Alberi monumentali
Conventi Frati Santa Croce - Via Convento,150
Verucchio (RN)
albero singolo
Famiglia: Cupressaceae
Provvedimento di tutela
Albero monumentale d'Italia D.M. n. 5450 del 19-12-2017
D.P.G.R. 139/21

n. 001/L797/RN/08
Questo cipresso, forse il più famoso e tra i più vecchi d’Italia, si trova nel chiostro del convento francescano della Santa Croce di Verucchio. Una targa ai suoi piedi ricorda “Cipresso di San Francesco - Piantato dal Santo nel 1213...”. Si presume quindi che abbia circa 800 anni e che sia coetaneo degli edifici del convento. Oltre ad avere un importante valore storico e religioso, si presenta con una monumentalità eccezionale legata alle dimensioni e all’età straordinaria. Il tronco e la chioma portano i segni e le menomazioni procurate dall’età, dall’azione degli agenti atmosferici e da ripetute aggressioni da parte dell’uomo, che hanno fortemente ridimensionato il naturale portamento colonnare della specie. Oggi parte della chioma si è seccata, il fusto è contorto e nodoso e l’albero, inclinato e sorretto da protesi metalliche, ha l’aspetto di una scultura sofferente e precaria, che nonostante tutte le traversie passate non ha però intenzione di arrendersi. La storia del cipresso di San Francesco è molto articolata. La tradizione vuole che sia stato piantato proprio dal santo, che raccolse un ramoscello di cipresso, rimastogli impigliato nella tonaca, e lo utilizzò come bordone. Arrivato al convento lo gettò nel fuoco, il ramoscello si contorse ma non bruciò, allora il santo lo piantò nel giardino del chiostro dove radicò immediatamente e dove tuttora vive. Ma è solo l’inizio. Attorno al 1800 i soldati francesi tentarono di bruciarlo senza riuscirvi; il fuoco lo risparmiò anche questa volta. Durante la seconda guerra mondiale fu danneggiato dai bombardamenti che lo mutilarono di una buona parte della chioma, ma ancora si riprese. Nel 1980 sotto le raffiche di un forte vento cedette il ramo centrale e la chioma fu ridotta di 7 o 8 metri. Nonostante tutto, quest’albero antichissimo non molla e continua a raccontarci la sua storia. Il legno del cipresso è incorruttibile, resiste all’acqua e all’attacco dei tarli, inoltre è profumato. Per queste qualità la specie è stata fin dall’antichità associata alla tradizione funeraria: era l’albero sacro a Plutone, signore dell’Ade. Ancora oggi viene piantato nei cimiteri accanto alle tombe a ricordo del sonno eterno.