Parma

Cimitero monumentale della Villetta

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
viale della Villetta, 29 b
Parma (PR)
Tel: 0521 40521
Arrivando a Parma, nel quartiere che si estende tra la strada statale della Cisa e il torrente Baganza, poco lontano dalla Barriera Bixio, si staglia il cimitero monumentale della città: la Villetta. Il nome si riferisce alla residenza di campagna che un tempo si trovava al centro di un grande podere appena fuori le mura. Già di proprietà dei Gesuiti, nel XVII secolo l’edificio venne adibito a uso ricreativo per volere del Governo ducale. Proprio qui, nel 1817, la duchessa Maria Luigia d’Austria decise di istituire il luogo in cui radunare tutte le sepolture, mettendo in pratica i princìpi di igiene pubblica, divenuti legge nel 1804 con l’editto napoleonico di Saint-Cloud.

Il progetto del nuovo sepolcreto suburbano venne affidato all’architetto Giuseppe Cocconcelli che, avvalendosi dei modelli rappresentati dalla Certosa di Bologna e dal Camposanto di Pisa, ideò una struttura semplice e unitaria in stile neoclassico. Le mura a pianta quadrata ospitano una corte ottagonale porticata, in cui si inseriscono l’ingresso monumentale e la Cappella dedicata a San Gregorio Magno. L’innalzamento dei portici, distesi in campate ad arco a tutto sesto, era a carico dei singoli concessionari, tenuti a seguire il progetto comune fino al completamento, che avvenne solo nel 1876.

L’ingresso, posto al centro del lato est dell’ottagono, presenta una decorazione esterna sobria e monumentale, in stile neoegizio, dove al centro del frontone spicca l’urobòro, il serpente che si morde la coda e che rimanda al ciclo eterno della vita. Da qui è possibile accedere all’intero complesso, in cui il ventaglio degli stili artistici e architettonici è molto ampio: dal neoclassico dell’arco Pavarani (una delle sepolture più antiche, risalente al 1819) si giunge al contemporaneo del monumento Sgarabotto (1992), passando attraverso il déco del famedio Campanini (1919), il liberty dell’arca Schianchi-Necchi, il neoromanico dell’edicola Corazza (1925), l’eclettico dell’edicola Colla (1932-1933), il razionalista dell’edicola Barilla (1940), il moderno dei monumenti al Partigiano (1968) e ai Caduti di Cefalonia e Corfù (1970).

Lungo il percorso si incontrano le tombe di numerosi personaggi illustri che hanno vissuto e operato a Parma. Ci sono nomi importanti dell’imprenditoria (Pietro Barilla, Rocco Bormioli), della letteratura (Attilio Bertolucci, Alberto Bevilacqua, Renzo Pezzani, Francesca Sanvitale), delle arti sceniche (Lydia Alfonsi, Paola Borboni, Giordano Ferrari), della storia civile (Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emanuela Setti Carraro), della spiritualità (padre Lino Maupas), dello sport (Vittorio Adorni).

Vista la vocazione musicale della città, non sorprende la presenza numerosa di chi passò i giorni tra note, spartiti e concerti: tra tutti spicca il celebre violinista Niccolò Paganini, che a Parma ricevette la prima formazione e visse gli ultimi anni di una vita avventurosa, tanto che il figlio volle qui il tempietto neoclassico che raccolse le sue spoglie dopo varie peripezie.


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