Teatro Comunale
capienza totale della sala 200 posti
anni Ottanta, 2006-2008
C. Vigili, Il teatro di Fontanellato nel centenario della sua nascita, in: "XVII Gran Premio Internazionale di Fontanellato", 27 settembre 1967;
Teatri storici in Emilia-Romagna, a cura di S. M. Bondoni, Bologna 1982, 184-185;
Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di L. Bortolotti, Bologna 1995, p.173-175.
Fontanellato (PR)
Dietro le quinte, due stanze e nove camerini con scale di servizio indipendenti assicuravano ogni comodità agli attori. Fu chiamato a decorare il teatro e tutto il corredo delle scene il giovane pittore Felice Boselli di Piacenza (1650-1731). Gli stemmi della famiglia Sanvitale capeggiavano sui parapetti del terzo ordine e del proscenio che era contornato anche con motti e ritratti dei più celebri autori. Episodi tratti dalle favole di Ovidio decoravano a chiaroscuro i palchi reali e la musa dell'Architettura e della Fama troneggiavano sul soffitto. La facciata era decorata con un portico a pilastri in cotto ottagonali. "Il teatro fu fatto demolire verso la fine del Settecento da Jacopo Sanvitale, insigne botanico, per far posto alle serre neoclassiche tuttora esistenti e incorporate nella proprietà Gandini"(Rosanna Ridolfi, Nota dattiloscritta, s.d.) Dell'antico teatro oggi rimangono solo alcuni frammenti pittorici conservati nel museo della Rocca. Del teatro sorto nel Settecento si conosce per ora che fu distrutto da un incendio (testimonianza orale) e che l'attuale teatro fu voluto dalla cittadinanza per sostituire la grave perdita.
Un carteggio che ancora oggi si conserva, testimonia che nel breve giro di due anni, dal 1855 al 1857, il comune di Fontanellato si accordò con il conte Luigi Sanvitale affinché fosse donato alla cittadinanza un appezzamento di terreno per poter edificare un nuovo teatro. Di contro il conte avrebbe scelto a suo piacimento un palco di proprietà perpetua della famiglia Sanvitale. Il progetto fu disegnato dall'architetto Pier Luigi Montecchini in grande economia: sulla platea a pianta rettangolare si affacciano due ordini di loggioni che ospitano solo tre palchi centrali "riservati uno alle autorità comunali, uno alle famiglie Sanvitale e il terzo da assegnarsi liberamente" (Teatri storici, p. 184). Ma rispetto al progetto originale nella realizzazione furono aggiunti tre palchi centrali anche nel secondo ordine. Dato che il soffitto era molto basso in un primo tempo si pensò di illuminare il teatro con lucerne poste sui parapetti per non togliere la visuale agli spettatori, ma in seguito si ha notizia che fosse stato montato un 'astrolampo' con otto lumi a petrolio.
Nel 1859 il progetto fu bloccato dalla Deputazione provinciale che non lo riteneva opportuno dato che "l'aprimento di un teatro in una piccola borgata non è necessario né per alcuni rispetti, né manco utile" (Teatri storici, p. 184). Quattro anni più tardi arrivò l'approvazione e nel 1864 si diede inizio ai lavori che proseguirono sotto la direzione dell'architetto Pancrazio Soncini di Parma che porterà a termine la costruzione nel 1866.
La facciata del teatro conta tre entrate e tre aperture di cui quella centrale sormontata da un timpano. Lo stemma della città che probabilmente campeggiava sulla scritta "Teatro comunale", tuttora esistente, è andato perduto. Dall'atrio rettangolare si accede alla biglietteria, alla platea e ai loggioni. Al primo piano esiste una caffetteria con mobili originali.
I loggioni appoggiano sul pavimento della platea con dieci colonnine con capitelli in cotto.
Delle decorazioni di Angelo Biolchi rimane solo il fregio che corre lungo le balaustre mentre la decorazione del soffitto fu coperta verso la fine degli anni trenta. L'arcoscenico e l'orologio raffigurati nel progetto originale sono scomparsi, mentre il sipario, decorato a finto tendone, sebbene in gravi condizioni di conservazione, si conserva ancora arrotolato sulla graticciata. Il palcoscenico è provvisto di retropalco e sottopalco.
Esiste un progetto di ristrutturazione del 1949 in cui il teatro sarebbe stato trasformato in cinematografo se non fosse intervenuto tempestivamente il sindaco. Nel 1965-67 lo stesso sindaco lo fece restaurare.
Nell'aprile 2008 il teatro ha riaperto i battenti dopo una serie di indispensabili opere di riqualificazione e restauro sia sotto il profilo conservativo che di messa a norma di strutture e impianti.
(Caterina Spada)
Behind the wings, two halls and nine dressing rooms with independent service stairs ensured the actors’ comfort. The young painter Felice Boselli from Piacenza (1650-1731) was asked to decorate the theatre and stage sets. The coat of arms of the Sanvitale family topped the parapets of the third order and the proscenium; the latter was also adorned with mottos and portraits of illustrious authors. Episodes drawn from Ovid’s fables painted in chiaroscuro decorated the royal boxes, while the muses of Architecture and Pheme dominated the ceiling. The façade was decorated with a portico made up of octagonal cotto pillars. "In the late 1700s the distinguished botanist Jacopo Sanvitale had the theatre demolished in order to make room for the neo-classical greenhouses that still stand on the Gandini estate " (Rosanna Ridolfi, nota dattiloscritta, s.d.). The only remains of the ancient theatre are fragments of its decorative paintings, which are held in the Fortress’ museum. We now know that the theatre built in the 1700s was destroyed by a fire (oral testimony), and that the current theatre was built because the citizenry wished to make up for this serious loss.
A series of papers, which are still extant, show that in just two years, between 1855 and 1857, the municipality of Fontanellato reached an agreement with Count Luigi Sanvitale: the latter would donate a plot of land to the citizenry for the purpose of building a new theatre, and in exchange one of the theatre boxes would be in the perpetual ownership of the Sanvitale family. The project was designed by the architect Pier Luigi Montecchini, with a focus on cutting costs: the rectangular main floor has two orders of galleries and only three central boxes, with “one reserved for the municipal authorities, one for the Sanvitale family, and the third to be freely assigned" (Teatri storici, p. 184). Compared to the original project, three central boxes were added to the second order as well. Since the ceiling was quite low, it was initially suggested that the theatre be lighted with lanterns resting on the parapets – so as not to hinder visibility – but chronicles from that era indicate that a chandelier with eight petroleum lamps was instead used.
In 1859, the project was rejected by the provincial delegation, which deemed it inopportune since “opening a theatre in a small burg is neither necessary nor useful" (Teatri storici, p. 184). The project was finally approved four years later, and in 1864 construction work began under the supervision of the architect Pancrazio Soncini of Parma until its completion in 1866.
The theatre’s façade has three entrances and three openings, the central one of which is surmounted by a tympanum. The town’s coat of arms, which probably stood above the inscription “Teatro comunale”, is no longer extant. The rectangular atrium leads to the ticket office, the main floor, and the galleries. A cafeteria on the first floor still has its original furniture.
The galleries rest on the main floor, thanks to ten small columns with cotto capitals.
The only remnant of Angelo Biolchi’s decorations is the frieze running alongside the balustrade, while his ceiling decorations were covered in the late 1930s. The proscenium arch and the clock depicted in the original project are lost, while the stage curtain, decorated to look like a real curtain, is still rolled up near the trellis, albeit in very poor condition. The stage has both an understage and backstage area.
A 1949 restoration project would have turned the theatre into a cinema, but it was quickly blocked by the mayor. Some of the interior furnishings were renovated in 1965.
(Caterina Spada)