Musei di Arte Antica - Museo Schifanoia






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Il Salone dei Mesi, capolavoro dell’arte di corte ispirato alla cultura astrologica e al neoplatonismo rinascimentale, è situato al piano nobile, dove si può ammirare uno dei più importanti cicli pittorici del rinascimento, eseguito tra il 1469 e il 1470 sul programma iconografico elaborato dall'erudito di corte Pellegrino Prisciani. Gli affreschi seguono la successione dei mesi, oggi leggibili in numero di sette: la scansione in tre fasce orizzontali di ciascun scomparto si riferisce ai trionfi delle divinità dell'Olimpo, ai decani, divinità astrali di probabile origine egizia, e alla vita di corte. Principali autori del ciclo, ideato da Pellegrino Prisciani, bibliotecario, storiografo, sovraintendente alle arti di corte, nonché professore di astronomia all'università di Ferrara, e Cosmè Tura, che diresse i lavori ai quali presero parte gli artisti dell’Officina ferrarese.
Gli affreschi del Salone dei Mesi sono stati oggetto di intervento conservativo da parte dell'Istituto per i Beni Culturali secondo quanto stabilito dalla L.R. n. 18/2000.
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Ferrara (FE)
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Il salone dei Mesi
Il salone dei Mesi è lo spazio più ampio di tutto il palazzo, e fu fatto decorare da Borso d’Este nel 1469 convocando diversi pittori, in previsione della sua nomina a duca della città. Le diverse sezioni dedicate al ciclo dei mesi e alle virtù civiche del committente sono ora ammirabili in tutto il loro splendore grazie all’intervento di rinnovamento delle luci. Il visitatore viene accolto in questo spazio, al cospetto delle opere dell’età di Borso, Ercole I e dei duchi del Cinquecento, e introdotto alle sale successive del museo.
Sala delle virtù
Superato il Salone dei Mesi si accede ad un altro luogo basilare del palazzo: la Sala degli Stucchi, detta anche Sala delle Virtù. La sala nel contesto della delizia aveva un’importanza strategica, poiché utilizzato da Borso come luogo di udienza, ma anche come anticamera agli spazi privati. In funzione del suo utilizzo fu quindi concepita una decorazione sontuosa e di grande impatto. Le pareti sono decorate ed arricchite da un particolare fregio, al centro compare lo scudo araldico estense e le imprese del Duca. Le virtù, teologali e cardinali, sono rappresentate da eleganti figure femminili. Per la realizzazione dell’apparato iconografico furono chiamati Domenico di Paris, scultore padovano, e Bongiovanni di Geminiano Gabrielli, pittore.
Sala delle Imprese
In questa sala, probabilmente un tempo adibita a spazio privato vista la presenza di una guardiacamera, è possibile ammirare il soffitto a cassettone e la decorazione a stucco policromo delle imprese estensi su una fascia di legno.
Raccolte presenti al Museo Schifanoia:
collezione numismatica: presenti testimonianze che permettono di spazia delle emissioni di zecche greche alla monetazione autonoma e pontificia, a cui si aggiungono la sezione delle medaglie fuse nella prima metà del Quattrocento, da Pisanello a Sperandio da Mantova, con ritratti di alcuni membri della Casa d’Este. LA collezione si è poi ampliata grazie ad acquisti e donazioni di esemplari provenienti da raccolte private.
Degna di nota è la collezione di avori, bronzi, placchette e sculture neoclassiche e statali proveniente dalla chiesa di Sant’Andrea.
Collezione dei codici miniati: tra i codici miniati di spicco il Decretum Gratiani stamapato a Venezia nel 1474, ampliamente decorato da miniatori del tempo di Ercole I, la Bibbia sacra, i Corali atlantici di san Cristoforo alla Certosa e i Corali di San Giorgio fuori le mura.
La raccolta egizia: proviene dall’attività collezionistica, e non da quella di scavo archeologico, e si compone di reperti funerari e sacrali risalenti al periodo fra la V dinastia e l’età tolemaica.
La collezione di ceramica ferrarese: raccolta recentemente acquistata dalla Fondazione Cassa di risparmio di Ferrara, rappresenta una delle più importanti raccolte costituite da pezzi realizzati fra la metà del Trecento e gli inizi del Seicento, e quindi risalenti a produzioni greche, etrusche, romane, arrivando fino al XVII secolo. Parte della collezione è esposta nelle sale dell’ala trecentesca del palazzo.