Arcispedale S. Maria Nuova
Ceramiche
Dipinti
Sculture
Fornili C.C., L'ispirazione religiosa e l'Arcispedale di Santa Maria Nuova in Reggio..., Reggio Emilia, Tecnograf, 1995
Badini G., I carteggi di Lodovico Bolognini e dei Marchelli tra pubblico e privato. Lineamenti di ricerca archivistica, in Pigozzi M. (a cura di), con testi di Gino Badini, Gli architetti del pubblico a Reggio Emilia dal Bolognini ai Marchelli : architettura e urbanistica lungo la via Emilia : 1770-1870, catalogo della mostra tenuta a Reggio Emilia nel 1990, Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, pp. Assessorato istituzioni culturali, Civici Musei, Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, 1990, pp. 61 e sgg. Cfr. inoltre ib. scheda di Chiara Mussini, p. 113, I.6
Reggio Emilia (RE)
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Il 17 ottobre 1384, in Pavia, Pinotti dettò testamento, istituendo pereredi l'Ospedale di Santa Maria Nuova e i poveri che vi erano ricoverati, vincolando il complesso alla funzione assistenziale. Nell'occasione, Pinotti affidava la direzione dell'ospedale a dei fidei commissari: il guardinao dei Frati Minori del convento di Reggio, il priore del convento di Santa Maria Nuova, i priori del Collegio dei giudici e del Collegio dei notai di Reggio Emilia, questi ultimi in posizione preminente sugli altri, e a commissari pro tempore, tra i quali la moglie del testatore.
Nel XVII secolo il patrimonio di Santa Maria Nuova fu arricchito dai lasciti di Roberto (1632) e di Alessandro Mantelli (1644). Fra il 1704 e il 1744 l'ospedale poteva accogliere 60 infermi, e nel 1762 1762 un legato di 10.000 lire permise di aumentare di 6-8 letti l'infermeria destinata alle donne.
Nel 1770 fu dato avvio a una nuova fabbrica dell'ospedale, realizzata su progetto di Pietro Armani e Lodovico Bolognini. Il complesso si allargò sull'area della chiesa dei Carmelitani, trasferiti in quella della Confraternita di Santa Maria del Gonfalone, e sul terreno del soppresso convento di San Marco, donato dall'Università degli Studi di Modena.