Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)

Famiglia Preti

attiva secc. XIX/ XX
burattino

legno/ scultura,
legno/ pittura,
cotone,
plastica
cm 12 (la) 54 (a) 9 (p)
sec. XX (1900 - 1925)
n. 53
La testa e le mani sono di legno scolpito e dipinto. Gli occhi sono di vetro. L'abito è di cotone viola con passamaneria gialla e bottoni in metallo.  La giacca è di velluto verde con passamaneria arancione. Il camiciotto e l’interno della giacca sono di lana pied de poule. Il cappello è di cartone sagomato e rivestito di tessuto nero con passamaneria rossa.

Il burattino apparteneva alla raccolta di Cesare Maletti ed è pervenuto al Museo Civico di Modena nel 2018. Esponente di una storica dinastia di burattinai modenesi, Cesare Maletti (Modena 1929-1992) iniziò verosimilmente negli anni Cinquanta a raccogliere quanto connesso col teatro delle figure animate, indipendentemente dalle scuole e dalla provenienza: burattini, marionette, pupi, scenografie, oggetti di scena, testi e documenti, compresi tra il Settecento e il Novecento. Rapporti professionali e di amicizia, da cui derivano scambi e acquisti di materiali, legavano Cesare Maletti a famiglie di burattinai e di marionettisti, tra cui Ferrari, Sarzi, Zaffardi, Colla e Vignoli, o eredi di questi come Mario Tirelli, figlio del caricaturista Umberto Tirelli, autore all'inzio degli anni Venti del Teatro Nazionale delle Teste di Legno. Raggruppata sotto il nome di "Teatro delle Maschere", la raccolta fu allestita presso il suo museo-laboratorio in Via Livizzani 38 a Modena (cfr. “I burattini dei Maletti”, Modena 1983 [1984]), condotto assieme al figlio Mario (Modena 1947-2019), con cui nel 1970 fondò una compagnia che ottenne successi nazionali, in particolare con lo spettacolo "Fantasia per un burattino". Di Cesare si ricordano la versatilità con cui dava i movimenti e le voci ai vari personaggi, anche femminili, i rintocchi di campanella con cui apriva le rappresentazioni, e la loro chiusura con un'allegra filastrocca dialettale tramandata in famiglia. Creatore egli stesso dei suoi burattini assieme al figlio e alla moglie Liliana Bestagno a cui spetta la realizzazione dei costumi, Cesare Maletti collaborava anche con istituzioni pubbliche, dando vita ad un'intensa attività espositiva e didattica rivolta alle scuole. Il burattino presenta i caratteri più tipici dei materiali della dinastia Preti, attiva tra l'Ottocento e il Novecento nelle province di Modena e Reggio Emilia. Non esistono notizie precise su chi realizzò questo esemplare, il quale comunque può essere avvicinato stilisticamente ai burattini dei Preti della seconda metà dell'Ottocento o di inizio Novecento. Negli inventari esso è descritto come popolano, ma il carattere con la folta barba e lo sguardo arcigno accompagnati al cappello appuntito, si addicono maggiormente a un brigante.