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Bentivoglio

Palazzo Rosso di Carlo Alberto Pizzardi

Orari e Tariffe
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Servizi
via Marconi 5
Bentivoglio (BO)

Palazzo signorile
Storia moderna
Carlo Alberto Pizzardi (1850-1922)
Così denominato per il colore dei tipici mattoni bolognesi con cui è costruito, il palazzo fu fatto edificare nel 1891 dal marchese Carlo Alberto Pizzardi, che lo aveva pensato come residenza di campagna. L’edificio, progettato da Alfonso Rubbiani e decorato all’esterno con elementi in macigno e terracotta disegnati da Augusto Sezanne, si protendeva sul canale Navile, allora navigabile fino al mare Adriatico.
L'entrata principale si apriva sul canale dove è ancora presente un elegante ponticello, mentre sul lato opposto, che attualmente è l’ingresso, si trovava il Sostegno, il sistema di chiuse che permetteva alle barche di navigare in quella zona nonostante il dislivello del terreno.
Nella sua configurazione originaria, il palazzo prevedeva un piano terra come sede degli uffici (erano infatti numerosi i commerci e i possedimenti amministrati da Pizzardi), un piano nobile come abitazione del marchese e un secondo piano con le stanze dei dipendenti. Vi era poi un ampio sottotetto in cui venivano stivati il riso e il grano provenienti dal mulino attiguo.
Gli interni del palazzo, splendidamente decorati, furono curati dai maggiori interpreti del liberty a Bologna: Achille Casanova e Augusto Sezanne. Il primo si occupò dell’elegante scala di ingresso, affrescata con uno stormo di anatre in volo su iris gialli, e delle decorazioni floreali del primo piano. Sezanne realizzò invece la Sala dello Zodiaco, una tra le migliori espressioni dell’Aemilia Ars, associazione per le arti nata proprio sullo scorcio del XIX secolo per volontà di Alfonso Rubbiani.
Utilizzata dal marchese Pizzardi come meridiana per la consultazione e l'interpretazione del cielo, la Sala dello Zodiaco riproduce le ambientazioni tipiche della valle di Bentivoglio, allora zona palustre: alle pareti, dal basso verso l'alto, sono rappresentati su tre diversi livelli l'acqua ricca di pesci, anguille e tartarughe, le canne acquatiche sulle quali volano stormi di anatre, la fascia alta con i segni zodiacali e le costellazioni. Sul soffitto sono raffigurate le fasi lunari e del globo terrestre unite alla stilizzazione del Sole, rappresentato con lingue di fuoco rosse che vanno ad illuminare le lune color argento nelle varie fasi. Al centro la terra.
Oggi il Palazzo è sede della Biblioteca Comunale, della Sala del Consiglio e ospita iniziative e attività culturali.
Del marchese Pizzardi, che morì povero e in solitudine dopo aver ceduto tutti i suoi beni agli Spedali di Bologna, restano al piano nobile un busto in marmo, la sua camera da letto con gli arredi originali, e altra mobilia; oltre a una video installazione allestita nel 2022 (in occasione del centenario della sua scomparsa), che ne racconta la portata storica per Bentivoglio e per la sanità emiliana.


Paesaggi culturali

La famiglia Pizzardi, che nel XIX secolo fu protagonista di una scalata sociale senza uguali, ha lasciato tra Bologna e Bentivoglio una rilevante eredità culturale ed economica. Nel piccolo centro agricolo si deve a Carlo Alberto, oltre che la costruzione di Palazzo Rosso e dell’Ospedale, il restauro del Castello, antica Domus Jocunditas dei Bentivoglio, signori di Bologna in età rinascimentale. Oggi il Castello, donato con il resto dei beni agli Spedali di Bologna, è sede dell’Istituto Ramazzini fondato da Cesare Maltoni. Sorte diversa è invece toccata al Mulino trecentesco attiguo a Palazzo Rosso, che Pizzardi modernizzò acquistando moderne macchine industriali e creando centinaia di posti di lavoro, in funzione fino agli anni Settanta del secolo scorso. Nel 2014 l’impianto molitorio ha riaperto al pubblico grazie all’impegno dei volontari dell’Associazione Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna in collaborazione con il Comune di Bentivoglio. Bologna deve ai Pizzardi alcuni dei più bei palazzi nobiliari del proprio centro storico, oggi in uso alla comunità. Via Castiglione ospita palazzo Ratta Pizzardi, dimora cinquecentesca preziosamente decorata in stile liberty da Alfonso Rubbiani e Augusto Sezanne; ultima residenza cittadina del marchese, il palazzo è di proprietà della Regione Emilia-Romagna e sede di uffici della Sanità. Poco distante, in via Barberia, Palazzo Marescotti era l’abitazione della nonna materna di Carlo Alberto, Elena Gozzadini. L’edificio ha un elegante scalone barocco del 1670 e ospita attualmente il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università. Ancora nei pressi, in via Farini è presente Palazzo Legnani Pizzardi, oggi sede del Tribunale. Il palazzo apparteneva al marchese Camillo Pizzardi, zio di Carlo Alberto, e fu base per le attività commerciali e finanziarie della famiglia fino al 1885, quando fu venduto alla Società delle Strade ferrate (le future Ferrovie dello Stato) per sopraggiunte difficoltà economiche. La proprietà di Pizzardi lascia traccia sia negli interventi architettonici (al palazzo venne aggiunto un porticato su progetto di Antonio Zannoni) che nei cicli decorativi di Gaetano Lodi; soprattutto è nuovamente visibile il riallestimento del Salone del Risorgimento italiano, con le tele patriottiche Carlo Alberto a Oporto di Antonio Puccinelli, Cavour e Minghetti di Luigi Busi e Napoleone III di Gaetano Belvederi. Infine, gli Ospedali Maggiore e Bellaria di Bologna portano entrambi il nome di Carlo Alberto in quanto la loro costruzione fu resa possibile grazie alle sue precise volontà testamentarie. La tomba monumentale della famiglia (ma non di Carlo Alberto, che scelse di essere seppellito in povertà) si trova nella Loggia di Levante della Certosa. Il grande marmo scolpito da Cincinnato Baruzzi, e restaurato nel 2022, rappresenta l'allegoria dell’Industria come una divinità dall'aspetto classico che incarna gli ideali di prosperità e ricchezza ottenuti attraverso il lavoro.

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