Museo del Tartufo di Fragno

Dispositivi multimediali
Calestano (PR)
Cibo/enogastronomia
Il percorso espositivo è concepito come un’esperienza didattica coinvolgente, ispirata a una vera e propria “caccia al tesoro”: la scheda che viene consegnata all’inizio, se correttamente compilata, porta a un premio finale. L’allestimento museale è poi suddiviso in zone tematiche, che raccontano storia, tradizioni e cultura del pregiato tartufo parmense.
La prima sezione è dedicata alla Val Baganza, un territorio ricco di meraviglie geologiche e naturali. Qui i visitatori possono scoprire luoghi iconici come i monti Sporno e Montagnana, i celebri “Salti del Diavolo” e la Via degli Scalpellini. Un invito ideale per chi ama il trekking e per chi vuole approfondire la storia di Calestano e delle sue strade medievali.
La seconda area racconta la tradizione della raccolta del tartufo, un tempo effettuata con maiali e oggi realizzata con cani addestrati come il Lagotto Romagnolo, già conosciuto ai tempi del Mantegna come testimoniato dal dipinto del 1456 nella “Camera degli Sposi” di Mantova.
La terza area offre uno sguardo sulla botanica del fungo ipogeo e sul suo habitat, caratterizzato da boschi di carpino, roverella e nocciolo. Una riproduzione gigante del tartufo e una stazione tattile permettono di testare le proprie abilità nel riconoscerlo al buio, per un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.
All’interno della suggestiva torre a doppia altezza, la quarta sezione propone un’esperienza immersiva nel sottobosco, grazie a proiezioni che ricreano l’ambiente naturale in cui nasce e cresce. e che simulano la paziente ricerca dei “tartufèn” (i tartufai).
L’area gastronomica è pensata per valorizzare l’eccellenza culinaria di questo prodotto. Una tavola touchscreen invita i visitatori a esplorare ricette storiche e contemporanee, interagendo con le voci di personaggi illustri come Lucrezia Borgia e Giuseppe Verdi, che raccontano la loro passione per questo alimento, ma anche ascoltando aneddoti e curiosità direttamente dal proprio smartphone grazie alla tecnologia QR-Code.
L’ultima sezione racconta le origini del tartufo dall’antichità ai giorni nostri, in un percorso che riserva vere e proprie curiosità, come le scatolette di latta usate nella Prima guerra mondiale per aromatizzare le razioni dei soldati.