Teatro Dante Alighieri
capienza totale della sala 880 posti
1991-1993
Nel Catalogo Muratori della B. Class. Ravenna si veda l'ampia documentazione bibliografica a stampa e manoscritti sui vari teatri ravennati.
S. Sacchi,Versi proferiti all'apertura del nuovo Teatro Alighieri, Faenza [1852];
C. Ricci, I teatro comunale di Ravenna, in "Il Resto del Carlino", 18-19-maggio 1902;
Polemica per l'installazione della luce elettrica, in "Il Ravennate. Corriere di Romagna", 28 settembre 1906;
G. Busato, Sipario del Teatro Alighieri, in "Emporium", 218(1913), p. 240 sgg.;
Teatro Alighieri. Centenario della inaugurazione 1852-1952, Ravenna 1951;
A. Zannoni, Centenario del Teatro Alighieri, Ravenna 1951;
G. U. Maioli, Come e perché nacque cento anni fa il Teatro Alighieri, in "Bollettino economico" 2(1953);
G. Cortesi, Il Teatro Alighieri di Ravenna, in "Notiziario dello spettacolo", 3(1958);
Il restauro del Teatro Alighieri, in "Il Resto del Carlino", 22 agosto 1964;
D. Berardi, L'amara storia del Teatro Alighieri, in "Bollettino della Camera di Commercio", 1(1966);
D. Berardi, Per la riapertura del Teatro Alighieri interamente restaurato, Ravenna 1967;
Il Restauro del Teatro Alighieri, in "Il Resto del Carlino", 11 febbraio 1967;
G. Ravaldini, Spettacoli nei teatri e in altri luoghi di Ravenna 1555-1977, Bologna 1978;
F. Farneti - S. Van Riel, L'architettura teatrale in Romagna 1757-1857, Firenze 1975, p.p. 136-155;
M. Gori, Ludovico Nabruzzi, ingegnere ravennate (1766-1849), in "Musei ferraresi" (1979-80);
Teatri storici in Emilia-Romagna, a cura di S.M. Bondoni, Bologna 1982, p. 229-231;
B. Bartoli, Ravenna e il teatro Alighieri e Rasi, in "INARCOS", 8(1993), p. p. 459-470;
Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di L. Bortolotti, Bologna 1995, p. 220-223; E. Vasumi Roveri, I teatri di Romagna, un sistema complesso, Bologna 2005, p. 45, 140-145.
Ravenna (RA)
Presso il Collegio dei Nobili (attivo dal 1696 al 1877), che ebbe un rilevante peso nella formazione culturale, morale e politica della classe dirigente ravennate, venne costruita un'ampia sala destinata a teatro che occupava in altezza anche il primo piano del palazzo.
Inoltre, nel cortile del Collegio stesso, fu realizzato un teatro all'aperto dotato di "padiglioni", cioè di ampie tende per la copertura mobile. L'ultima notizia riguardante l'uso dei locali di questo palazzo è del 1812.
In seguito alla demolizione, nel 1702, del palco nella Sala del Palazzo Comunale, venne decisa la costruzione di un nuovo teatro pubblico: il Teatro Comunitativo. Incaricato della progettazione fu l'architetto ravennate Giacomo Anziani (1684-1736). Nel 1723 era terminata la costruzione muraria esterna; l'anno dopo fu completato anche internamente: contava 97 palchi suddivisi in quattro ordini. L'elegante teatro, di aspetto barocco, fu ampliato dal 1779 al 1782. Chiuso nel 1857, il fabbricato fu destinato ad altri usi.
Un altro teatro cittadino, il Teatro Bertoldi, venne costruito nel 1846 e inaugurato l'anno seguente. Composto da platea, due ordini di palchi nella parete di fondo e due gallerie laterali protese verso il palcoscenico, gli furono annessi la trattoria e il caffè. Dal 1867 passò in gestione all'Accademia Filodrammatica. Le recite ebbero termine il 29 maggio 1887; nel 1890 venne demolito e sostituito da costruzione civile.
Gaetano Patuelli inizi nel 1863 la costruzione di un teatro composto da due ordini di palchi e loggione diviso in palchetti; platea per meta' occupata da scanni, per meta' libera per il pubblico in piedi. Nel 1877, durante la gestione Graziani, verrà intitolato ad Angelo Mariani.
Dopo una lunga serie di interventi per restauri e rifacimenti, nel 1929 venne decisa la sua chiusura. Solo nel 1948 l'edificio verrà interamente ricostruito, diventando un cinema-teatro, come era già stato nel 1896 con le prime proiezioni del Cinematografo Lumiere.
In seguito alla richiesta dell'Accademia Filodrammatica della concessione del fabbricato dell'ex Chiesa di S. Chiara, sorse a Ravenna il Teatro Filodrammatico: pur essendo incompleto, venne inaugurato nel 1892. La platea era stata dotata di piano inclinato; la galleria, terminata nel 1893, era costituita da un corpo centrale e due prolungamenti laterali, sorretti da colonne e mensole di ferro. Nel 1919 il teatro venne intitolato al concittadino Luigi Rasi e continuò la sua attività fino al 1938. Rimase poi chiuso fino a quando, nel 1962, si propose all'Amministrazione Comunale di affrontare una radicale trasformazione del fabbricato: iniziava così una lunga vertenza risoltasi nel 1970. Attualmente il Teatro Rasi, destinato ad attività teatrali alternative, ha assunto un aspetto di sala cinematografica costituita da vasta platea, galleria e palcoscenico di limitate dimensioni.
Ma la struttura teatrale più rappresentativa della città è senza dubbio il Teatro Alighieri, attivo dal 1852. Circa verso il 1830 la civica amministrazione diede avvio alla ricerca e alla progettazione di una soluzione architettonica che soddisfacesse l'interesse dei ravennati per il teatro, data l'insufficienza delle strutture esistenti. L'incarico fu affidato a Ignazio Sarti, dal 1827 direttore dell'Accademia di Belle Arti, il quale elaborò un progetto di ristrutturazione del vecchio Teatro Comunitativo che prevedeva un ampliamento verso l'attuale piazza Einaudi.
Non fu realizzato per vari motivi, tra cui quelli di ordine urbanistico. Venne allora nominata nel 1838 una commissione consiliare con l'incarico di studiare e compilare una proposta per l'erezione di un nuovo teatro. Esaminata la relazione, l'incarico del progetto fu affidato all'architetto Tommaso Meduna, che aveva ricostruito l'interno del Teatro la Fenice di Venezia. Presentato il progetto nel luglio 1839, nacquero polemiche, per cui nel 1840 i fratelli Giovan Battista e Tommaso Meduna presentarono un nuovo progetto aggiornato e ridotto secondo le modifiche suggerite anche dall'Amministrazione Comunale. Nello stesso anno ebbero inizio i lavori, che comprendevano anche l'abbattimento di vecchie case circostanti e vedevano cambiato l'orientamento della facciata, previsto prima verso il Palazzo della Tesoreria (l'attuale Palazzo della Posta), poi di fronte all'odierna via Mariani. I lavori si prolungarono più del previsto, tanto che nel 1852, per coprire la spesa, vennero venduti anche i palchi del quarto ordine.
Le pitture e le decorazioni della platea, come pure dell'atrio, del casino e delle sale adiacenti, furono opera dei pittori veneziani Giuseppe Voltan e Giuseppe Lorenzo Gatteri; le decorazioni applicate dell'intagliatore Garbato; le dorature di Carlo Franco: tutti veneziani scelti dai Meduna. L'arredamento e, in alcuni casi, la decorazione interna dei palchi furono affidati ai singoli proprietari. Nell'ampio vano sovrastante la volta della platea venne ricavata la sala per dipingere le scene. La solenne inaugurazione si ebbe il 15 maggio 1852 con Roberto il diavolo di Meyerbeer e la Medea di Pacini, nonché due balli, l'uno eroico, l'altro di mezzo carattere: La Zingara e La finta sonnambula. La mattina dello stesso giorno il delegato apostolico Stefano Rossi proponeva l'intitolazione in Teatro Dante Alighieri.
La facciata è costituita da un pronao sporgente dal corpo dell'edificio e rialzato di cinque gradini dal piano della strada. Si compone nel registro inferiore di cinque intercolumni sui quali, al piano superiore, si aprono tre finestre trabeate. Sotto il portico, lateralmente ai tre ingressi, sono ricavate le biglietterie. L'atrio d'ingresso, con soffitto riccamente decorato, è munito di colonne ioniche: vi si aprono gli accessi a salette complementari, destinate a guardaroba e fumoir, la scala di accesso al sovrastante ridotto e gli ingressi alla sala e ai palchi. La platea, a ferro di cavallo, è composta da quattro ordini di ventitré palchi ciascuno, più il loggione, con parapettate continue e decorate con figure, animali e motivi floreali. I sette palchetti centrali del quarto ordine sono ridotti a galleria. Il palco d'onore del secondo ordine, con balconata convessa, è decorato ai lati da colonnine corinzie e sormontato da tendaggi. Anche il soffitto della sala è riccamente decorato con motivi floreali e figure femminili. Dal rosone centrale pende il lampadario mentre i palchi sono illuminati da lampioncini liberty. La fossa per l'orchestra è separata dalla platea tramite una balaustra in legno. Il vasto palcoscenico aggettante è munito di camerini e locali di servizio. Il sipario originale era stato dipinto dal pittore Giovanni Busato di Venezia e raffigurava l'ingresso di Teodorico in Ravenna. Il comodino, con l'apoteosi di Dante era opera di Sebastiano Sarti di Murano.
Il teatro Alighieri si distingue per una incredibile mole di restauri, consolidamenti e ristrutturazioni a cui è stato sottoposto lungo tutto l'arco di questo secolo. Nel 1906, tra grandi polemiche, venne installato il primo impianto di luce elettrica. Nel 1919 furono eseguiti i restauri alle decorazioni del soffitto dell'atrio per opera di Enrico Piazza. Nel 1925 vennero rifatti i pavimenti del Casino e dei locali adiacenti. Un primo importante ripristino del teatro venne attuato tra gli anni 1929 e 1931, periodo in cui fu costruito un nuovo corpo di fabbrica per alloggiare i camerini dietro il palcoscenico e fu realizzata una galleria al quarto ordine, al posto dei nove palchi centrali. Il palcoscenico fu arredato insieme al muro di sostegno della ribalta e fu abbassato il pavimento per creare il golfo mistico. Si costruirono i servizi igienici e il Caffè fu trasferito al primo piano. Il velario fu sostituito e il palco della direzione fu ampliato. Gli impianti elettrici furono rifatti e si realizzò un nuovo e moderno impianto di riscaldamento. Dopo trent'anni il teatro venne chiuso e dichiarato inagibile per la pericolosa presenza di agenti infestanti nelle strutture lignee. Dal 1959 al 1967 vengono effettuati dei lavori di ripristino alle coperture, sostituendo le travature rovinate con coperture miste acciaio-laterocemento. Il pavimento del Ridotto viene sostituito, consolidato il muro di fondo del palcoscenico e rifatti i pilastri di sostegno in muratura, rinnovate le pavimentazioni e tutti i rivestimenti, comprese le scale dei loggioni e dei camerini. Venne restaurata la sala del Ridotto e della Platea e tinteggiato l'esterno. La lattoneria fu rifatta insieme all'impianto elettrico. Si crearono cunicoli per montare le tubazioni dell'impianto elettrico, ed altri cunicoli per montare le tubazioni dell'impianto di condizionamento dell'aria.
Fu creato il sipario tagliafuoco. Sostituite le poltrone in galleria e in platea, gli arredi, il velario e i tendaggi.
Tra il 1991 e il 1993 nel Teatro sono stati effettuati nuovi consistenti interventi di adeguamento alle norme di sicurezza. Qui di seguito si elencano i più significativi: il rifacimento dell'impianto elettrico, con una ristrutturazione sottotraccia, sia nell'area riservata agli artisti, che in quella del pubblico; ed una bonifica consistente nell'asportazione degli intonaci contenenti fibre di amianto che rivestivano le capriate metalliche della copertura nella zona del palcoscenico. Dopo il completo risanamento dell'ambiente sono stati applicati dei protettivi per aumentare la resistenza al fuoco delle capriate interessate. E, inoltre, un impianto protezione scariche atmosferiche e uno di rilevazione fumi e antintrusione; la riclassificazione degli impianti termici con una revisione di quelli per la ventilazione o il condizionamento, a seguito dell'adeguamento alle norme antincendio. Sono seguiti poi altri interventi per la risistemazione delle vasche per assicurare un rapido deflusso dell'acqua in caso di incendio. I locali destinati al personale artistico sono stati ristrutturati con nuovi arredi e nuovi servizi igienici. Un intervento di manutenzione straordinaria è stato effettuato per adeguare i bagni riservati al pubblico alle vigenti norme igienico-sanitarie. I muri perimetrali sono stati risanati dall'umidità sostituendo l'intonaco rovinato con intonaco aerante a base di calce idraulica e cocciopesto sul lato esterno, mentre le pareti interessate sono state dipinte con tinteggiatura a calce.
Oggi il teatro Alighieri svolge regolare attività concertistica, di prosa e lirica.
(Nadia Ceroni / Caterina Spada)
The Collegio dei Nobili (active between 1696 and 1877), which played a significant role in shaping the cultural, moral, and political outlook of Ravenna’s ruling class, hosted a large hall destined for theatrical performances, which occupied the building’s ground and first floors.
Furthermore, an open-air theater featuring “pavillions” – large, mobile curtains – was built in the courtyard of the Collegio itself. As far as is known, the theater facilities in this building were last used in 1812.
Following the demolition of the stage in Palazzo Comunale’s main hall in 1702, it was decided to build a new public theater: the Teatro Comunitativo. The Ravenna-born architect Giacomo Anziani (1684-1736) was entrusted with the design. The exterior walls were completed in 1723, and the theater’s interior was finished the following year: it had 97 boxes divided in four orders. This elegant, Baroque theater was enlarged between 1779 and 1782. After the theater’s closure in 1857, the building was destined for other uses.
Another of the city’s theaters, Teatro Bertoldi, was built in 1846 and inaugurated the following year. It featured a main floor, two orders of boxes located along the back wall, and two lateral galleries looking towards the main stage; a restaurant and café were also included. In 1867 the theatre the Accademia Filodrammatica was entrusted with the theatre management. Theatrical performances ended on 29 May 1887; in 1890 the theater was demolished and replaced by civil buildings.
In 1863, Gaetano Patuelli began to build a theater made up of two orders of boxes, a gallery subdivided into small boxes, and the main floor, half of which had seats, with the other half being standing-room only. In 1877, under Graziani’s management, the theater was named in Angelo Mariani’s honor.
After a long series of restoration and façade renewal efforts, it was closed in 1929. It was only in 1948 that the theater was entirely rebuilt: it became a cinema, as it had already been in 1896, with the first screenings from Lumiere’s Cinematograph.
After the Accademia Filodrammatica’s request for a concession over the former Church of S. Chiara, the Teatro Filodrammatico was founded in Ravenna: in spite of being incomplete, it was inaugurated in 1892. The main floor had an inclined plane; the gallery, which was completed in 1893, was made up of a central body and two lateral extensions, supported by columns and iron corbels. In 1919, the theater was named after Ravenna’s own Luigi Rasi, and it remained active until 1938. It was then closed until 1962, when the municipal administration received a request to radically transform the building: a lengthy legal case ensued, which was finally settled in 1970. Currently, Teatro Rasi is destined for alternative theater and looks much like a cinema, with a large main floor, and small galleries and stage.
Without a doubt, the city’s most representative theater is Teatro Alighieri, which has been active since 1852. Around 1830, the civic administration began to search for and design an architectural solution that would satisfy Ravenna’s citizens’ interest in the theater, given the shortcomings of existing structures. This task was assigned to Ignazio Sarti, who had been the director of the Academy of Fine Arts since 1827. He drafted a plan to restore the old Teatro Comunitativo, including its enlargement towards the current Piazza Einaudi.
The plan was not carried out for various reasons, including urban planning motives. Thus, in 1838 a council commission was appointed and entrusted with preparing a proposal for the construction of a new theater.
Once the proposal was examined, the project itself was entrusted to the architect Tommaso Meduna, who had restored the interior of Venice’s Teatro la Fenice. Controversy ensued after the proposal was submitted in July 1839, and in 1840 the brothers Giovan Battista and Tommaso Meduna submitted a smaller, updated proposal that included the changes suggested by the municipal administration. Construction work began that same year, and included the demolition of nearby old houses and a change in the orientation of the façade, which was originally meant to look towards Palazzo della Tesoreria (the current Post Office), then towards what is now Via Mariani. Work took longer than planned, so much so that the boxes in the fourth order were sold in 1852 in order to cover expenses.
The paintings and decorations in the main floor, atrium, pavilion and adjacent rooms were by the Venetian painters Giuseppe Voltan and Giuseppe Lorenzo Gatteri; engraved decorations were by Garbato; and gildings by Carlo Franco: all were Venetians chosen by the Meduna brothers. The furniture and, in some cases, the interior decorations of the boxes were entrusted to their individual owners. The large room above the main floor’s vault was used for painting the stage decoration. The solemn inauguration took place on 15 May, 1852 with Meyerbeer’s Robert the Devil and Pacini’s Medea, and two ballets, one heroic and one demi-caractère: La Zingara [The Gypsy] and La finta sonnambula [The false sleepwalker]. On that same morning, the apostolic delegate Stefano Rossi suggested the theater be named Teatro Dante Alighieri.
The façade is made up of a pronao jutting out from the building and raised above street level by five steps. The lower register has five intercolumns above which, on the upper floor, are three trabeated windows. Underneath the portico, alongside the three entrances, are the ticket offices. The entrance atrium has a richly decorated ceiling and Ionic columns: from here, there are accesses to side rooms – a cloakroom and a smoking room -, the access room to the ridotto upstairs, and entrances to the hall and boxes. The horseshoe-shaped main floor features four orders of 23 boxes each, plus the gallery, with continuous parapets decorated with figures, animals, and floreal motifs. The seven central boxes in the fourth order are reduced to a gallery. The place of honor on the second order, with a convex balcony, is decorated with Corinthian columns along its sides and curtains above. The hall’s ceiling is richly decorated with floreal motifs and feminine figures. A chandelier hangs from the central rose window, while the boxes are lit by Art Nuoveau lamp posts. The orchestra pit is separated from the main floor by a wooden balustrade. The vast, protruding stage features dressing rooms and washrooms. The original stage curtain was painted by the Venetian painter Giovanni Busato and depicted Theodoric’s entrance into Ravenna. The drop-curtain, featuring Dante’s apotheosis, was the work of Sebastiano Sarti from Murano.
The Teatro Alighieri was subject to an incredible amount of restoration, renovation, and consolidation efforts over the course of the 20th century. In 1906, not without great controversy, electricity was installed for the first time. In 1919, the atrium ceiling’s decorations were restored by Enrico Piazza. In 1925, the floor of the pavilion and adjacent rooms was re-done. The first significant renovation of the theater took place between 1929 and 1931, when a new space was built to house the dressing rooms behind the main stage and a gallery replaced the nine central boxes in the fourth order. The stage was furnished along with the footlight’s support wall, and the floor was lowered to create the orchestra pit. Bathrooms were installed and the café was transferred to the first floor. The draping was replaced and the conductor’s stand was enlarged. The electrical system was replaced and a new, modern heating system was installed. After 30 years, the theater was closed and condemned due to the presence of woodworms in its wooden structures. Between 1959 and 1967, the vaults were restored, and damaged beams replaced with concrete and masonry covers. The ridotto’s floor was replaced, the backing wall of the stage was consolidated and the concrete support pillars re-done, the floors and all coverings renewed, including the stairs to the gallery and dressing rooms. The halls of the ridotto and main floor were restored and the exterior repainted. The sheet metal and electrical system were replaced. Tunnels for the electrical and systems’ tubes were dug.
A fire curtain was installed, and the seats on the main floor and gallery were replaced along with the furniture and drapes.
Between 1991 and 1993, additional significant safety improvements were made, the most important of which are listed below: a new electrical system featuring in-floor wiring in both the areas reserved to performers and to the public, and the removal of the asbestos-containing plaster that covered the metal trusses above the stage. After the complete removal of asbestos, protective materials were applied to the trusses in order to improve their resistance to fire.
Furthermore, smoke and intruder alarm systems were installed along with a lightning protection system; the heating system was reclassified and air conditioning was revised in order to comply with fire safety regulations. Other interventions focused on improving the water tanks to ensure a rapid flow of water in case of fire. Rooms reserved for performers were renovated with new furniture and restrooms. Extraordinary maintenance was carried out in order to bring the public restrooms in line with health regulations. Damage from humidity on the perimeter walls was mitigated by replacing the damaged plaster with new plaster based on hydraulic lime and lime mortar with crushed bricks on their external sides, while internal walls were painted with lime-based tinted paint.
Today, Teatro Alighieri regularly hosts concert, lyrical, and theatrical performances.
(Nadia Ceroni / Caterina Spada)