Cimitero Napoleonico






Castelfranco Emilia (MO)
Nel 1806 l’estensione all’Italia dell’editto di Saint-Cloud, risalente a due anni prima, vietava la sepoltura all’interno delle chiese o nei piccoli cimiteri a esse adiacenti. Questo provvedimento, che rispondeva all’esigenza di migliorare le condizioni igieniche, impose la costruzione di necropoli collettive fuori dai centri abitati.
All’epoca a Castelfranco esistevano due parrocchie, ognuna con il proprio sepolcreto: quella di San Giacomo, lungo l’attuale Via Tarozzi, e quella di Santa Maria che occupava parte dell’attuale Piazza Garibaldi. Il Comune, esortato a rispondere alle nuove normative, decise di costruire il futuro camposanto su un terreno di cui già disponeva, il cosiddetto “Ortazzo”, situato proprio nei pressi della vicina parrocchia di Santa Maria, a nord della Via Emilia.
Fin dalle prime fasi di realizzazione emerse con crescente evidenza il problema dello spazio a disposizione, che fu temporaneamente risolto acquisendo un altro appezzamento di terreno a nord della strada di Circonvallazione, fuori dalle mura medievali. Subito dopo si dovette sostenere un’ulteriore spesa per un altro lotto di terra, destinato ad ampliare il campo.
Il nuovo cimitero venne quindi inaugurato il 2 novembre 1844, sotto il pontificato di Gregorio XVI, quando la città faceva ancora parte dello Stato della Chiesa. Il progetto, curato dagli ingegneri Monteguti e Brunetti, si fregiava dello stile neoclassico che ancora oggi primeggia su tutta la struttura, tanto da influenzare anche gli interventi successivi che da questa impostazione originaria ereditarono il carattere sobrio ed elegante.
La continua necessità di spazio portò quindi a due ulteriori ampliamenti: il primo nel 1881, sotto la direzione dell’ingegnere Giuseppe Serra, e il secondo nel 1900 per adeguamenti straordinari. I nuovi progetti, sviluppati per ridefinire il cimitero, furono concepiti in modo da integrarsi perfettamente con lo stile esistente, rendendo difficile distinguere a prima vista le parti più antiche da quelle più recenti. L’ultima aggiunta strutturale al camposanto risale invece al 1958, quando fu costruito un mausoleo per dare una degna sepoltura ai martiri partigiani e ai caduti della Seconda Guerra Mondiale, in omaggio ai cittadini che persero la vita durante il conflitto.
Il Cimitero napoleonico di Castelfranco Emilia conserva ancora oggi opere di grande espressività artistica. Tra le più rilevanti spiccano le sculture di Angelo Tavoni, artista già noto ai castelfranchesi per le sue imprese pubbliche, che qui ha scolpito un imponente “Cristo in croce” di cemento a grandezza naturale, posto al centro della cappella principale. Altre due sue creazioni, la “Pietà” e il “Cristo risorto”, realizzate in bronzo, sono invece nate su commissione privata.
Un altro artista di grande rilievo è Silverio Montaguti: la fama di questo maestro dello stile liberty, che dal 1947 riposa nel cimitero emiliano, è qui testimoniata anche dalle numerose commissioni private che riportano il suo stile, dove all’essenzialità dei medaglioni-ritratto alterna il pregevole e vigoroso modellato delle sue sculture a tutto tondo.