/ 1510 ca.
dipinto

tavola/ pittura a olio
cm. 194 (la) 257 (a)
sec. XVI (1505 - 1510)
n. 6
Il restauro, eseguito entro il 1982 da Pietro Tranchina e Katia Ronzani per conto dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, ha posto rimedio alle precarie condizioni conservative in cui la pala versava. Nel 1894 già Corrado Ricci la menzionava come interamente ridipinta. Del 1895-96 è l'intervento di Venceslao Bigoni, mentre nel 1914 il pittore Gualtiero De Bacci Venuti liberò la superficie pittorica dalle ridipinture e dalle vernici alla cui trazione si addebitava la caduta del colore. Durante l'ultimo conflitto mondiale subì lievi danneggiamenti che resero necessario un intervento di fissaggo del pigmento da parte di Dante de Carolis, mentre nel 1959 Enrico Gessi curò anche l'integrazione pittorica.
Allo stato attuale si notano abrasioni e lacune di notevole entità in varie zone dell'opera, soprattutto nella parte inferiore e in corrispondenza delle giunture delle assi disposte verticalmente.
Donata al Comune, con altri dipinti, dall'arcivescovo di Ravenna, la pala fu ceduta nel 1887 alla Galleria dell'Accademia dal Museo Nazionale in cambio di marmi, capitelli e materiali lapidei.
L'opera si trovava nella chiesa ravennate dello Spirito Santo, per la quale fu eseguita e dove viene citata dal Vasari nel 1568. Dall'altare di sinistra passò alla sagrestia, dove è segnalata attorno al 1664 dal Fabri. Nel secolo successivo è ricordata nella chiesa di Santa Croce da Beltrami (1783).L'impianto Compositivo, di ascendenza veneta, si ispira a prototipi belliniani. L'opera è da inserire tra quelle della maturità dell'artista, ascrivibile al primo decennio del '500, successiva pertanto al documentato soggiorno veneziano nel corso del quale fu allievo e collaboratore di Giovanni Bellini. Rondinelli è documentato subito dopo a Ravenna, nel 1496. Alla prevalente componente belliniana qui si aggiungono influssi di Lorenzo Costa, Melozzo da Forlì e della cultura veronese e vicentina.