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Mulino Nuovo

San Benedetto Val di Sambro (BO)


mulino ad acqua a ruota orizzontale

secolo: XIX

contesto naturale: montagna

stato del bene: parzialmente in uso
proprietà privata
accesso: apertura occasionale
Al primo mulino, quello più a monte del complesso costituito dai tre edifici molitori, vede appoggiata l'enorme botte curva esterna per la raccolta delle acque ancora ben conservata. La struttura molitoria era ospitata all'interno di un edificio realizzato interamente in pietra e con murature che testimoniano, con tutta evidenza, una serie di interventi di ampliamento e ricostruzione del nucleo originario. Questo era infatti inizialmente composto da un volume di piccole dimensioni caratterizzato da una facciata improntata alla semplicità e definita da una porta di accesso centrale e cinque finestre disposte intorno tra il pian terreno e quello superiore. A questo primo nucleo si aggiunse successivamente un volume di maggiore cubatura subito sulla destra, caratterizzato però da una distribuzione irregolare delle aperture (due porte e tre finestre).
Il risultato finale è un edificio sviluppato in senso longitudinale e articolato su due livelli. Esso viene raggiunto da un manto stradale in basoli di pietra ancora in parte conservati. Una grande scala in pietra collega inoltre i diversi piani di quota che circondano la struttura., L'impianto molitorio mediano era ospitato all'interno di un edificio a torre, recentemente ristrutturato. Si tratta di un volume costruito interamente in pietra locale a pianta rettangolare, con un notevole sviluppo verticale su quattro livelli.
Soltanto sulfronte si osservano diverse aperture che danno luce ai singoli piani. Le altre facciate risultano quasi del tutto cieche, se si escludono le piccole apertue sparse in modo disordinato. Sulla facciata principale, l'ingresso al piano sopraelevato è raggiunto da una scala disposta al di sopra dell'imbocco dell'apertura strombata che conduceva l'acqua alla sala di ritrecine realizzata a livello delle fondazioni dell'edificio., L'ultimo impianto molitorio, più a valle, era ospitato in un piccolo edificio, presente e di forma quadrata, costruito interamente in pietra locale, a pochi metri dalla sponda destra dello sbocco al fiume Sambro.
Si tratta di una struttura di modeste dimensioni sviluppata soltanto su due livelli realizzati a cavallo del canale, che consentiva l'azionamento delle macine poste al livello inferiore. Il livello superiore è raggiunto da una scala in pietra, evidentemente aggiunta in una seconda fase costruttiva, così come è di epoca posteriore il piccolo vano costruito subito a destra dell'ingresso al primo piano. Le luci si dispongono regolarmente a coppie sulle pareti laterali, ein modo alternato tra livello inferiore e superiore. Sul lato sinistro si osservano le due aperture strombate che conducevano l'acqua alla sala di ritrecine costruita a livello delle fondazioni dell'edificio.

Evidenze rimaste

Durante il sopralluogo è stato possibile visionare gran parte dell'impianto idraulico, descritto anche dal proprietario della struttura, il quale si è reso disponibile a farne visitarne alcune parti.
L'impianto vede un'enorme botte curva di raccolta delle acque, realizzata con spessi muri di pietra. All'interno di essa si osservano ancora, nonostante il suo parziale riempimento in terra, le due aperture strombate, le quali aumentavano la pressione dell'acqua diretta alle docce posizionate all'interno della sala di ritrecine. In quest'ultima si osservano i resti dei due alberi posti all'interno di due camere separate, connesse tra loro da una piccola apertura. Ognuno dei due alberi conserva ancora la banchina con il relativo sistema di azionamento, mentre non sono più presenti i catini. Davanti ad ognuna delle banchine, il canale di scarico conduceva le acque utilizzate per la movimentazione delle macine verso la seconda struttura. Anche questa conserva ancora la bocca di carico strombata che consentiva di aumentare la forza dell'acqua verso la sala di ritrecine, che in questo caso ospitava soltanto un albero. Non è stato possibile accedere ai vani interni del secondo edificio molitorio, quindi non è stato possibile verificare lo stato di conservazione degli impianti molitori di questo edificio mediano.
Da questo impianto l'acqua veniva convogliata, con un ulteriore canale, verso l'ultimo impianto molitorio. Anche qui, due aperture strombate conducevano l'acqua alla sala di ritrecine dove non è più visibile alcun resto degli alberi o di altri elementi dell'impianto idraulico. Una volta che l'albero aveva attivato le macine, l'acqua eraveniva restituita, con un ultimo canale di scarico, al fiume Sambro.

E' stato possibile visionare soltanto la sala delle macine del mulino posto più a monte. Al suo interno si conserva ancora, al di sopra dei pavimentali originali, la piattaforma in laterizi su cui insistono le tre macine. Si possono osservare le corone in legno delle due laterali con al di sopra le tramogge. Quella centrale è invece appesa grazie a due catenelle al solaio del piano superiore. Davanti si trovano i cassoni per la raccolta del macinato e, tra la prima e la seconda macina partendo da sinistra, l'argano con le grandi pinze per sollevare le macine durante le operazioni di battitura. Tutto il vano possiede ancora un aspetto molto risalente con il solaio in travi lignee che è stato sottoposto ad interventi di sostegno attraverso la costruzione di pilastri in laterizi. Nella sala posta subito a destra del vano macine, oggi trasformata in cantina, è presente un grande rullo con lubecchio costruito, come la struttura che lo ospita, in un'epoca successiva. Si tratta di uno dei meccanismi utilizzati per la battitura della canapa. Il proprietario non ha consentito l'accesso ai vani macine degli altri due impianti molitori. Da quanto egli afferma tali impianti non sono tuttavia più presenti.

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