Teatro Verdi
360 posti
2003-2004
Teatri storici in Emilia-Romagna, a cura di S. M. Bondoni, Bologna 1982, p. 241;
Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di L. Bortolotti, Bologna 1995, p. 147;
Il cinema a Cesena: storia, luoghi, personaggi e film, a cura di A. Maraldi, seconda edizione aggiornata, Cesena 1996;
E. Vasumi Roveri, I teatri di Romagna. Un sistema complesso, Bologna 2005, p. 172;
L. Bortolotti, Luoghi d'Arte Contemporanea nei teatri della regione, in: I luoghi d'arte contemporanea in Emilia-Romagna. Arti del Novecento e dopo, a cura di C. Collina, seconda edizione aggiornata, Bologna 2008, p. 45-57.
Cesena (FC)
Dal 1919 assume la denominazione di Teatro Verdi che tuttora conserva.
Continuano ad alternarvisi spettacoli di varietà, operette, veglioni di carnevale e spettacoli cinematografici, né mancano le serate dedicate ai dibattiti politici in quanto il teatro viene affittato anche ai vari partiti. Nel 1975 è oggetto di un complessivo intervento di risistemazione che, pur non modificandone radicalmente la struttura, introduce una sorta di mascheramento dell'aspetto originario. L'ultima stagione teatrale si svolge nel 1977-78, poi questo spazio è destinato esclusivamente alle proiezioni cinematografiche. Fino all'attualità, quando un radicale intervento ne ha ridefinito aspetto e funzioni.
Il carattere di spazio polivalente, destinato fin dalla sua origine ad ospitare le più svariate forme di spettacolo, è stato integralmente recuperato e reinterpretato in chiave attuale, grazie ad un progetto di restauro affidato dai proprietari all'architetto Sanzio Castagnoli di Cesena.
Intento principale del progettista è stato quello di togliere quanto negli anni era stato sovrapposto alla struttura originaria; attraverso un'operazione filologica estremamente rispettosa che, eliminando le innumerevoli superfetazioni e facendone riemergere l'ossatura, ha riproposto l'architettura della sala nella sua essenza grafica. Della funzione di cinematografo sono state conservate solo alcune 'memorie', quale la scala di accesso alla cabina di proiezione (che è stata eliminata), nonché la 'bocca di proiezione'.
La platea in cemento è stata sostituita con un opportuno assito ligneo, mentre la rimozione dello schermo cinematografico ha riportato alla luce l'originale palcoscenico, rivelatosi di notevoli proporzioni, completo di argano e graticcio ligneo d'epoca. Il ripristino del lucernaio centrale, reso possibile entro l'antico perimetro, consente di inondare di luce zenitale la sala, permettendone una vivibilità diurna. Il design proposto da Giacomo Strada per quanto riguarda gli arredi 'dinamici', studiati coerentemente con la cifra stilistica della macchina teatro, al fine di consentire un'efficace mobilità degli oggetti, rappresenta, con la scultura installata nel foyer, l'impatto più d'avanguardia.
Francesco Bocchini ha infatti realizzato per il foyer di questo teatro una grande composizione a muro costituita da 160 maschere in lamiera di ferro dipinte ad olio, dedicate in modo ironico e irriverente a personaggi della musica classica e dello spettacolo.
Il teatro così rinnovato si caratterizza per un'offerta culturale e d'intrattenimento particolarmente diversificata. Partendo dal presupposto che il linguaggio dell'arte nell'accezione più ampia delle sue molteplici espressioni è in grado di rinnovare lo spirito aggregativo, creativo e culturale, gli operatori del Verdi hanno dato vita ad una programmazione che intende il teatro nelle sue più eclettiche sfaccettature. Inoltre, al di fuori della programmazione ufficiale, questi spazi sono resi disponibili per attività altre, siano esse volte a promuovere un rapporto interattivo e dinamico con l'arte contemporanea attraverso esposizioni, presentazioni, incontri tra il pubblico e la critica, oppure per conferenze e iniziative aziendali.
Dalla primavera del 2008 nel parco adiacente al teatro sono state collocate nove sculture in bronzo dedicate ai personaggi della Commedia dell'Arte, opere realizzate dallo scultore Domenico Neri che le ha donate ala città.
(Lidia Bortolotti)
In 1919 it acquired its current name, Teatro Verdi.
It continued to host variety shows, operettas, carnival celebrations, and film screenings, along with evenings dedicated to political debates when the theatre was rented to the various political parties. In 1975, it underwent restoration efforts, which did not radically change its appearance but did mask its original aspect. The last theatre season took place in 1977-78, after which the theatre was used exclusively as a cinema. Currently, radical restoration efforts have re-defined its appearance and function.
Its nature as a performance space, destined since its conception for the most varied forms of entertainment, as been fully restored and reinterpreted with a modern outlook, thanks to a restoration project entrusted by the theatre’s owners to the architect Sanzio Castagnoli of Cesena.
The main goal of the project was to remove all additions to the original structure, through a highly faithful philological approach which, by eliminating all the innumerable additions and bringing the original structure back to light, has recovered the hall’s architecture in its graphic essence. Only a few memories of its time as a cinema have been kept, such as the access staircase to the projector cabin (which has been eliminated) and the ‘mouth’ of the projector.
The concrete main floor was replaced with a wooden one, while the removal of the film screen brought the large original stage back to light, complete with winch and wooden trellis. The restoration of the central skylight, which was possible within the original perimeter, floods the hall with zenithal light, making it inhabitable during the daytime. With regards to ‘dynamic’ furnishings, the design proposed by Giacomo Strada in coherence with the theatre’s style to allow objects to be freely moved around, is the most avant-garde aspect of the restoration along with the sculpture installed in the foyer.
This wall sculpture, made up of 160 sheet metal masks painted in oils and depicting, in an ironic and irreverent manner, famous classical music performers and entertainers, was built by Francesco Bocchini especially for the theatre.
The renewed theatre provides a highly diverse cultural and entertainment offer. Starting off from the assumption that the language of art, in the broadest sense of its multiple expressions, can renew our creative, cultural, and social spirit, the managers of Teatro Verdi have launched a program of activities that encompasses theatre in its most eclectic nuances. Furthermore, apart from the official bill of events, the theatre is also available for other activities, both those that aim to promote an interactive and dynamic relationship with contemporary art – such as exhibitions, presentations, meetings between art critics and the public – and corporate initiatives and conferences.
Since spring 2008, nine bronze sculptures depicting characters from the Commedia dell’Arte, made by the sculptor Domenico Neri and donated by him to the city, are exhibited in the garden next to the theatre.
(Lidia Bortolotti)