Cimitero di Castell'Arquato






Castell'Arquato (PC)
Progettato nel 1861, il camposanto venne trasferito dal suo sito originario (nel chiostro della chiesa di Santa Maria) alla sua attuale posizione, appena fuori dalle antiche mura, di cui è ancora possibile vedere un breve tratto nei pressi del parcheggio. A ridosso della cinta cimiteriale si apre allo sguardo del visitatore una chiesetta di impianto quattrocentesco, riadattata a parrocchia per un piccolo abitato denominato Il Mezzanino, a poca distanza dal rio Cravalese.
Il cimitero, situato in un’area che nell’età di mezzo era probabilmente una cava a cielo aperto, ha subìto diversi ampliamenti nel corso degli anni. Uno degli interventi più significativi fu realizzato nel 1921 dall’architetto Guido Tirelli, che introdusse un maestoso scalone e un sistema di portici per congiungere il famedio alle cappelle laterali. I lavori rispettavano il dislivello del terreno e si ispiravano allo stile romanico lombardo, contribuendo a conferire al sepolcreto un’armonia architettonica in sintonia con l’atmosfera medievale del borgo.
Gli ulteriori interventi, tra cui quelli realizzati da Pietro Berzolla nel 1964, hanno nel tempo conferito al cimitero l’assetto monumentale definitivo che possiamo ammirare oggi. Nella parte più antica, le nuove cappelle gentilizie e i loculi sono stati progettati per esaltare il delicato equilibrio tra modernità e tradizione, rispettando la struttura originaria e guardando al futuro. L’immagine complessiva della necropoli riflette in pieno questa fusione di stili, dove l’eleganza Middle Age si integra con i più recenti interventi, creando un’atmosfera armoniosa.
All’interno del camposanto si trova la tomba di Luigi Illica, celebre poeta e librettista nato a Castell’Arquato nel 1857. Illica collaborò con compositori di fama mondiale, tra cui Giacomo Puccini, firmando libretti di opere memorabili come “La bohème”, “Tosca” e “Madama Butterfly”. Il suo sepolcro, originariamente concepito come un simbolico slancio verso il cielo, sovrasta il borgo e rimane un tributo duraturo alla sua eredità culturale.