Musei del Castello - Casa Museo Raimondi Gambarotta
Compiano (PR)
La visita agli appartamenti della marchesa inizia dal piano terra, con la biblioteca ricca di volumi in varie lingue e l’accesso alle antiche prigioni celato dalla boiserie in legno. Si prosegue poi verso la cappella in cui riposano le spoglie, all’interno di una bara laccata bianca, della marchesa: una delle condizioni della donazione del castello al Comune da parte dell’ultima proprietaria era infatti la possibilità di essere lì seppellita.
Salendo al primo piano che anticamente era l’appartamento del Principe Landi, si incontrano le stanze più sfarzose e riccamente arredate del complesso, tra cui una sala da pranzo con un lungo tavolo, dipinti e ceramiche raffiguranti animali e la Sala della Musica con pianoforte e stucchi veneziani. Proseguendo la visita, si accede alla sala del thè, con pareti ricoperte da enormi specchi e un grande quadro di un pittore impressionista inglese (forse William Forsyth) e infine a una splendida sala cinese, con un mobile a scomparsa che cela al suo interno un piccolo altare buddista portatile. Sul fondo della stessa sala, troneggia un enorme e raffinato paravento dipinto sempre in stile asiatico. Tutti gli arredi (specchi, tende, tappeti…) sono disposti secondo criteri di simmetria e armonia cromatica, evidenziando una personalità sicuramente eccentrica, ma anche rigorosa.
Passando agli ambienti più intimi della casa, nella grande camera da letto si ripete il gioco di specchi alle pareti, che oltre a dare luminosità e profondità alla stanza nasconde un’enorme cabina armadio e un meraviglioso bagno stile impero. Da segnalare inoltre lo studio della marchesa, con un grande ritratto che Lina si fece fare all’età di 70 anni, ma che raffigura una donna più giovane, con una folta capigliatura rossa e un elegante abito blu. Nella stessa stanza è conservata anche una foto che oggi si definirebbe ‘iconica’ e che ritrae coinvolti in una cena futurista, tra gli altri, i coniugi Gambarotta assieme a Filippo Tommaso Marinetti e a Giuseppe Ungaretti. La cena si svolse in Argentina il 19 settembre 1936 e testimonia i rapporti della famiglia Gambarotta sia con il genio futurista (numerosi sono i volumi e le foto con dedica di Marinetti conservati nella biblioteca del Castello) che con i maggiori intellettuali dell’epoca. Documentata infine l’amicizia della marchesa con Gabriele d’Annunzio, testimoniata anche da un pavone in ceramica custodito nella sala del thè, molto simile a un pavone presente al Vittoriale di Gardone Riviera.