di montaggio: la maggior parte delle opere era montata con nastri adesivi e collanti su un supporti, spesso passe-partout provvisti di finestre, realizzati con cartoncini sottili di varia natura e non conservativi.
La forma di degrado più evidente che accomunava quasi tutte le incisioni era infatti data dal sistema di fissaggio a tali supporti, realizzato tramite diverse tipologie di nastro adesivo e/o collanti, spesso applicati sul recto delle opere stesse. Questi avevano sensibilmente ossidato e macchiato le
carte, sia provocando degli ingiallimenti localizzati in corrispondenza dei punti di incollaggio, sia generando fenomeni di foxing e imbrunimento generalizzato, in alcuni casi esteso all’intero supporto.
Le incisioni nel complesso non presentavano particolari problematiche sotto il profilo
strutturale, eccetto ondulazioni di diversa intensità, pieghe, e alcuni danni meccanici quali strappi e lacune di varia entità e abrasioni dovute al distacco avvenuto in passato da precedenti montaggi
INTTERVENTO DI RESTAURO:
- Documentazione fotografica prima, durante e dopo l’intervento.
- Smontaggio dai supporti secondari e dai passe-partout, agendo meccanicamente a secco con spatole e bisturi e, se necessario, servendosi di solventi in grado di rigonfiare gli adesivi sintetici utilizzati per montare le opere, scelti in seguito a test, quali acetato di etile, acetato di butile, acetone, white spirit
- Depolveratura con pennelli a setole morbide (fig. 13 a) e pulitura a secco con gomme in lattice vulcanizzato e gomma Staedtler Mars Plastic nelle zone dove la polvere era maggiormente penetrata nel supporto; rimozione meccanica a secco delle concrezioni materiche e delle deiezioni di insetti con bisturi a lama mobile.
- In presenza di inchiostri o timbri, test di solubilità delle mediazioni grafiche, prima di procedere con le operazioni per via umida e con l’impiego di solventi
- Disinfezione delle opere che presentavano macchie riconducibili a un attacco fungino con un prodotto biocida disperso in solvente organico applicato per nebulizzazione (Biotin R in white spirt)
- Rimozione dei nastri adesivi, dei rinforzi in carta e di eventuali etichette a secco e/o con l’uso degli stessi solventi organici impiegati nel distacco delle opere dai supporti secondari
- Prima misurazione del pH dei supporti cartacei a campione con pHmetro a contatto, a cui è seguita una seconda. Prima e dopo il restauro stati rilevati valori di pH compresi tra la neutralità e la debole acidità, tali da non richiedere un intervento di deacidificazione
- Trattamenti per via umida e attenuazione dell’imbrunimento e delle macchie dovute a fenomeni ossidativi, applicando a pennello localmente una soluzione riducente di terzbutilamminborano in acqua in concentrazione 7 g/L
- Rimozione di rinforzi ed etichette incollati con adesivi naturali e dei relativi residui di adesivo per via umida, con l’ausilio di gel rigidi a base acquosa (agar-agar)
- Rimozione dei residui di adesivo sintetico lasciati dai nastri e delle colle impiegate per il montaggio delle opere ai supporti secondari e attenuazione delle macchie corrispondenti con solventi applicati localmente su tavola aspirante, interponendo un foglio di carta assorbente
- Dove presenti, rimozione per via umida dei supporti applicati durante i precedenti interventi e dei residui di adesivo utilizzato durante il restauro
- Resinatura con adesivo sintetico a base di eteri di cellulosa in soluzione acquosa al 1% (Tylose MH 300 P) applicato a pennello sui supporti più degradati al fine di consolidarli. Sul recto è stata interposto un velo di sacrificio in carta giapponese semi-sintetica (Bolloré 12 g/m2), rimossa subito dopo, allo scopo di proteggere la tecnica dall’azione meccanica del pennello
- Se necessario, applicazione di un sopporto integrale in carta o velo giapponese (Kozo 9, 18, 34 g/m2) scelto in base alla grammatura dell’opera e allo stato di conservazione, con adesivo a base di amido di grano (Zin Shofu), previa umidificazione.
- Sulle opere che non sono state supportate: applicazione di falsi margini in carta giapponese (Kozo 34 g/m2) con adesivo sintetico a base di eteri di cellulosa in soluzione acquosa al 4 % (Culminal MC 2000)
- Umidificazione controllata per capillarità con membrana semi-permeabile propedeutica alla restituzione della planarità
- Recupero della planarità con metodologie differenti in base alla tipologia di opera: le opere non supportate e prive di battuta della lastra sono state spianate sotto peso tra bondina, carte assorbenti e cartone; le opere a cui era stato applicato un supporto in carta giapponese e le opere prive di supporto ma con battuta della lasta a cui erano stati applicati i falsi margini, sono state spinate tramite tensionamento su pannello ligneo sfruttando la carta giapponese in eccesso lungo il perimetro
- Sutura degli strappi e risarcimento delle lacune con carte e veli giapponesi di diversa grammatura (Kozo 9, 18, 34 g/m2) e adesivo sintetico a base di eteri di cellulosa in soluzione acquosa al 4 % (Culminal MC 2000)
- Ove necessario, integrazione cromatica delle lacune con acquerelli e pastelli
- Distacco delle opere dal tiraggio (fig. 25a) e rifilatura del supporto in carta giapponese o distacco dei falsi margini. Si è scelto di lasciare qualche centimetro di margine nelle opere di piccolo formato che necessitavano il fissaggio sulla carta Barriera o prive di battuta della lastra, in cui potrebbe essere utile ai fini di un futuro montaggio in passe-partout.
- Preparazione di cartelle in carta per la conservazione Barriera da 300 g/m2
con relativo numero di collocazione riportato a grafite sul fronte in basso a destra
- Condizionamento delle opere nelle cartelle in carta barriera: le opere di dimensione maggiore sono state inserite senza alcun fissaggio, mentre le opere più piccole e di grammatura minore sono state fissate a fogli in carta per la conservazione Barriera da 300 g/m2 con nastro per la conservazione Filmoplast P sfruttando o la carta giapponese del supporto o delle brachette in carta giapponese appositamente applicate
- Condizionamento delle opere di formato minore già inserite nelle cartelle in carta Barriera all’interno di cartelle rigide in cartone per la conservazione con falde e dorso in tela per garantire una maggiore protezione
- Montaggio delle due opere di Durer in due nuovi passe-partout realizzati sul modello dei precedenti ma con cartone per la conservazione