Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)
manifattura nord italiana
marionetta

legno/ scultura,
legno/ pittura,
cotone,
corda di canapa,
plastica
cm 20 (la) 69 (a) 8 (p)
sec. XIX (1825 - 1899)
n. 43
La testa e le mani sono di legno scolpito e dipinto. Il corpo e gli arti sono di legno sagomato e intagliato. L'abito a guarnacca è di cotone rosso, chiuso da un cordoncino bianco. Il cappuccio è dello stesso tessuto dell'abito. Sul petto è applicato un disco ornamentale nero con ornamenti.

Il burattino apparteneva alla raccolta di Cesare Maletti ed è pervenuto al Museo Civico di Modena nel 2018. Esponente di una storica dinastia di burattinai modenesi, Cesare Maletti (Modena 1929-1992) iniziò verosimilmente negli anni Cinquanta a raccogliere quanto connesso col teatro delle figure animate, indipendentemente dalle scuole e dalla provenienza: burattini, marionette, pupi, scenografie, oggetti di scena, testi e documenti, compresi tra il Settecento e il Novecento. Rapporti professionali e di amicizia, da cui derivano scambi e acquisti di materiali, legavano Cesare Maletti a famiglie di burattinai e di marionettisti, tra cui Ferrari, Sarzi, Zaffardi, Colla e Vignoli, o eredi di questi come Mario Tirelli, figlio del caricaturista Umberto Tirelli, autore all'inzio degli anni Venti del Teatro Nazionale delle Teste di Legno. Raggruppata sotto il nome di "Teatro delle Maschere", la raccolta fu allestita presso il suo museo-laboratorio in Via Livizzani 38 a Modena (cfr. “I burattini dei Maletti”, Modena 1983 [1984]), condotto assieme al figlio Mario (Modena 1947-2019), con cui nel 1970 fondò una compagnia che ottenne successi nazionali, in particolare con lo spettacolo "Fantasia per un burattino". Di Cesare si ricordano la versatilità con cui dava i movimenti e le voci ai vari personaggi, anche femminili, i rintocchi di campanella con cui apriva le rappresentazioni, e la loro chiusura con un'allegra filastrocca dialettale tramandata in famiglia. Creatore egli stesso dei suoi burattini assieme al figlio e alla moglie Liliana Bestagno a cui spetta la realizzazione dei costumi, Cesare Maletti collaborava anche con istituzioni pubbliche, dando vita ad un'intensa attività espositiva e didattica rivolta alle scuole.
Stando alle notizie negli archivi del museo, la marionetta faceva parte della muta dei Reccardini, una delle principali dinastie di marionettisti veneziani.