Ospedale Estense
Bertuzzi G., Il rinnovamento edilizio a Modena nella seconda metà del Settecento, con contributi di Martinelli Braglia G., Baracchi Giovanardi O. - Modena : Aedes Muratoriana, 1983, 3, pp. 7-30
Modena (MO)
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Arte contemporanea storica (1900-1950)
Arte contemporanea attuale (1950 ad oggi)
I lavori cominciarono nell'aprile 1753; il 30 novembre 1758 venne inaugurato il nuovo edificio, portato a termine nel 1762 in seguito agli ampliamenti imposti dal grande afflusso dei ricoverati. Alle spese, che ammontarono ad oltre 1.000.000 di lire, contribuirono il duca, la Comunità di Modena, 34 comunità del distretto, le Arti, le Confraternite, la Congregazione dell'Abbondanza, la carità privata e gli introiti derivanti dalle prime soppressioni. Anche papa Benedetto XIV diede il suo contributo, detraendo dal reddito del vescovado modenese, allora vacante, la somma di lire 17.172 di Modena.
Nel 1755 fu innalzato all'interno dell'ospedale, vicino alla chiesa di San Nicolò e al padiglione dei venerei, un edificio riservato ai malati di mente che vi soggiornavano per una degenza provvisoria: dopo la visita dei medici dell'Ospedale, che fornivano le prime cure, i malati, trattenuti in “forma sicura”, spesso in catene, venivano trasferiti a Reggio Emilia, all'Ospedale di San Lazzaro, in base a una convenzione del 1757.
Il nuovo Ospedale di Modena ospitava anche una Spezieria con funzione anche didattica: dopo la raccolta, infatti, i “semplici” venivano messi a disposizione degli studenti di botanica, insieme alle droghe medicinali e alle preparazioni chimiche che si svolgevano nel laboratorio. La Spezieria ottenne l'esclusiva della preparazione della “teriaca”, prima pertinente al convento di San Pietro.
Nel 1764, di fronte al “Grande Spedale” venne eretto il Grande Albergo dei poveri, per ospitare i mendicanti che la struttura sanitaria non riusciva a contenere. L'architetto modenese Pietro Termanini predispose un edificio che inglobava le fabbriche dell'arsenale militare e il convento degli Agostiniani. L'8 dicembre 1771, 150 indigenti furono condotti all'Albergo dei poveri, che, ultimato nel 1771, poteva accogliere da 400 a 500 mendicanti divisi per sesso e distinti nelle due classi sociali dei poveri miserabili e degli orfani di “civil condizione”. Ampi spazi furono destinati ai laboratori, mentre un'ala fu adattata a Casa di correzione.