Cento

Cimitero di Cento

Orari e Tariffe
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via Armellini
Cento (FE)
Tel: 051 6843111
Nel cuore della pianura ferrarese, bagnata dalle acque del fiume Reno, la città di Cento avviò la costruzione del nuovo cimitero comunale nella prima metà del XIX secolo. L’amministrazione cittadina, in accordo con il sacerdote Filippo Bergamaschi, diede inizio al progetto nel 1835 scegliendo per il nuovo camposanto un sito già noto: l’ampio e verdeggiante terreno un tempo appartenuto ai frati cappuccini, insediatisi qui nell’ultimo scorcio del Cinquecento e poi allontanati in seguito alle soppressioni napoleoniche. Nel 1839 iniziarono le pratiche per l’acquisto dell’area e due anni dopo, nel luglio del 1841, presero avvio i lavori per realizzare le fondazioni della cappella e dell’ingresso monumentale.

L’impianto cimiteriale, di forma quadrata, con perimetro delimitato da un muro di cinta alto circa tre metri, venne eretto tra il 1841 e il 1844: al centro la cappella funebre si caratterizza per un sobrio stile neoclassico, con pronao a quattro colonne e due portici laterali simmetrici che si distendono verso i lati del campo, mentre l’accesso principale, solenne e lineare, introduce al campo interno.

Di fondamentale importanza per la realizzazione del cimitero furono i contributi provenienti dalle famiglie benestanti centesi, che acquistando le campate destinate alla sepoltura dei propri congiunti finanziarono parte del cantiere. Per i cittadini meno abbienti, invece, ai lati dell’ingresso vennero edificati archi collettivi destinati a ospitare più loculi. Il 10 novembre 1841 il camposanto accolse fra i suoi spazi il primo defunto: il carabiniere della Pontificia Brigata di stanza a Cento, Giuseppe Savini di Faenza.

Nel corso dei decenni successivi, a cavallo tra Otto e Novecento, il sepolcreto divenne oggetto di diversi ampliamenti e migliorie che risposero al crescente aumento della popolazione cittadina. Inoltre, tra il 1924 e il 1932, al nucleo originario vennero annessi tre nuovi bracci direttamente collegati alla cappella centrale e, nel contempo, furono introdotti i tumuli a colombario: una soluzione più igienica e funzionale, in grado di ottimizzare gli spazi a disposizione.

Tuttavia, nonostante i numerosi lavori, già dal 1930 le strutture iniziarono a deteriorarsi a causa dell’umidità e delle infiltrazioni d’acqua. Per risolvere il problema l’ingegnere comunale Giuseppe Samaritani elaborò un progetto di risanamento generale: la copertura venne migliorata da una maggiore inclinazione del tetto, che favorì il deflusso delle acque; furono quindi restaurate le tombe gentilizie e venne potenziata l’illuminazione dei portici e della cappella.

Il cimitero di Cento custodisce le memorie di figure di spicco della città: tra le sepolture illustri si annoverano quelle del pittore Aroldo Bonzagni, della scrittrice Maria Majocchi Plattis, del tenore Giuseppe Borgatti, del latinista Giuseppe Cevolani e dello scultore Stefano Galletti, le cui opere impreziosiscono numerosi monumenti del territorio.


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