Cimitero Napoleonico di Cavriago






Cavriago (RE)
Sotto la spinta delle nuove disposizioni le comunità iniziarono quindi a individuare luoghi idonei, lontani dai centri abitati, ma a Cavriago il progetto del cimitero incontrò all’inizio diverse difficoltà. Il paese, diviso tra le parrocchie di San Terenziano e San Nicolò, rispettivamente appartenenti alle diocesi di Reggio Emilia e Parma, fu teatro di rivalità tra le due comunità, che resero complicata la scelta del luogo. A risolvere la questione fu il sindaco Antonio Chiloni, decidendo di costruire un unico sepolcreto lungo le rive del Rio, posizionato strategicamente a metà strada.
I lavori iniziarono nell’agosto del 1810 e, già nell’ottobre dello stesso anno, il cimitero fu inaugurato. Nel 1851 un primo ampliamento si rivelò provvidenziale per far fronte all’epidemia di colera che, qualche anno più tardi, colpì duramente la popolazione causando numerosi decessi.
Con l’Unità d’Italia e le nuove normative, il cimitero si arricchì di spazi destinati a varie categorie sociali: oltre alle famiglie più abbienti trovarono posto anche gli “acattolici” e i bambini non battezzati, insieme al cosiddetto “angolo degli eretici”, riservato soprattutto ai socialisti e agli anarchici, e a quello dei “miserabili”, dove la semplicità delle tombe testimonia i ceti meno fortunati che qui trovavano sepoltura a spesa del Comune.
Il “Vecchio Cimitero”, così affettuosamente chiamato dai cavriaghesi, rimase in uso fino al gennaio del 1923, quando venne inaugurata la nuova necropoli comunale, situata nelle vicinanze. Nonostante la chiusura, alcune sepolture eccezionali furono consentite anche in seguito, come quella di un membro della famiglia Monticelli che nel 1924 trovò riposo nella tomba gentilizia dei suoi avi.
Nonostante la realizzazione avvenga nel pieno della stagione neoclassica, l’architettura del cimitero si ispira al tardo Rinascimento con forti influenze locali e popolari. Osservandolo dall’alto, infatti, il camposanto si offre ai visitatori nella sua semplicità: dall’accesso, che si affaccia su via Cavour, l’asse centrale si distende fino al muro di cinta, dove in origine si trovava una cappella funebre. Il portale d’ingresso ricorda, nelle sue fattezze, le porte delle case coloniche di campagna, a ulteriore dimostrazione dell’analogia fra la città dei vivi e quella dei morti. Varcando la soglia, un grande noce fa da guardiano alle sepolture, che testimoniano la maestria artigianale della zona: alle ricche tombe in stile neoclassico e liberty rispondono le più modeste croci in ferro e ghisa appartenenti alle classi meno abbienti, che nella loro moltitudine restituiscono uno spaccato della comunità spesso afflitta da malnutrizione e malattie.
Camminando fra le tombe del cimitero di Cavriago si possono trovare personaggi illustri della storia locale: il farmacista Torquato Reverberi, padre del generale Luigi Reverberi, il riformista cattolico don Pacifico Vellani, e nel “campo degli eretici”, il socialista Alberto Bertani, che nel 1888 ebbe il primo funerale civile in Italia.